Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.
La Riserva Naturale della Forestadel Berignone, si sviluppa con una forma circolare fra i confini delle province
di Pisa e Siena, nei pressi dei centri abitati di Saline di Volterra (a ovest) e Casole
d’Elsa (a est). In questi bellissimi boschi si alterna la macchia mediterranea,
presente in maggior parte, a zone in cui sono prevalenti cerri e soprattutto
carpini. Una nutrita rete sentieristica collega i siti di maggior interesse
percorrendo l’area in lungo e in largo, prevalentemente sempre immersi nel
folto del bosco.
Clicca per scaricare la cartina del percorso [fonte: Carta Sentieri Alta Val di Cecina]
L’anello sentieristico proposto parte dalla Dispensa di Tatti,
dove si trova un’area attrezzata. La si raggiunge percorrendo in auto la strada
che collega Casole d’Elsa alla SP68, e seguendo le indicazioni per Ponsano. Si
prosegue quindi per questa strada poderale fino al bivio per l’Agriturismo
Orgiaglia: la Dispensa di Tatti è proprio di fronte a noi. Si percorre l’anello
in senso orario, lasciando la forestale dopo circa 700mt e scendendo
progressivamente su bel sentiero nel bosco fino a costeggiare il Poggio
Alessandro e immettendosi su una nuova e ciottolosa strada sterrata che in
breve si affaccia su bel tratto panoramico con vista su Saline di Volterra e
l’imminente Castello dei Vescovi (la Torraccia), fortificazione medievale. Si
scende fino al Torrente le Sellate e lo si costeggia fino all’area attrezzata
Il Capannone. Da qui si riprende il sentiero nel bosco che salendo progressivamente
costeggiando dei fossi, ci riporta fino alle pendici del Monte Soldano, alla
confluenza con una larga forestale che adesso seguiamo in direzione est fino a
ritornare alla Dispensa di Tatti.
Una bella escursione di fine
Settembre, la Foresta del Berignone, già pensata da tempo ma mai percorsa. Il
Piusti mi accompagna in questa bella giornata. Partiamo alle 10 circa e dopo il
viaggio in auto, alle 11.45 siamo in cammino. Qualche piccolo problema prima di
metterci in cammino perche alla dispensa di Tatti dominano incontrastati i
calabroni. E purtroppo la loro presenza sarà la costante di quasi tutta
l’escursione.
Si scende lungo il sentiero
Il tratto iniziale è molto piacevole anche perche si sviluppa
prevalentemente in leggera discesa o a mezzacosta, rivelando da subito la
bellezza di questi luoghi solitari. La macchia mediterranea si alterna a tratti
dove piccole spianate di cerri e carpini creano delle specie di oasi isolate.
Ogni tanto raggiungiamo e superiamo dei fossi dove la gran quantità di legname
a terra rende molto pittoresco il colpo d’occhio. Sui colori, nulla da
eccepire, le foto purtroppo non rendono mai la bellezza di questi luoghi.
Ogni tanto il bosco muta e prevalgono cerri e carpini
Fermi ad un tornante
Manteniamo un buon passo
soffermandoci di tanto in tanto per delle foto; la caviglia del Piusti è
tornata praticamente a posto, dopo l’infortunio di fine Agosto sulle Cornate, e
che purtroppo condizionò la sua presenza allo Scaffaiolo. Il percorso che
seguiamo è bello, ma non avendo sotto mano una cartina dettagliata della
Riserva, ci perdiamo la possibilità di poter percorrere delle alternative che
magari sarebbero anche interessanti. La bella giornata e i bei luoghi però non
contribuiscono a pieno a mantenere un clima rilassato, mentre maciniamo km.
Ogni tanto, anzi, praticamente ogni 10 secondi (al massimo!) l’inconfondibile
ronzio dei calabroni è sempre presente, costringendoci a controllare di non
trovarsi nei pressi di un loro nido. Il gran caldo pur essendo a fine
settembre, non basta da se a giustificare questa presenza massiccia e davvero
strana delle poco amichevoli bestioline. Basti pensare che a fine escursione
avremo contato almeno 10 nidi, e sono solo quelli che abbiamo visto!! E almeno in
tre occasioni ci siamo trovati proprio a fare un incontro ravvicinato con i
loro nidi, accelerando il passo oppure aggirando il nido passando per la
macchia.
Il nostro trovatello
Facciamo anche l’incontro con un cane da caccia che preavvisa la sua
presenza con il tintinnio del campanellino che porta al collo. Pensiamo che ci
guidi fino al suo padrone e invece scopriamo che probabilmente lo abbiamo solo
intralciato nella sua ricerca, visto che ci aggira passando nella macchia; in
effetti il fischio di richiamo che abbiamo sentito per un attimo è parso
abbastanza lontano, speriamo che non si perda del tutto questa bella bestiola.
Punto panoramico con vista sulla Torraccia; in lontananza Saline di Volterra (PI)
La Torraccia o Castello dei Vescovi
Arriviamo alla larga e ciottolosa
sterrata che ci introduce in una zona aperta dove un bel panorama ci attende:
di fronte a noi Saline di Volterra, piu in basso la strada sprofonda nella
vallata del Botro a Rio da dove spiccano su un cocuzzolo i ruderi del Castello
dei Vescovi, nelle cartine chiamata la Torraccia, una fortificazione dove i
Vescovi di Volterra usavano battere moneta. Scendiamo per la discesa, ai
fianchi il terreno molto argilloso crea strane dune da dove spiccano grossi
complessi rocciosi che nei secoli hanno resistito all’azione erosiva
dell’acqua. I calabroni non ci danno tregua, ancora un nido proprio nei pressi
della breve salita al rudere, quindi rinunciamo anzitempo ad una visita del
maniero e allunghiamo il passo.
Un caratteristico sperone roccioso nei pressi del Castello
Pochi metri dopo comunque ci
fermiamo per il pranzo, visto che sono le 13.30 passate. All’ombra dei lecci,
seduti su delle pietre secolari che un tempo erano pareti del complesso abitato
della Torraccia, tiro fuori dallo zaino il nostro pranzo di oggi: pizza a
volontà! Non è che sia proprio la cosa più indicata per un’escursione…ma questo
ben di dio della sera prima non può essere sciupato, e quindi io e il Piusti
renderemo onore a mia moglie che l’ha sfornata. La scelta è ampia e si va dal
gorgonzola e salsiccia, ai funghi, zucchine e salsiccia, parmigiano aglio e
pepe….slurp… Anche durante il pranzo, comunque, i nostri amici calabroni non si
risparmiano e ci fanno spesso visita in maniera così appassionata che spesso
dobbiamo alzarci temendo l’incontro troppo ravvicinato. La giornata è sempre
molto bella e calda, e i sentieri fin qui percorsi, a parte noi due, disabitati.
Quando alle 15 ripartiamo, dopo un bel caffè, è dura: la pizza si è piantata
nelle nostre pance come un macigno, e meno male che la salita al Monte Soldano
non inizierà a breve.. nonostante tutto ci aspettano ancora una decina di km.
Scendiamo fino a raggiungere il
Torrente le Sellate, con un letto molto ampio ma completamente in secca. La
larga sterrata che lo costeggia, dopo il secondo ponticino, crea un lungo viale
alberato molto bello.
Ponte sul Torrente Le Sellate
Splendido "viale" immerso nella lecceta
Arriviamo al Capannone, e ci affacciamo su un bel pianoro
dove alti cipressi contornano un’area attrezzata. Pochi metri prima di questo
posto, inizia il sentiero che risalendo alcuni fossi ci porta verso il Monte
Soldano. E’ una salita lunga, senza particolari tratti duri, ma un po’ il caldo
opprimente della lecceta, un po’ l’aglio della pizza che –burp- ogni tanto fa
capolino –burp- (maledetto aglio)…insomma, c’è da sudare!
L'area attrezzata al Capannone
Si sale verso il Monte Soldano
Ogni tanto nel fosso si aggirano alcuni salti...
...sicuramente più interessanti da vedere quando ci sarà l'acqua!
La fatica è comunque ripagata da
alcuni scorci decisamente caratteristici. Ogni tanto, nei fossi (in secca) che
risaliamo, la dura roccia ha resistito nei secoli all’azione dell’acqua,
creando quindi dei salti che, magari durante la stagione invernale, formeranno
delle belle cascatelle. Lasciamo il primo fosso per seguirne uno secondario, e
il sentiero risulta ora invaso da uno sfasciume di legna che rende l’equilibrio
instabile ad ogni passo. Solo in un breve tratto il legname da tregua, in
corrispondenza dell’attraversamento del fosso che ci lasciamo sulla destra nel
tratto finale: qui un bel pendio di grossi alberi ci regala l’ultima emozione
paesaggistica, prima di sbucare nella sterrata proveniente dalla Dispensa di
Tatti.
Ultimo passaggio sul secondo fosso, comincia lo sfasciume di legna
Si sale nell'ultimo tratto scavalcando questi ammassi legnosi
Mancano circa 4Km, ormai il più è
fatto, se non fosse che ricomincia la presenza massiccia dei nostri cari
calabroni che ronzano di continuo nonostante siano già le 17.30 e la giornata
si avvia al termine. Da brivido un passaggio proprio a fianco della base di un
tronco d’albero dove solo all’ultimo ci accorgiamo della loro presenza.
Meno male! Non solo calabroni oggi, ma anche api...
...e qualche daino nei campi mentre rientriamo a casa
Alle
18.00 siamo di nuovo all’auto e salutiamo la Foresta del Berignone dopo 17km e
circa 700mt di dislivello, una bella sgambata da ripetere e approfondire magari
con una cartina più dettagliata, magari durante l’inverno dove almeno i
torrenti avranno un po’ d’acqua, e magari anche i calabroni saranno un po’ meno
attivi e ci lasceranno in pace osservare i contorni di questa bellissima
Riserva Naturale.
Mago, aggiungi questo all'equipaggimento:
RispondiEliminahttp://i7.ebayimg.com/03/i/001/24/a5/8532_12.JPG
au...che scafandro....
EliminaIl paese nella foto della Torraccia non è Saline di Volterra ma Pomarance!
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