O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 27 febbraio 2014

Oasi di Monteleoni

Sticciano - MonteLeoni - Piana di Matarazzo - Poggio alla Fonte


Lunghezza = 21 Km
Dislivello+ = 850 mt
 


Il Percorso


L’Oasi di Monteleoni, come dice il nome, è una fascia di territorio riconosciuta come oasi di protezione faunistica, quasi interamente boschiva (98%), collocata a ridosso della Maremma Toscana, nei comuni di Grosseto, Roccastrada, Civitella Paganico e Campagnatico. Include anche la località “Versegge” (Area Demanio Militare) a sud ovest del paese di Montepescali. Verso nord, costeggiando il paese di Sticciano, aumentano i rilievi collinari sino alla cima più alta di Monteleoni per scendere poi, gradualmente, in direzione nord est sino alle “Piane di Materazzo” in località Pietratonda raggiungendo così il fosso della “Falsacqua”. L’Oasi ha una forma sostanzialmente rettangolare, collocata nella fascia altitudinale che va dai 130 metri s.l.m. ai 616 metri s.l.m. (sommità del Monte Leoni, che da il nome all'oasi). Il perimetro complessivo e' di circa 25 km. Alcune itinerari escursionistici sono già delineati attraverso una sentieristica descritta, insieme a nozioni sulla flora e sulla fauna, in un opuscolo esplicativo che potete scaricare da questo >>LINK<<.

Clicca per ingrandire e scaricare la cartina [fonte: Portale Cartografico Nazionale]
L’escursione qui proposta è un lungo anello che parte in prossimità del cimitero del centro abitato di Sticciano, si porta immediatamente sulle alture del Monteleoni, quindi scendendo dalla vallata del Fosso dei Roghiccioni, si raggiunge la suggestiva Piana di Matarazzo dominata da sugheri e eriche. Dalla piana si scende ancora fino a guadare il Fosso della Falsacqua e, fuori dai confini dell’oasi, iniziamo su bel sentierino una lunga risalita sull’erto Poggio alla Fonte (452 mt.). Dalla sommità del poggio si riscende fino a Sticciano.

Ci incamminiamo quindi dal cimitero di Sticciano oppure, se le condizioni della sterrata lo permettono, anche da un punto qualsiasi più avanti. Si prosegue sostanzialmente a mezza costa fino ad arrivare ad un grande spiazzo dove troviamo il cartello del confine dell’oasi. Per arrivare al Poggio del Pidocchio, possiamo anche percorrere la cessa dell’acquedotto proprio di fronte a noi, tuttavia molto ripida, altrimenti proseguiamo sulla più comoda sterrata che compie un giro leggermente più largo. Puntiamo quindi decisi verso Monteleoni prendendo, al crocevia, la salita diretta, sempre su larga sterrata, fino a raggiungere un bivio. Proseguiamo avanti per pochi metri quindi entriamo nel bosco (in corrispondenza di alcuni segni biancorossi) scendendo sulla sinistra per raggiungere in breve lo Scoglio della Diramata, uno sperone roccioso che emerge dal bosco creando uno spettacolare terrazzino panoramico verso l’entroterra delle Colline Metallifere: una piccola deviazione degna di essere fatta. Si ritorna sui nostri passi e si prende in direzione sud aggirando per pochi metri la sommità del Monteleoni, quindi su piccola cessa sulla sinistra, si rimonta decisamente il versante occidentale del monte raggiungendo in breve il cippo in muratura sulla vetta. Dalla vetta merita soprattutto la vista verso la piana di Grosseto. Si scende in direzione sud entrando un bel sentierino che ci riporta sui 500mt, dove troviamo la fontana del dottore. Quindi, seguendo la larga cessa che costeggia ad est il Monteleoni, si raggiunge il Poggio la Navaccia, quindi si prosegue in discesa a sinistra verso il Fosso dei Roghiccioni. Subito prima del guado, si devia a destra costeggiando dall’alto il fosso sempre su larga cessa tagliafuoco, fino a rientrare nella sterrata principale. Adesso si va progressivamente a scendere in direzione della Piana di Matarazzo. Raggiungiamo una larga spianata chiamata “Mangiatoie”, per poi deviare sulla destra fino a raggiungere un bel laghetto e la vicina porcareccia ormai abbandonata, un ottimo e tranquillo posto per una pausa pranzo.

Il Monteleoni visto da "le mangiatoie"
Si ritorna brevemente sui nostri passi e si prosegue verso est-nordest costeggiando un campo di tiro a segno, fino a svoltare a sinistra dove poche decine di metri dopo, fatta una breve salita, raggiungeremo un altro laghetto. Siamo adesso all’interno della piana di Matarazzo, un ambiente molto suggestivo dove un folto sottobosco di erica fa da base per una bellissima sughereta. Nuovamente avremo ottimi spunti panoramici verso le Colline Metallifere. Si lascia quindi la piana entrando in un acciottolato stradello che ci conduce in breve al piccolo guado del Fosso della Falsacqua. Lo si attraversa e si prosegue a sinistra su sterrata spesso fangosa. Dopo circa un km, in corrispondenza di una leggera curva a sinistra, stiamo attenti a prendere la deviazione a destra per entrare in un piccolo stradello che da subito sale deciso nel bosco. Molto caratteristico con il muschio che ci accompagna per larghi tratti. Si guadagna progressivamente quota e per un breve tratto si rientra in un’altra sterrata, che poi lasciamo per prendere un nuovo stradello sulla destra. Dopo un tornante, lo stradello attacca deciso il versante orientale del Poggio alla Fonte che in breve raggiungiamo sulla sua sommità (piccolo cippo di pietra). Si prosegue sempre su sentierino immerso nella lecceta fino a riscendere rapidamente allo spiazzo con il cartello dell’oasi. Si rientra quindi fino al punto di partenza ripercorrendo la stessa via dell’andata.


Il Racconto [29/01/2014]


Mercoledì 29 Gennaio 2014, visto che devo recuperare una giornata di lavoro del weekend, ne approfitto per fare finalmente una visita al Monteleoni, che da sempre mi cattura la vista ogni qualvolta sono sulla strada in direzione di Grosseto. Grazie all’opuscolo dell’oasi faunistica, mi è più chiaro prendere confidenza con la fisionomia della zona in modo da buttar giù un bell’anellone escursionistico. La giornata è bellissima ma fredda, circa 1-2 °C, difficile pensare che nel pomeriggio possa arrivare la pioggia promessa dal meteo. Un’eventualità messa comunque nel conto.


Un dedalo di strade forestali percorre il complesso di Monteleoni
Lascio quindi l'auto poco dopo il cimitero, perché vicino alla successiva fonte vecchia c'è un pantano indicibile e non voglio certo rimanerci piantato. La bassa temperatura si fa sentire prepotentemente per via dell' umidità importante nonostante il sereno. Inizia una leggera salita anche se questo tratto è più che altro a mezzacosta, fino al grande spiazzo dove un cartello indica l'ingresso nei confini dell' oasi. È il momento di prendere una decisione: di fronte avrei una ripida cessa che mi farebbe guadagnare in un baleno il cancello del pinocchio, un trivio di sentieri che è anche uno snodo principale della sentieristica dell' oasi. Ma è pur vero che è molto ripida e io sono ancora un po ghiaccio, e non è nemmeno scontata la percorribilità, quindi decido di rimanere sulla più comoda sterrata.

Dopo un paio di secche svolte, eccomi comunque sul cancello del pinocchio da dove la visuale si apre finalmente sulla sommità del Monteleoni.


Magozichele al cancello del Pidocchio
 

Un breve tratto in piano dà quindi l'accesso alla rampa finale per guadagnare il pendio occidentale del monte. È mercoledì, siamo in giorno di lavoro e anche quassù stamani sono in funzione le motoseghe. Al termine della salita raggiungo l'anello sterrato che circonda la cupoletta terminale del monte, ma prima mi dirigo deviando in basso sull' evidente traccia nel bel bosco che scende fino allo scoglio della diramata. C'è da aggirare un po di massi, quando vi arrivo, ma la visuale è sensazionale: nonostante una leggerissima foschia, il panorama verso l'interno è maestoso, e tutta la catena dei miei amati poggi si staglia nitida da sinistra a destra: i Poggi di Prata, quindi le Cornate che fanno capolino dalle retrovie, e a seguire il Poggio di Montieri, il Sassoforte, il Monte Alto. Ovviamente in prima linea anche i paesi di Montemassi, Tatti, Roccatederighi ecc..


Panorama dallo Scoglio della Diramata; in primo piano Poggio alla Fonte, sullo sfondo le Colline Metallifere
Dopo un bel po di foto, rientro sui miei passi e mi incammino nella piccola cessa fatta dai tagliatori, per arrivare in breve nel largo pianoro che costituisce la sommità del Monteleoni. La visuale è meno bella di quanto mi aspettassi, e la luce del sole mattutino non aiuta lo sguardo verso la pianura di Grosseto. Mi concentro quindi sul cippo in muratura della vetta, quindi oltrepasso un muro a secco ricoperto di muschio e mi immetto in un bel sentiero che scende lungo una bella lecceta, destinazione la fontana del dottore.


In vetta al Monteleoni!!
 

Il bel sentierino che riscende verso la Fontana del Dottore
Mentre da Lorenzo (collega di lavoro e neo seguace della Compagnia del Mago nonché prossimo compagno di viaggio nell' AVM2014) mi arrivano delle macumbe in formato SMS per il fatto che lui invece oggi è a lavoro, raggiungo la spianata con la fontana del dottore, posto ideale sotto il tepore del sole per farsi un bel the caldo. Ma..accidenti..la bombola del gas sta per finire, quindi il the alla fine viene a fatica tiepido, non posso sprecare gas pena rischiare di non fare pranzo!!


La Fontana del Dottore
Una bella cessa tagliafuoco in direzione del Poggio la Navaccia
Riprendo il cammino su una larga cessa che contorna il versante est del Monteleoni, e faccio anche l'incontro con un cane da caccia (credo) che si è spinto un po troppo lontano dal suo padrone, quindi eccomi arrivare al Poggio la Navaccia. Qui ci sono alcune segnaletiche dell' oasi, purtroppo in pessimo stato, come tristemente succede spesso per mancanza di manutenzione. Seguo per alcune decine di metri fin quasi il guado del Fosso dei Roghiccioni, quindi lascio il sentiero segnato M4 e a destra, prendo un altro sentiero inizialmente sbarrato da un grande albero caduto. Successivamente si ritorna a camminare su una bella cessa da dove si può ammirare dall' alto la profonda gola del Fosso.


Bel profilo del crinale del Poggio alla Fonte
In breve comincia la lunga e lenta discesa verso la piana di Matarazzo. Il percorso si mantiene sempre su delle larghe strade poco entusiasmanti, fino all' arrivo in una bella pianura dove un cartello riporta il nome "mangiatoie". Effettivamente ci sono una sterminata serie di vecchie mangiatoie in cemento, parecchie sono distrutte, tutte allineate in fila. Mentre attraverso la piana, dietro di me la sagoma del Monteleoni ora ben visibile. Di fianco, la sagoma ricurva e ancora più accattivante del Poggio alla Fonte, prossima destinazione della giornata.

Le Mangiatoie
Nel frattempo sono arrivato alle porte dell’ingresso sud della piana di Matarazzo, che per il momento ignoro perche mi voglio prima recare a far visita alla Porcareccia, ex podere Matarazzo. Lo raggiungo facilmente poco dopo alla fine di una breve discesina, non prima di essermi fermato un po’ sulle rive di un bellissimo laghetto dove alcune anatre starnazzando scappando al mio arrivo, increspando il liscio profilo delle acque ferme e sfumando quindi l’effetto specchio delle sponde circostanti. Alla porcareccia dovrebbe esserci un pero selvatico monumentale. Ora, io non è che sia un esperto di botanica, ma immaginavo che un qualcosa di monumentale fosse ben evidente…e invece rimango a bocca asciutta perche non ho la minima idea di quale sia ‘sto pero selvatico. Pazienza, mi consolo con una visita approfondita al vecchio podere, è sempre curioso entrare in questi luoghi per vedere le condizioni (spesso precarie) in cui vivevano.


Laghetto nei pressi della porcareccia
Il podere Matarazzo, detto la Porcareccia

L'interno dell'ingresso dello stabile principale
E’ il momento del pranzo, anche perche il cielo è già da un po’ che si annuvolato minaccioso come promesso, e già quando ero ancora nei pressi del laghetto qualche timida gocciolina d’acqua già scendeva dal cielo. Vista l’apparente tregua, conviene mangiare prima possibile. Mi sistemo sotto una bella pianta e incrocio le dita per la durata della bombola del gas. Fortunatamente di gas ce n’è a sufficienza anche per l’immancabile caffè, e quando mi rimetto in cammino il cielo si è nuovamente guastato. Pochi minuti di cammino ed ecco arrivare l’acqua; dapprima solo piccole e innocue gocce, poi pian piano l’intensità aumenta e devo almeno indossare la giacca antipioggia.

Il campo di tiro a segno; sullo sfondo Monteleoni
Dopo il secondo laghetto che incrocio alla fine del grande campo di tiro, invece, mi tocca anche indossare i sovrapantaloni se non voglio inzupparmi tutto. Adesso piove e contemporaneamente un bel vento la spazza in tutte le direzioni. Niente di preoccupante comunque, perche nel frattempo arrivo nel bel mezzo della Piana di Matarazzo, un posto davvero singolare: cammino in mezzo ad un sentiero rosso fuoco e ai miei lati delle folte foreste di erica ricoprono completamente il sottobosco.

Alla Piana di Matarazzo
 


Qua e là, diradati l’un con l’altro, una nutrita schiera di sugheri emergono da questo tappeto verde delle eriche. Sullo sfondo, da un lato sempre le sagome del Monteleoni e del Poggio alla Fonte, dall’altro ancora le Colline Metallifere. Lascio questa splendida piana che meriterà una nuova visita per la sua bellezza, e mi dirigo in discesa fino al guado del fosso di Falsacqua. La pioggia nel frattempo non accenna mai a diminuire. Arrivo al fosso e m'incammino su una nuova forestale molto fangosa.

Il Fosso di Falsacqua
Dopo circa un km mi accorgo di aver cannato il sentierino che avrei dovuto prendere, quindi torno indietro ed eccolo! Un bellissimo sentierino finalmente sale deciso in mezzo al bosco. Nel manto trovano spesso spazio delle pietre ben ricoperte di muschio; qualche albero ne è quasi completamente ricoperto. Finalmente! Un simile Nowhere ci voleva proprio dopo tante forestali e cesse.

Il bel sentiero che sale verso Poggio alla Fonte
 



I mt di dislivello salgono inesorabili per conquistare il Poggio alla Fonte, dopo un po’ torno a percorrere ancora una sterrata, seppur per un breve tratto, infine, quando la pioggia riprende a battere con maggiore intensità di nuovo su sentierino che si impenna inesorabile per l’ultimo strappo verso la vetta.

L'ultimo deciso strappo verso la vetta
Il vento, sulle propaggini più elevate e più spoglie di questo poggio, domina forse anche più della pioggia, ed è per questo che, quando finalmente raggiungo il mini cippo sulla cima, la visita si prolunga per poco: preferisco ricominciare la discesa e togliermi da questo punto sferzato dai venti.

..E anche Poggio alla Fonte è conquistato!!
Inizialmente anche qui sbaglio la via, trovandomi però momentaneamente con una bella visuale su Sticciano, quindi, indovinato il giusto sentierino, mi riporto pian piano a valle fino a tornare nel largo spiazzo già incrociato stamani.

Lungo la discesa a valle
Un difficile testa a testa: chi la spunterà??
Non mi rimane che fare ritorno all’auto, ormai zuppo, non per la pioggia ma bensì per il sudore, visto che la giacca antipioggia non fa respirare molto… Raggiungo l’auto e meno male che avevo comunque dei vestiti di ricambio… Anche oggi dunque un buon allenamento, e nel complesso, l’Oasi di Monteleoni merita comunque una visita soprattutto per la bellezza della Piana di Matarazzo, che mi ha davvero colpito con la sua splendida e incontaminata sughereta.

- MagoZichele -


1 commento:

  1. Ci vado sabato o domenica, dipende dal trempo e da come mi senti vista la lunghezza!

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