PUNTA DEL LAGO GELATO (3230mt.)
Lunghezza = 11 Km
Dislivello+ = 1100 mt
Il Percorso
Oggi è l'ultima tappa dell'AVM2013, dopo una settimana di bellissime ascensioni, anche l'ultima tappa ci regala la risalita di un'ampia vallata poco frequentata che ospita la Vedretta Lunga, e la conquista del quinto 3000, la Punta del Lago Gelato (3230mt.). Infine discesa lungo l'impegnativo sentiero Steckner fino a rientrare alla funivia per Solda. Ripartiamo quindi dal Rifugio Nino Corsi e andiamo in direzione del rifugio Martello, dopo poco prendiamo sulla destra il sentiero n.150. Iniziamo quindi una lunga risalita poco impegnativa finche non cominceremo a costeggiare da nord tutta la Vedretta Lunga seguendo sempre il sentiero n.150. Davanti a noi avremo ben visibile la Punta del Lago Gelato. Quindi ci dirigeremo verso il Passo del Lago Gelato, attraversando brevemente ora la parte sommitale del ghiacciaio, e da qui alla Punta del Lago Gelato, per l'ultimo dei nostri punti panoramici.
Clicca QUI per scaricare la cartina del percorso [fonte: Carta Tabacco 08] |
La discesa prosegue dal versante nord della Punta del Lago Gelato, attraverso il sentiero in alcuni punti molto esposto e chiamato "Steckner". Si tratta di un sentiero dove il passo sicuro e l'assenza di vertigini sono ovviamente raccomandate, vista la ripidita del costone roccioso che scende fino alle morene antistanti la stazione a monte della funivia di Solda. Da qui rientro in paese a completare questo bellissimo tour nel versante nord del Parco Nazionale dello Stelvio.
Il Racconto
L’ultima tappa dell’AVM2013 sarebbe dovuta andare in ben altro modo, e di conseguenza il racconto. In realtà, su suggerimento delle Guide Alpine di Solda, ho dovuto rinunciare al percorso teorico, ovvero la salita al Passo del Lago Gelato e alla omonima Punta (il quinto 3000 della settimana), sempre per problemi dovuti alla grande quantità di neve ancora presente e, lungo la discesa per il sentiero Steck.., anche gelata rendendo di fatto molto insidioso e scivoloso questo ripido tratto in discesa. Di emozioni e di brividi ne avevo già avuti nei giorni precedenti, quindi ho saggiamente dato retta alle Guide Alpine ed evitato, anche se al malincuore, il passaggio sulla Eiessespitze.
Quindi
il rientro in Val di Solda e nuovamente ripassato dal Passo del Madriccio,
risalendo al contrario l’omonima valle; una soluzione “monotona” visto che si
trattava di sentiero già percorso, ma capace tuttavia di regalare ancora
qualche soddisfazione finale… Infatti, le previsioni meteo già negli ultimi due
giorni davano una probabilità di pioggia e temporali a partire dalla tarda
mattinata, cosa che mi ha indotto a pensare di risalire fino al passo il più
velocemente possibile, e per più di un motivo: cercare di evitare la pioggia
all’ultimo giorno in primis, ma anche, visto che avrei dovuto affrontare sei
ore di viaggio di rientro, tornare a casa in serata e non già all’ora della
buonanotte. Certo, all’andata, in discesa, ci avevo messo due ore a scendere
dal passo fino al Rifugio Nino Corsi, in salita penso ce ne vorranno almeno
tre.
h7.00: un Mago insonnolito inizia la lunga risalita del Passo Madriccio |
Programmo allora la partenza per le ore 7.00, e con me anche la simpatica e nutrita
famigliola olandese con la quale divido la camerata in questa ultima notte.
Anche loro diretti al Passo del Madriccio ma con destinazione il rifugio Coston
(o Hintergratthutte). Quindi per tutti la sveglia agli orologi viene messa alle
ore 5.50. La notte passa bene e mi faccio anche una discreta dormita, anzi…alla
fine passa fin troppo bene visto che a un certo punto apro gli occhi e un
dubbio mi assale: guardo l’orologio e sono già le 6.05! Controllo, e la sveglia
l’avevo erroneamente impostata alle 6.50!! Mi volto verso gli altri letti:
vuoti!! Cacchio si parte bene!
Visto
che normalmente sono abituato ad alzarmi sempre abbastanza in anticipo sugli
impegni, questa cosa si rivela traumatica per l’immediato risveglio,
precipitoso e affannoso. Entrano in camera gli olandesi che mi sorridono
dandomi il buongiorno...sì va bhe…l’affannosa corsa contro il tempo produce i
suoi effetti visto che dopo venti minuti sono già di sotto pronto per la
colazione, anche in anticipo ai tulipani orange. Praticamente devono ancora
iniziare la loro colazione quando invece io l’ho già finita, quindi passo a
salutarli calorosamente e magari ci diamo appuntamento lungo il sentiero per il
passo. Quindi, alle 7 mi incammino nuovamente sul sentiero 151, osservando per
ora molto da lontano il passo e la Punta Beltovo di Dentro. La giornata è
estremamente serena come tutte le mattine, ma quanto durerà ancora non lo so,
quindi anche se mezzo insonnolito e con le gambe imballate, parto subito di
buon passo cercando di scrollarmi di dosso più in fretta possibile il torpore con
il quale il Nino Corsi mi aveva abbracciato.
Finita la piccola radura, si comincia a salire!! |
La radura tagliata dal Rio Madriccio. Lontano in alto a centro foto il Passo del Madriccio con a destra la Punta Beltovo di Dentro |
Inizialmente
davanti a me, per quanto riesca a scrutare lontano, non vedo nessuno in cammino.
Dopo un quarto d’ora circa, invece, quando già ho superato la larga radura
solcata dal Rio Madriccio, vedo una macchia rossa che lentamente sale i
tornantini disposti in sequenza lungo il versante nord della valle e che danno
accesso alla quota 2600mt, qualcuno evidentemente e ovviamente più mattiniero
di me. Proseguo e quando anche io arrivo in questo tratto, si comincia a
sentire il fiato che ancora deve “rompere” bene. Successivamente il tratto
semipianeggiante mi permette di recuperare un po’ d’energie prima della salita finale più ripida. Raggiungo nel
frattempo e supero quella che prima era solo una macchia rossa, si tratta di un
ragazzo che ieri sera cercava invano un pernottamento al rifugio e che molto
probabilmente ha dormito fuori in tenda. Ma ancora più avanti vedo ora un altro
gruppo di persone, proprio nel punto in cui si guada il bel torrentino Rio
Madriccio.
Vista sul passo dai 2750mt circa |
Inutile
che faccia finta a questo punto di pensare ancora di non aver rotto il fiato o
di avere le gambe imballate…erano semplicemente le conseguenze dell’aver tenuto
un passo da paura: infatti sono passate poco più di 1h e mezza e sono già
abbondantemente sopra i 2800mt, e meno male che pensavo mi ci volessero tre ore
di tempo…E’ il momento per una breve pausa anche per darmi un po’ di crema
solare visto che il sole comincia a farsi sentire, il cielo è ancora perfettamente
sereno. Nell’occasione faccio brevemente conoscenza del ragazzo superato poco
prima, e scopro che anche lui sta inseguendo un sogno, la mitica Via Alpina!
Partito dal confine con la Slovenia, adesso si trova al cospetto del gruppo
dell’Ortles: gli faccio i miei più sinceri complimenti mentre riprendo il
cammino con un passo decisamente più sostenuto rispetto al suo. Eccomi ai primi nevai, poi alcuni tornantini
in salita, quindi il tratto più ripido di salita da affrontare direttamente su
neve, mentre il gruppetto che avevo avanti preferisce prendere questa salita
più di taglio compiendo un giro più ampio: quando rientro nel sentiero, a
questo punto sono avanti a che a loro.
Quasi
un po’ mi dispiace, sembra che stia facendo una gara ma non è assolutamente
così. O non esattamente. Nel senso che se sto gareggiando non è con loro, ma
solo con me stesso, tanto per vedere se al sesto giorno le forze ci sarebbero
ancora state anche per affrontare la Punta del Lago Gelato, come avrebbe dovuto
essere.
La
risposta non tarda ad arrivare quando di lì a poco, alle 9.00, dopo due ore di
cammino, arrivo al Passo del Madriccio! Due ore ci avevo messo per scendere
(due giorni fa), due ore ho impiegato per rifarlo in salita! L’ultima
soddisfazione di questa intensa settimana immerso nella vera montagna. Adesso
al passo mi godo un meritato riposo prolungato, mentre pian piano arriva il
gruppetto superato poco prima. Osservando un’ultima volta la lunga Val
Madriccio, vedo via via cadenzate, lungo la via di salita, tutte le piccole
carovane di persone che stanno venendo in su: in particolare mi soffermo su un
gruppetto di sei persone, chissà che non sia la famigliola olandese..
Sul nevaio, mi lascio alle spalle il Passo del Madriccio |
Ma
adesso è il momento di girare lo sguardo a occidente e godersi appieno per l’ultima
volta la fantastica vista del Gran Zebrù, Zebrù e Ortles illuminati dal sole
del mattino: un panorama che mi ha costantemente “seguito” durante tutta la
settimana, e che non posso che ringraziare. Mentre scendo sui nevai ancora
ghiacciati, li osservo di continuo, per cercare di imprimerli bene nella mente,
così come lo scorso anno fu per la bellissima Val di Peio , il Monte Vioz e il
Cevedale.
In vista del Rifugio Madriccio |
Alle
9.20 sono in vista del Rifugio Madriccio, alle 10 circa l’AVM2013 è conclusa,
non rimane che prendere la funivia e riscendere a Solda. Saluto l’autista (?)
della funivia, che qualche giorno prima mi aveva dato delle preziose info per
trovare l’Hotel Tirol Astoria, quindi rieccomi di nuovo alla mia auto. Faccio
una rapida fermata al supermercato e verso le 11.00 sono pronto per la partenza.
In vista di Solda durante la discesa in funivia |
AVM2013 Conclusa!! MagoZichele è pronto per tornare a casa!! |
Rivedo nell’occasione
diverse facce già conosciute, tipo quell’alpinista di ieri sera al Nino Corsi
che era salito alla Zufall...con lui ci scambiamo un cenno d’intesa. E’ una
sensazione strana, ora che sono prossimo alla partenza, sembra che Solda mi
stia tributando il suo saluto, o forse sono semplicemente io che mi avvio ad
abbandonare malinconicamente questi bellissimi posti. Un lungo viaggio ora mi
attende, ripensando a tutti gli intensi momenti assaporati, e nell’attesa dell’ultimo
bel ricordo di questo sogno avveratosi anche per il 2013: il momento in cui
riabbraccerò tutta la mia famiglia e racconterò di queste nuove, grandi,
avventure di MagoZichele!!
- MagoZichele -
ALTA VIA DEL MAGO 2013
( 13-18 LUGLIO )
60 Km percorsi
6200 mt dislivello in salita
5700 mt dislivello in discesa
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