O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 28 febbraio 2013

Le Biancane a Monterotondo Marittimo

Lunghezza = 10km
Durata = 3h
Difficoltà = facile

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Le Biancane di Monterotondo Marittimo, un’ambientazione decisamente surreale e infernale, dove fumi, vapori, acqua bollente, terreno che scotta, e la puzza tipica dello zolfo, la fanno da padrone nel contesto generale di bellissimi boschi di castagni, macchie mediterranee e sughereti. Tutto è frutto delle manifestazioni geotermiche che qui la fanno da padrone sin dall’antichità, e nel corso dei secoli sono state sapientemente sfruttate, come ovviamente testimonia la recente (se si parla di secoli) produzione di energia geotermoelettrica.

Il percorso ad anello parte nei pressi del centro Abitato di Monterotondo Marittimo, grazioso, di natura medievale con importanti testimonianze legate all’attività mineraria e geotermica, si snoda attraverso i siti più significativi dove si trovano le manifestazioni geotermiche più suggestive fino a raggiungere l’altrettanto splendido centro abitato di Sasso Pisano, e fa rientro a Monterotondo passando dentro dei bellissimi castagneti.
Clicca per scaricare la cartina [in blu il percorso]*

Il percorso nel suo dettaglio è descritto nell’ottima guida Camminare nella Maremma Toscana, alla quale ho dedicato un post specifico e alla quale rimando consigliandovela per la qualità dei percorsi proposti.


Col Piusti, compagno di “storiche imprese”, decidiamo di affrontare questo piacevole anello di soli 10 km in Novembre, quando i boschi di castagni offrono il loro meglio in quanto a colori e quando si cammina respirando un’aria che odora di porcini… Nessuno di noi è mai stato a visitare Le Biancane, avendone tuttavia sentito parlarne più volte. Scopriremo di esserci persi uno spettacolo naturale di tutto rispetto.

Il 3 Novembre 2012, giornata buona e calda che alterna nuvole a schiarite, partiamo con calma in auto, non c’è fretta vista la lunghezza dell’anello, e arriviamo al complesso di case chiamato I Lagoni, diciamo nella periferia di Monterotondo, dove lasciamo l’auto. Alle 9 ci incamminiamo subito in salita in direzione del camino di raffreddamento delle acque della centrale geotermica Enel. La torre è imponente già in lontananza, figurarsi quando ci arriviamo sotto. Un cartellone spiega le fasi della produzione di energia elettrica, mentre sopra le nostre teste i fumi dei vapori escono corposi dalla torre. Nell’aria, il tipico odore di zolfo che sa di uova sode, o marce, a seconda dei gusti :-)

L'imponente torre di raffreddamento










Ci lasciamo alle spalle la torre e anche i primi sugheri che, apprendiamo dalla guida, riescono a crescere a queste altitudini solo grazie al clima adatto offerto  dalle miti temperature offerte dalla geotermia del suolo. Arriviamo all’ingresso vero e propri del Parco delle Biancane, dove il sentiero per lunga parte è anche segnato con il segnavia n.10 della Comunità Montana Alta val di Cecina, proprio ai piedi del Monte, che con i suoi poco più di 750mt sormonta entrambi i paesi di Monterotondo e Sasso Pisano. Il sentiero per la cima del Monte sarebbe invitante, ma noi siamo qui per altre cose, quindi pieghiamo sulla destra costeggiando un campo di tiro al piattello e in breve arriviamo in un’ampia apertura con le prime significative manifestazioni.

L'arrivo alla prima Biancana, Monterotondo sullo sfondo
E’ uno spettacolo: si sente un tiepido rombare di sottofondo, e intorno a noi la terra che cangia continuamente dal rosso infuocato al grigio sbiadito. Le folate di vapori emanati dalla terra ci avvolgono creando sicuramente una piacevole sensazione di tepore, un po’ meno per l’odore che pervade l’aria. Davanti a noi, la veduta spazia fin sul mare e sul Monte Calvi (Venturina, San Vincenzo), ma proprio di fronte la cornice è impreziosita dalla forma tondeggiante e arroccata di Monterotondo e, più a destra, dalla severa torre della centrale Enel, che pare una moderna fortezza inespugnabile.











Il Piusti è alto come la torre!!

Cumulo di terra ardente
Il Mago emerge dai vapori infernali!










Il lavoro qui, nell’interesse turistico e naturalistico, è di pregevole fattura: numerosi sono i cartelli esplicativi e gli spazi fruibili perfettamente delimitati da delle grosse corde in canapa che abbelliscono l’ambiente, anziché denaturarlo. Proseguiamo e dopo un breve stacco in salita, il sentiero prosegue pianeggiante per qualche centinaio di metri, sovrastando un’ampia area sempre tormentata dalle fumarole e dal terreno lunatico, con piccoli dossi che spiccano per il loro colore rosso fuoco. Subito dopo ci immettiamo in una fitta macchia mediterranea dove sono presenti numerosi insogli freschi freschi di presenza cinghialifera. Come dargli torto, per loro queste devono essere delle terme favolose!

 
La pozza dentro la recinzione
Dopo aver costeggiato una grande pozza rinchiusa da un recinto che delimita un’area adibita ad allevamento di cinghiali e altri selvatici, raggiungiamo il secondo sito rilevante dell’intero parco delle Biancane. Una lunga insenatura dentro la vegetazione, dove il solito terreno biancorosso e pietroso è interrotto da una profonda e scura crepa rocciosa dalla quale escono vapori caldissimi (una vera e propria sauna naturale), preludio ad un terrazzino naturale in posizione più elevata da dove si possono osservare, anche da vicino (ma senza toccarli!!) piccole pozze d’acqua ribollente.

Suggestiva sauna naturale
Ci aggiriamo intorno a questi fenomeni piuttosto incuriositi, lo stupore è davvero tanto, la prima volta che ci imbattiamo in fenomeni simili. Solo adesso ci rendiamo conto che dalla partenza abbiamo fatto a malapena tre km, viste le numerose pause che ci hanno rapito dal marciare (e ci mancherebbe!).











L'energia sprigionata dal sottosuolo crea questi curiosi fenomeni


Da adesso in poi diventa ben visibile il piccolo borgo di Sasso Pisano, dove decidiamo che faremo pranzo, vista l’ora. Prima ci aspetta una discesa lungo il sentiero ora intervallata da ripidi e scivolosi scaloni in mezzo al bosco, ora lungo dolci pendii erbosi in discesa. Pian piano l’ambiente circostante riconquista le fattezze naturali e Le Biancane rimangono lassù, a fare da cintura al Monte.

In vista di Sasso Pisano
Fumarola lungo il percorso










Entriamo nel paesino abbastanza sonnolento nonostante l’ora di punta pre-pranzo, una rapida visita salendo per la ripida salitina che porta alla chiesa, passando dalla piazzetta centrale dove visi incuriositi ci osservano passare con zaini e bastoncini (che strano, non saranno certo pochi i trekkers che vi saranno transitati..). Poi, dopo un paio di cross a favore di due ragazzini che stanno giocando a calcio, seguiamo le indicazioni del tabaccaio, e andiamo in direzione dell’ingresso (per noi uscita) del paese, alla scoperta dell'ufficio turistico, dove con un po’ di fortuna spero di poter acquistare la cartina escursionistica della Comunità Montana locale.

Nella zona c'è anche un miniparco giochi e delle aiuole ben tenute, ma la vera sorpresa è la visione dell'ufficio turistico: si tratta in realtà di una minuscola casettina prefabbricata in legno, una sorta di casetta di biancaneve dove, evidentemente, i nani sono i turisti che vi si recano. Peccato trovarlo chiuso, forse è già tardi ma l'impressione è che, essendo in Novembre, nemmeno venga aperto...

Siamo pronti per il pranzo! Proprio a due passi dalla casettina di legno, sotto dei pini, ci sono dei tavoli giusti giusti per noi. Il tempo sta cambiando, sembra il preludio a un peggioramento che di fatto non avverrà mai per il resto della giornata.

Il mio pranzo è fotonico: due uova al tegamino e abbondante formaggio a fondere, il tutto innaffiato con del buon vino rosso offerto dal Piusti: YAOOOHHH!!! Eh sì, per una volta niente pasti disidratati o insalate in scatola, ma un bel tuffo nella più triviale tradizione culinaria!!

Il pranzo fotonico del Mago
Il consueto rito del caffè suggella la fine del pranzo e l'inizio del rientro verso Monterotondo.

Lasciamo presto la strada asfaltata e ci immettiamo in una forestale che si inoltra in mezzo a bellissimi castagneti.

Il percorso in parte continua a seguire le segnature del sentiero n.10, in parte se ne discosta seguendo piste alternative ma dal fascino continuo.

Splendidi castagneti lungo la via del rientro
I colori dei castagni prendono tutte le sfumature calde dell'autunno, mentre per terra il manto delle foglie caduche a tratti è veramente spesso. Non c'è nulla di veramente impegnativo, il sentiero sale e scende senza grosse pendenze, a tutto vantaggio della calma con cui lo percorriamo. Non parliamo molto in questo tratto, forse ognuno di noi è assorto nella propria camminata e nelle rispettive contemplazioni.

Uno splendido sughero
Di nuovo in vista della Biancana



Troviamo, lungo il percorso, anche degli anelli sentieristici alternativi, segnalati da dei cartelli in legno finché, superato un fosso, appare evidente che ci stiamo riavvicinando ai terreni tormentati delle Biancane.

I castagneti svaniscono, per un breve tratto si ripresenta la macchia mediterranea con una serie di notevoli sugheri tra i quali uno davvero imponente e suggestivo, coperto in parte dal muschio.


Veduta su Monterotondo M.mo
Vista pomeridiana sulla torre


Infine eccoci di nuovo in vista del pendio Biancano già trovato all'andata, qui il sentiero si riunisce a quello già percorso. 




Il Lagone Naturale
Solo nell'ultimo tratto una breve deviazione ci fa scendere repentinamente per raggiungere un Lagone naturale, ovvero una sorta di enorme buca fangosa da dove fuoriesce vapore unito ad un frastuono; una specie di porta dell’inferno..

Ultime decine di metri e infine il ritorno all’auto. Una bellissima escursione non impegnativa affrontata nel periodo più idoneo, che vi consiglio “caldamente”!!

- MagoZichele - 

*fonte: Carta Escursionistica della Comunità Montana Alta Val di Cecina

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