O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

domenica 1 settembre 2013

Appennino Pistoiese-Modenese - 2a Tappa

CASCATE DARDAGNA - MONTE NUDA - CORNO ALLE SCALE

Lunghezza = 14 Km
Dislivello+ = 1100 mt

Il Percorso

* (per la cartina, vedi la prima tappa, percorso verde)

Il secondo giorno, partendo direttamente dal Rifugio Duca degli Abruzzi, percorreremo un classico anello escursionistico di questa zona, moderatamente impegnativo. Se da un lato la lunghezza non è proibitiva, con poco più di 14Km circa, percorsi ovviamente su sentieri segnati e in molti casi comodi e ben battuti, dovremo affrontare un dislivello positivo (e negativo) totale di tutto rispetto, poco oltre i 1000mt. Nella parte finale, la salita al Corno alle Scale passando dai famigerati Balzi dell'Ora è indicata solamente a chi non soffre di vertigini, data l'esposizione del sentiero in alcuni punti di tutto rispetto. La si può in alternativa evitare prendendo un altro sentiero che aggira il Corno alle Scale o lo raggiunge comunque per vie più facili. In ogni caso i Balzi dell'Ora rappresentano una bella ed emozionante sfida.

Il primo salto delle Cascate del Dardagna
Nel tratto iniziale, invece, scenderemo progressivamente di quota fino a rientrare nel bosco di faggi e costeggiare il Torrente Dardagna e le omonime cascate che compiono 3-4 grandi salti creando dei siti esteticamente notevoli. La discesa si completerà con l'arrivo al santuario della Madonna dell'Acero. Da qui (1200mt c.ca) inizierà la lunga risalita in direzione del Monte Nuda (1827mt), dalla cui vetta avremo un bel panorama sui crinali occidentali della valle del torrente Dardagna, sul Monte Cimone, e sulle alte valli del Modenese. Ma la cosa che più ci colpirà l'occhio saranno sicuramente i Balzi dell'Ora: visti da quassù metteranno un po' di brividi per la loro verticalità e per gli strapiombi circostanti. Un grande prova dunque ci attenderà..

Dal rifugio, alla partenza, andiamo dunque in direzione del Lago Scaffaiolo e prendiamo il sentiero n.401, che scende progressivamente passando sotto al Cingio Sermidano; alla deviazione per il Passo del Lupo, teniamo la destra ed entriamo nel bosco. Sempre in discesa, seguendo i segnavia rossi, seguiamo le indicazioni per i sentieri n.331/333, più semplicemente apostrofati con la dicitura "Cascate Dardagna". Il bosco di faggi si allarga e troveremo le chiare indicazioni in corrispondenza di un sentierino che improvvisamente prende in discesa alla nostra sinistra.

La Nuda vista da Punta Sofia
Questo bel percorso costeggia il torrente per un paio di km discendendolo grazie a delle lunghe scalinate che danno via via accesso alle belle cascate formate dal torrente. Numerose le possibilità di scattare delle belle foto, così come le aree di sosta attrezzate qui presenti. Dopo l'ultima grande cascata, il sentiero sale leggermente a mezzacosta per poi dividersi: noi seguiamo a destra il n.331 che in breve si immette in una grande forestale che, passando dentro un grande bosco di imponenti abeti, ci porta fino Madonna dell'Acero dove si trova l'antico Santuario, meta sicura di tanti turisti.

Dopo poche decine di metri sula strada asfaltata, saliamo sulla destra e imbocchiamo il sentiero n.323, proprio in corrispondenza del bel Centro Visite del Parco Regionale del Corno alle Scale. Un'altra forestale che sale decisa in mezzo a grandi pini, quindi al primo bivio sulla destra imbocchiamo il sentiero per il Monte Nuda. La salita si farà sentire perche pressoche costante durante tutto questo sentiero. Intorno ai 1650mt. i pini cessano improvvisamente e ancora dei pittoreschi mirtilli ci accompagnano nel tratto terminale della salita fino alla tondeggiante vetta.

I Balzi dell'Ora che salgono fin sulla Punta Sofia
Da qui teniamo la destra e scendiamo il crinale sudovest del monte, sul sentiero n.129, fino ad una sella con il bivio per il sentiero alternativo che evita i Balzi dell'Ora, il n.337. A questo punto, per i Balzi e per la Punta Sofia, avanguardia del Corno alle Scale con la sua grande croce di vetta, continueremo a dritto, altrimenti proprio con il sentiero n.337 potremo evitare i Balzi e scendere fino al Rifugio Cavone, oppure fino al Rifugio le Rocce dove transita la seggiovia per il Corno. In tutti e due i casi andremo sempre a ricongiungerci con la forestale che sale direttamente fino al Rifugio Duca degli Abruzzi.

Arrivati invece alla Punta Sofia, e soddisfatti della nostra prova, continuiamo su facile crinale di vetta fino al cippo del Corno alle Scale (1945mt) e proseguiamo completando la discesa fino al Passo dello Strofinatoio. Da qui rientro al Lago Scaffaiolo e al rifugio Duca degli Abruzzi per la stessa via della prima tappa.

Il Racconto

La nottata passa molto bene al rifugio Duca degli Abruzzi, in camerata siamo solamente noi quattro e una simpatica famigliola con due bambini di tre e cinque anni al seguito. Purtroppo però, quando mi sveglio definitivamente alle 6.40, mi volto e vedo Luca già sveglio e seduto sul letto, che scuote il capo. La sua caviglia non ha fatto crack, ma è vistosamente gonfia e gli procura ovviamente un gran dolore. E' lapidario: mi dice subito che lui oggi non muoverà un passo, che non è assolutamente nelle condizioni, in previsione comunque dei 10Km che dovremo fare domani per rientrare a Casetta Pulledrari. L'unica è tenerla a riposo il più possibile oggi. La cosa ovviamente non ci lascia indifferenti, non è mai lo stesso quando si parte in un certo numero e poi si perde qualche pezzo per strada, ma oggettivamente la scelta di Luca è saggia e condizionata, c'è poco da fare.

La Compagnia del Mago alla partenza ma senza il Piusti...
Quindi per lui purtroppo oggi niente cascate, e rimarrà nei pressi del rifugio cercando di trastullarsi come potrà, magari contando, invece che le pecorelle, tutti gli escursionisti che oggi faranno visita al rifugio; e sono previsti in tanti, visto che è sabato e che la giornata è semplicemente spettacolare, con il cielo completamente terso. Mannaggia però, tutte le volte ne deve capitare una...

Scendiamo e dopo un'abbondante colazione siamo pronti per la partenza verso le 8.30, un po' in ritardo sul previsto ma il congedo da Luca non poteva certo essere frettoloso...cercheremo di salutarci da lontano, quando e se potremo, tenendoci costantemente in contatto. Quindi con Andrea e Emiliano ci avviamo in discesa per il sentiero n.401, solcando inizialmente gli spettacolari mirtilli che oramai quassù, abbiamo capito, dominano letteralmente i pendii. Luca ben presto è sempre più piccolo ai nostri occhi e ci saluta da lassù, mentre pian piano, perdendo quota, ci approntiamo a entrare nel bosco. Si sta benissimo, non tira un filo di vento ma la mattinata è fresca, camminare è davvero piacevole. Luca ci manda qualche avviso perche secondo lui stiamo andando fuori direzione, ma, controllando, verifichiamo che siamo perfettamente in traccia e lo tranquillizziamo.

I Mirtilli accompagnano la discesa lungo il sentiero n.401

Il Piusti ci saluta dal "Base Camp"..

In pausa mentre Emiliano discute con la Rana Temporaria
I pini lasciano il posto a delle belle ma non monumentali faggete, abbiamo un buon passo (ovviamente in discesa) quando ci imbattiamo, per la gioia di Emiliano, in un bell'esemplare di Rana Temporaria, alla quale dedichiamo un bel servizio fotografico. Superato un piccolo tratto coincidente con una pista da sci, rientriamo nel bosco e troviamo le prime avanguardie del Torrente Dardagna, poco più di un ruscelletto che già ci mette dell'impegno per formare delle mini cascatelle, immaginiamo più a valle...

Il Torrente Dardagna agli esordi..

Un verde lussureggiante costeggia il torrente
Per un po lo costeggiamo quasi in piano, poi il torrente sparisce letteralmente cominciando la vertiginosa discesa della vallata; lo ritroveremo solo molti metri più a valle, ben più gonfio d'acqua e spettacolarmente lanciato nel vuoto, nel primo dei grandi salti. Prima di arrivarvi, percorriamo un tratto in piano sempre dentro faggeta, fino all'incrocio con il sentiero delle cascate, il n.333. Un cartello avverte che il sentiero è chiuso e pericoloso per frana, ma siccome ci sembra ben battuto, e soprattutto anche perche siamo venuti qui proprio per percorrerlo, proviamo ad andare avanti. Sono le 10 e qui comincia lo spettacolo delle cascate. Il sentiero in realtà ci sembra ben manutenzionato e provvisto di adeguate staccionate in legno nei punti più esposti, per il resto si tratta spesso di lunghe e ripide scalinate da percorrere ovviamente con cautela. Nei punti più suggestivi e caratteristici, non è raro trovare anche panche e addirittura bracieri. Insomma un sentiero molto bello e anche dotato (non so se sia un pregio o un difetto..) di molti confort...

Boh..che si fa, si và??...

..e invece il sentiero è molto bello e sicuro!

Emiliano scende i ripidi scalini
Alla prima grande cascata troviamo una famigliola con la bambina in crisi per la stanchezza, e oggettivamente non saprei dargli torto visto che, fatta come loro in salita, non è affatto uno scherzo. Le foto si sprecano per la bellezza del posto, forse il più bello dei tre-quattro grandi salti fatti dal torrente. Sicuramente un pensiero va anche a Luca, e a quanto avrebbe apprezzato lo spettacolo. Proseguiamo con calma lungo il sentiero, assaporando i punti più belli e cercando nuove intuizioni per qualche foto particolare, ogni qualvolta raggiungiamo una delle cascate. Grazie ai consigli di Andrea, scopro che la mia fotocamera ha delle particolari regolazioni, altrimenti escluse da quel 10-15 % di conoscenza che ne ho...Emiliano invece, più che delle foto, è interessato a ribaltare quanti più sassi gli capitino a tiro nella speranza di trovare qualche animaletto per lui interessante.


Foto all'ultimo grande salto

Mano a mano aumentano anche gli escursionisti di giornata, che provengono dalla Madonna dell'Acero, dove invece ci stiamo dirigendo noi. Il sentiero, dopo aver disceso un pendio dove oltre ai faggi anche grandi massi spesso ricoperti da muschio fanno da ottima cornice cromatica, riprende a salire, staccandosi dal torrente, fino a confluire in una larga forestale da percorrere comodamente, inizialmente sempre a faggio e in seguito in mezzo a fantastici abeti, fino al Santuario della Madonna dell'Acero, affollatissimo luogo che raggiungiamo alle 12.00 circa e dove un gran numero di persone si è recato per cercare un po' di fresco, e come dargli torto? Si stà che è una meraviglia. Noi non siamo tanto attratti dal Santuario, che tuttavia rivela le sue antiche geometrie, piuttosto ci interessa la piccola fontana d'acqua potabile a quattro cannelline antistante al santuario. Peccato che la portata sia talmente esigua che, per riempire la mia borraccia, ci tocca con le mani tappare tre fori per averla tutta concentrata su uno solo, ma queste per il Mago sono magie ordinarie eh eh eh...

Splendidi abeti prima dell'arrivo a Madonna dell'Acero
Il Santuario della Madonna dell'Acero
Riprendiamo il cammino per poche decine di metri nella stada asfaltata, quindi deviamo verso il Centro Visite del Parco Regionale del Corno alle Scale. Al suo interno un bel plastico di tutto il parco, e un sacco di cartine e libri escursionistici della zona. Riprendiamo il cammino verso le 12.20 e iniziamo la lunga risalita che ci riporterà oltre quota 1800mt, sul Monte La Nuda. Inizialmente su bella forestale immersa nei pini, quindi su sentierino che si impenna deciso percorrendo il crinale nordovest del monte. Improvvisamente cala anche la verve dei miei due compagni: Emiliano prosegue più avanti di noi silenzioso, Andrea non nasconde l'affanno e giustamente saliamo prendendoci delle pause perchè la salita è lunga. Non ci sono i tanto sperati tratti a mezza costa per spezzarla un po', questa salita, quindi cominciamo un po' a filosofeggiare sui tempi di percorrenza, su come vada interpretato l'escursionismo, su quanto sia fondamentale anche l'approccio mentale...insomma tutta una serie di cosette che se non altro lasciano via via passare dei metri sotto le nostre suole.

Non ti appoggiare Andreaaa...troppo tardi...
Il sentiero si inerpica per salire sul Monte Nuda
Sempre con un occhio all'altimetro, controlliamo quanto manca al punto in cui il bel bosco di ombrosi pini cesserà d'improvviso, sono già le 13 passate e un po' di fame comincia ad affiorare, a sentire i commenti. Infine alle 13.20 eccoci sbucare di nuovo in mezzo a colorati e assolati mirtilli, il più è fatto, siamo già vicini ai 1700mt! Una famiglia ne sta cogliendo una vagonata, e mentre aspetto gli altri, anche io ne approfitto per una bella scorpacciata. Visto che nel punto in cui ci troviamo non tira poi così tanto vento come sembrava, facciamo qui una breve pausa pranzo, con vista panoramica sul Cimone.

Mirtilli a volontà nell'ultimo tratto di salita!
Pancia mia fatti capanna!!
Bella vista sul Monte Cimone quest'oggi
Emiliano si appresta al pranzo dopo la faticosa salita
Ripartiamo per l'ultimo strappo in salita, e alle 14.20 finiscono le fatiche e siamo in vetta sul Monte Nuda!! Bei panorami, sì, ma l'occhio cala subito sulla vista dei Balzi dell'Ora, che da lontano fanno ovviamente un'impressione spaventosa. In qualche punto appare davvero difficile immaginare dove passi il sentiero, e in che modo, vista la contemporaneità della ripidezza e dell'esposizione su ambo i lati (soprattutto su quello sinistro dove c'è un vero e proprio strapiombo). La grande croce di vetta che imponente si erge in alto, chiama però il Mago come una sirena..

Andrea esulta in vetta a La Nuda! Sullo sfondo il Corno alle Scale lo aspetta..
Vista del Corno e del crinale dei Balzi dell'Ora
MagoZichele sul monte La Nuda!
Andrea sembra un po' perplesso com'è logico, da questa prospettiva, Emiliano invece nel mentre che ripartiamo si mette a sedere in cerca di formiche! Troppo forte Emi!! Mentre scendiamo giù dal crinale della Nuda, qualche timida considerazione comincia a trapelare, visto che io non mi sono pronunciato affatto e mi avvicino silenziosamente al di sotto dei Balzi. Emiliano non è tanto convinto della sua tenuta alle vertigini, però è altrettanto determinato nel volerli affrontare 'sti Balzi, al punto che non sa prendere una decisione. Non per volerlo sfiduciare, gli faccio presente che, nel dubbio, anche io ho più volte abbandonato dove non mi sentivo in grado o sicuro di me stesso, senza provare mai grossi rimpianti o rimorsi. Certo è che se si dovesse bloccare in mezzo, sarebbe un guaio per tutti. Andrea per ora è tranquillo ma ignaro della sua reazione una volta in ballo. Rimandiamo la decisione a quando arriveremo sulla sella da dove comincia la salita vera e propria dei Balzi dell'Ora (e dove si può in alternativa prendere l'altro sentiero che li aggira).

La croce di vetta vista dalla sella
Mi chiama Alessandra, e mentre parlo con lei stacco gli altri due e raggiungo la sella alle 15. Ci sono già diverse persone che stanno salendo, forse la cosa non è poi così proibitiva. Arrivano gli altri, il cartello indica che il sentiero è (giustamente) per escursionisti esperti, che si fa? Emiliano alimenta i suoi dubbi ma, deciso, prende la via dei Balzi e si incammina. Lo seguiamo, ma poche decine di metri dopo, al primo vero passaggio da brivido, si ricrede subito, in contemporanea al mio borbottio che lo esorta a non proseguire per questa via: c'è un grosso masso su cui salire, seguito da un breve passaggio su piccole roccette non più largo di 50-60cm e abbastanza esposto ai lati. Appena salito sul sasso in ginocchio, Emiliano quando si alza oscilla in qua e là..no, non è proprio il caso! Mi dispiace davvero per lui, ma non può proseguire se l'approccio è così, e lui stesso lo riconosce. Purtroppo questa CdM è sempre destinata a spezzettarsi qua e là, non c'è verso. Oddio, avremmo potuto ridiscendere tutti al Rifugio Cavone, ma la democrazia dice che sia io che Andrea si voglia tentare questi Balzi, d'altronde è uno dei punti e dei momenti salienti dell'intera tre giorni...

Emiliano alle prese con il suo fatidico e "imponderabile" sasso...
Ma purtroppo eccolo più tardi, scendere verso il Rifugio Cavone...
Panoramica su crinale già percorso

In pausa lungo la salita
E così, mentre Emiliano prende il sentiero n.337, io e Andrea iniziamo la dura ed emozionante salita dei Balzi dell'Ora, che si sviluppa su esile sentiero dove si alternano ripidi tornantini e grandi scaloni; non avrebbe potuto essere altrimenti, visto che il dislivello di 200mt da coprire viene guadagnato in meno di un km. Andrea si raccomanda di tenere un passo molto tranquillo, e su quello non ci sono problemi; dopo un po' comincia a fargli effetto l'esposizione, e mi chiede di legargli i bastoni allo zaino, così che possa proseguire praticamente carponi, salvo rilassarsi nei punti in cui un po' di roccia protegge dagli strapiombi che per me sono davvero esaltanti. Le soste non ce le facciamo mancare, sono stracontento per Andrea che si sta prendendo col cuore la sua "rivincita" dopo la sfortunata ritirata all'Argentario. Giù in basso riusciamo a seguire Emiliano in un paio di occasioni, dirigersi vero il Rifugio Cavone.

Andrea a ridosso del punto più esposto
Un Mago nel suo elemento, un'alchimia che periodicamente si ripete :-)
Un po' di segnale sul telefono è quello che ci vuole per tenere tutti al corrente dell'evolversi degli eventi. Luca dal "base camp" sullo Scaffaiolo, ci avverte che sta infuriando un vento di Libeccio, che noi ancora non possiamo sentire. Anche Emiliano si fa vivo in chat, e dichiara che per lui la salita dei Balzi dell'Ora era "imponderabile"! La croce nel frattempo si avvicina sempre di più, senza forzare superiamo anche delle facili roccette da arrampicare, quindi aggirato lo spallone finale sulla destra, siamo agli ultimi dieci metri di salita non più esposta! La Croce è nostra! Alle 15.45 siamo in vetta sulla Punta Sofia!

Andrea agli ultimi metri, in vista della croce di vetta
E vai!! Punta Sofia, 1939mt!!
Grande contentezza per tutti e due, Andrea mi sembra visibilmente orgoglioso. Alla croce c'è un sacco di gente, per lo più proveniente però dalla vetta del Corno alle Scale raggiunta comodamente dalla seggiovia. Sentiamo da subito, belli sudati, il vento anticipato da Luca: soffia fortissimo, si sente quasi "ululare" i ferri della croce, sembra di essere ad un'altitudine molto maggiore...


MagoZichele a Punta Sofia
Subito ci copriamo con le giacche a vento e via con foto e video a celebrare la scalata degli (ora) innocui Balzi dell'Ora...Avvisiamo tutti in chat e ci dirigiamo subito verso il cippo di vetta del Corno alle Scale, che raggiungiamo in una manciata di minuti per celebrare ancora un altro obbiettivo raggiunto. Avviso Luca al rifugio, lui adesso si trova dentro anche perche sta per iniziare la presentazione di un libro sulla montagna, e di vento lì fuori ne ha già preso un bel po' per oggi. Riprendiamo il cammino ora in discesa per raggiungere il Passo dello Strofinatoio, e mentre scendiamo il vento che sempre ci sferza possente, ci porta anche delle folate profumate di mirtillo..incredibili questi crinali, non è vera montagna ma ne sono ugualmente innamorato..ma cos'è quella montagna lontana che ieri non si vedeva e oggi appare all'orizzonte?? Rapido consulto sulla cartina e...sì, anche se non pensavo si intravedesse da qui, si tratta inequivocabilmente del Monte Pisanino: signori, le Apuane! [in realtà prendo un grosso abbaglio, e devo ringraziare Mirco Mori del Rifugio Duca degli Abruzzi che mi ha suggerito i nomi di cosa avevo davanti gli occhi, ovvero il gruppo delle Panie, in particolare la Pania Secca e la Pania della Croce.. grazie Mirco :-)]

Panoramica su Punta Sofia e La Nuda dal crinale del Corno alle Scale
La Compagnia del Mago decimata, ma in vetta al Corno alle Scale!!
In lontananza il Gruppo delle Panie (da sx: Pania della Croce, Pania Secca poco visibile in primo piano, e Pizzo delle Saette, la punta sulla destra)
Arriviamo e superiamo il passo, Andrea ha anche una bella fame giacchè non ha mangiato nemmeno il suo panino (preferiva essere "scarico" sui balzi..), quindi teniamo un buon cammino; io provo anche a invitarlo a salire anche sul Cornaccio, ma anche questa viene cassata...poro Mago...Emiliano in un messaggio ci informa a sorpresa che alla fine non ha resistito ed è salito al Corno alle Scale con la seggiovia, e che praticamente ci sta seguendo in direzione del passo! Ce lo poteva dire prima no, 'sto sodo!! infatti, al Passo dei Tre Termini, ormai prossimi al rifugio, eccolo che in lontananza lo vedo discendere sotto al Cornaccio, sarà una ventina di minuti dietro a noi. Al passo, provo a invitare Andrea a doppiare per il secondo giorno il Cupolino...cassata anche questa..sempre più poro Mago eh eh eh...

Passo dello Strofinatoio, oggi la visuale sul Mt. Gennaio è tutta un'altra cosa..

Cartolina da sogno dal Passo dello Strofinatoio
Emiliano in lontananza ci segue...
Alle 17.00 in punto, dopo 16,5km e poco più di 1000mt di dislivello in salita, arriviamo al Rifugio Duca degli Abruzzi, una bella scarpinata, siamo contenti e orgogliosi, nonche assetati e anche un po' affamati. Ci diamo una sistemata, poi è la volta di una bella birra e una fetta di dolce. Quindi, tutti riuniti, è il momento dei racconti e dei resoconti di questa intensa giornata. Mostriamo a Luca le foto, che le osserva con comprensibile malinconia. La sera, un'altra super cena ci viene servita da Mirko e da tutto lo staff del rifugio, densamente affollato visto che oltre a noi ci sono anche altre 20 persone circa (speriamo di dormire bene..).

Il Mago e Andrea al termine della tappa!
Il meteo per l'indomani ha messo brutto tempo sin dalle prime ore, Mirko ci dice che ha dovuto anche insistere e far sloggiare due piccole comitive che volevano passare la notte in tenda sulle rive del lago, troppo pericoloso con il fortunale che si sta preparando. Noi siamo un po' combattuti su quale sia il giusto orario di partenza, ma alla fine di mille teorie e ipotesi..aspetteremo e decideremo sul momento ah ah ah! L'importante è che la caviglia di Luca non faccia troppi scherzi, conforta il fatto che la giornata di riposo forzato gli ha notevolmente mitigato il dolore. Siamo tutti un po' cotti, io in particolare perche arrivo al litro di birra e alla quarta fetta di dolce, Andrea è rosso come un peperone, Emiliano appena entra nel saccoletto si addormenta dopo due minuti. Finisco di scrivere le "memorie" della giornata e verso le 22.00 anche io mi abbandono cullato dal rumore del vento che non ha più smesso di infuriare, e dai ricordi di questi bei posti visitati per la prima volta sui crinali dell'Appennino Tosco-Emiliano.

- MagoZichele -


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