Lunghezza = 21 Km
Dislivello+
= 850 mt
Il Percorso
L’Oasi
di Monteleoni, come dice il nome, è una fascia di territorio riconosciuta come
oasi di protezione faunistica, quasi interamente boschiva (98%), collocata a
ridosso della Maremma Toscana, nei comuni di Grosseto, Roccastrada, Civitella
Paganico e Campagnatico. Include anche la località “Versegge” (Area Demanio
Militare) a sud ovest del paese di Montepescali. Verso nord, costeggiando il
paese di Sticciano, aumentano i rilievi collinari sino alla cima più alta di
Monteleoni per scendere poi, gradualmente, in direzione nord est sino alle
“Piane di Materazzo” in località Pietratonda raggiungendo così il fosso della
“Falsacqua”. L’Oasi ha una forma sostanzialmente rettangolare, collocata nella
fascia altitudinale che va dai 130 metri s.l.m. ai 616 metri s.l.m. (sommità
del Monte Leoni, che da il nome all'oasi). Il perimetro complessivo e' di circa
25 km. Alcune itinerari escursionistici sono già delineati attraverso una
sentieristica descritta, insieme a nozioni sulla flora e sulla fauna, in un
opuscolo esplicativo che potete scaricare da questo >>LINK<<.
Clicca per ingrandire e scaricare la cartina [fonte: Portale Cartografico Nazionale] |
Ci
incamminiamo quindi dal cimitero di Sticciano oppure, se le condizioni della
sterrata lo permettono, anche da un punto qualsiasi più avanti. Si prosegue
sostanzialmente a mezza costa fino ad arrivare ad un grande spiazzo dove
troviamo il cartello del confine dell’oasi. Per arrivare al Poggio del
Pidocchio, possiamo anche percorrere la cessa dell’acquedotto proprio di fronte
a noi, tuttavia molto ripida, altrimenti proseguiamo sulla più comoda sterrata
che compie un giro leggermente più largo. Puntiamo quindi decisi verso
Monteleoni prendendo, al crocevia, la salita diretta, sempre su larga sterrata,
fino a raggiungere un bivio. Proseguiamo avanti per pochi metri quindi entriamo
nel bosco (in corrispondenza di alcuni segni biancorossi) scendendo sulla
sinistra per raggiungere in breve lo Scoglio della Diramata, uno sperone
roccioso che emerge dal bosco creando uno spettacolare terrazzino panoramico
verso l’entroterra delle Colline Metallifere: una piccola deviazione degna di
essere fatta. Si ritorna sui nostri passi e si prende in direzione sud
aggirando per pochi metri la sommità del Monteleoni, quindi su piccola cessa
sulla sinistra, si rimonta decisamente il versante occidentale del monte
raggiungendo in breve il cippo in muratura sulla vetta. Dalla vetta merita
soprattutto la vista verso la piana di Grosseto. Si scende in direzione sud
entrando un bel sentierino che ci riporta sui 500mt, dove troviamo la fontana
del dottore. Quindi, seguendo la larga cessa che costeggia ad est il
Monteleoni, si raggiunge il Poggio la Navaccia, quindi si prosegue in discesa a
sinistra verso il Fosso dei Roghiccioni. Subito prima del guado, si devia a
destra costeggiando dall’alto il fosso sempre su larga cessa tagliafuoco, fino
a rientrare nella sterrata principale. Adesso si va progressivamente a scendere
in direzione della Piana di Matarazzo. Raggiungiamo una larga spianata chiamata
“Mangiatoie”, per poi deviare sulla destra fino a raggiungere un bel laghetto e
la vicina porcareccia ormai abbandonata, un ottimo e tranquillo posto per una
pausa pranzo.
Il Monteleoni visto da "le mangiatoie" |
Si
ritorna brevemente sui nostri passi e si prosegue verso est-nordest
costeggiando un campo di tiro a segno, fino a svoltare a sinistra dove poche
decine di metri dopo, fatta una breve salita, raggiungeremo un altro laghetto.
Siamo adesso all’interno della piana di Matarazzo, un ambiente molto suggestivo
dove un folto sottobosco di erica fa da base per una bellissima sughereta.
Nuovamente avremo ottimi spunti panoramici verso le Colline Metallifere. Si
lascia quindi la piana entrando in un acciottolato stradello che ci conduce in
breve al piccolo guado del Fosso della Falsacqua. Lo si attraversa e si
prosegue a sinistra su sterrata spesso fangosa. Dopo circa un km, in
corrispondenza di una leggera curva a sinistra, stiamo attenti a prendere la
deviazione a destra per entrare in un piccolo stradello che da subito sale
deciso nel bosco. Molto caratteristico con il muschio che ci accompagna per
larghi tratti. Si guadagna progressivamente quota e per un breve tratto si
rientra in un’altra sterrata, che poi lasciamo per prendere un nuovo stradello
sulla destra. Dopo un tornante, lo stradello attacca deciso il versante
orientale del Poggio alla Fonte che in breve raggiungiamo sulla sua sommità
(piccolo cippo di pietra). Si prosegue sempre su sentierino immerso nella
lecceta fino a riscendere rapidamente allo spiazzo con il cartello dell’oasi.
Si rientra quindi fino al punto di partenza ripercorrendo la stessa via
dell’andata.
Il
Racconto [29/01/2014]
Mercoledì
29 Gennaio 2014, visto che devo recuperare una giornata di lavoro del weekend,
ne approfitto per fare finalmente una visita al Monteleoni, che da sempre mi
cattura la vista ogni qualvolta sono sulla strada in direzione di Grosseto.
Grazie all’opuscolo dell’oasi faunistica, mi è più chiaro prendere confidenza
con la fisionomia della zona in modo da buttar giù un bell’anellone
escursionistico. La giornata è bellissima ma fredda, circa 1-2 °C, difficile
pensare che nel pomeriggio possa arrivare la pioggia promessa dal meteo.
Un’eventualità messa comunque nel conto.
Un dedalo di strade forestali percorre il complesso di Monteleoni |
Lascio
quindi l'auto poco dopo il cimitero, perché vicino alla successiva fonte
vecchia c'è un pantano indicibile e non voglio certo rimanerci piantato. La
bassa temperatura si fa sentire prepotentemente per via dell' umidità
importante nonostante il sereno. Inizia una leggera salita anche se questo
tratto è più che altro a mezzacosta, fino al grande spiazzo dove un cartello
indica l'ingresso nei confini dell' oasi. È il momento di prendere una
decisione: di fronte avrei una ripida cessa che mi farebbe guadagnare in un
baleno il cancello del pinocchio, un trivio di sentieri che è anche uno snodo
principale della sentieristica dell' oasi. Ma è pur vero che è molto ripida e
io sono ancora un po ghiaccio, e non è nemmeno scontata la percorribilità,
quindi decido di rimanere sulla più comoda sterrata.
Dopo
un paio di secche svolte, eccomi comunque sul cancello del pinocchio da dove la
visuale si apre finalmente sulla sommità del Monteleoni.
Magozichele al cancello del Pidocchio |
Un
breve tratto in piano dà quindi l'accesso alla rampa finale per guadagnare il
pendio occidentale del monte. È mercoledì, siamo in giorno di lavoro e anche
quassù stamani sono in funzione le motoseghe. Al termine della salita raggiungo
l'anello sterrato che circonda la cupoletta terminale del monte, ma prima mi
dirigo deviando in basso sull' evidente traccia nel bel bosco che scende fino
allo scoglio della diramata. C'è da aggirare un po di massi, quando vi arrivo,
ma la visuale è sensazionale: nonostante una leggerissima foschia, il panorama
verso l'interno è maestoso, e tutta la catena dei miei amati poggi si staglia
nitida da sinistra a destra: i Poggi di Prata, quindi le Cornate che fanno
capolino dalle retrovie, e a seguire il Poggio di Montieri, il Sassoforte, il
Monte Alto. Ovviamente in prima linea anche i paesi di Montemassi, Tatti,
Roccatederighi ecc..
Panorama dallo Scoglio della Diramata; in primo piano Poggio alla Fonte, sullo sfondo le Colline Metallifere |
Dopo
un bel po di foto, rientro sui miei passi e mi incammino nella piccola cessa
fatta dai tagliatori, per arrivare in breve nel largo pianoro che costituisce
la sommità del Monteleoni. La visuale è meno bella di quanto mi aspettassi, e
la luce del sole mattutino non aiuta lo sguardo verso la pianura di Grosseto.
Mi concentro quindi sul cippo in muratura della vetta, quindi oltrepasso un
muro a secco ricoperto di muschio e mi immetto in un bel sentiero che scende
lungo una bella lecceta, destinazione la fontana del dottore.
In vetta al Monteleoni!! |
Il bel sentierino che riscende verso la Fontana del Dottore |
Mentre
da Lorenzo (collega di lavoro e neo seguace della Compagnia del Mago nonché
prossimo compagno di viaggio nell' AVM2014) mi arrivano delle macumbe in
formato SMS per il fatto che lui invece oggi è a lavoro, raggiungo la spianata
con la fontana del dottore, posto ideale sotto il tepore del sole per farsi un
bel the caldo. Ma..accidenti..la bombola del gas sta per finire, quindi il the
alla fine viene a fatica tiepido, non posso sprecare gas pena rischiare di non
fare pranzo!!
La Fontana del Dottore |
Una bella cessa tagliafuoco in direzione del Poggio la Navaccia |
Riprendo
il cammino su una larga cessa che contorna il versante est del Monteleoni, e
faccio anche l'incontro con un cane da caccia (credo) che si è spinto un po
troppo lontano dal suo padrone, quindi eccomi arrivare al Poggio la Navaccia.
Qui ci sono alcune segnaletiche dell' oasi, purtroppo in pessimo stato, come
tristemente succede spesso per mancanza di manutenzione. Seguo per alcune
decine di metri fin quasi il guado del Fosso dei Roghiccioni, quindi lascio il
sentiero segnato M4 e a destra, prendo un altro sentiero inizialmente sbarrato
da un grande albero caduto. Successivamente si ritorna a camminare su una bella
cessa da dove si può ammirare dall' alto la profonda gola del Fosso.
Bel profilo del crinale del Poggio alla Fonte |
In
breve comincia la lunga e lenta discesa verso la piana di Matarazzo. Il
percorso si mantiene sempre su delle larghe strade poco entusiasmanti, fino
all' arrivo in una bella pianura dove un cartello riporta il nome
"mangiatoie". Effettivamente ci sono una sterminata serie di vecchie
mangiatoie in cemento, parecchie sono distrutte, tutte allineate in fila.
Mentre attraverso la piana, dietro di me la sagoma del Monteleoni ora ben
visibile. Di fianco, la sagoma ricurva e ancora più accattivante del Poggio
alla Fonte, prossima destinazione della giornata.
Le Mangiatoie |
Nel frattempo sono arrivato
alle porte dell’ingresso sud della piana di Matarazzo, che per il momento
ignoro perche mi voglio prima recare a far visita alla Porcareccia, ex podere
Matarazzo. Lo raggiungo facilmente poco dopo alla fine di una breve discesina,
non prima di essermi fermato un po’ sulle rive di un bellissimo laghetto dove
alcune anatre starnazzando scappando al mio arrivo, increspando il liscio profilo
delle acque ferme e sfumando quindi l’effetto specchio delle sponde
circostanti. Alla porcareccia dovrebbe esserci un pero selvatico monumentale.
Ora, io non è che sia un esperto di botanica, ma immaginavo che un qualcosa di
monumentale fosse ben evidente…e invece rimango a bocca asciutta perche non ho
la minima idea di quale sia ‘sto pero selvatico. Pazienza, mi consolo con una
visita approfondita al vecchio podere, è sempre curioso entrare in questi
luoghi per vedere le condizioni (spesso precarie) in cui vivevano.
Laghetto nei pressi della porcareccia |
Il podere Matarazzo, detto la Porcareccia |
L'interno dell'ingresso dello stabile principale |
E’
il momento del pranzo, anche perche il cielo è già da un po’ che si annuvolato
minaccioso come promesso, e già quando ero ancora nei pressi del laghetto
qualche timida gocciolina d’acqua già scendeva dal cielo. Vista l’apparente
tregua, conviene mangiare prima possibile. Mi sistemo sotto una bella pianta e
incrocio le dita per la durata della bombola del gas. Fortunatamente di gas ce
n’è a sufficienza anche per l’immancabile caffè, e quando mi rimetto in cammino
il cielo si è nuovamente guastato. Pochi minuti di cammino ed ecco arrivare l’acqua;
dapprima solo piccole e innocue gocce, poi pian piano l’intensità aumenta e
devo almeno indossare la giacca antipioggia.
Il campo di tiro a segno; sullo sfondo Monteleoni |
Dopo il secondo laghetto che
incrocio alla fine del grande campo di tiro, invece, mi tocca anche indossare i
sovrapantaloni se non voglio inzupparmi tutto. Adesso piove e
contemporaneamente un bel vento la spazza in tutte le direzioni. Niente di
preoccupante comunque, perche nel frattempo arrivo nel bel mezzo della Piana di
Matarazzo, un posto davvero singolare: cammino in mezzo ad un sentiero rosso
fuoco e ai miei lati delle folte foreste di erica ricoprono completamente il
sottobosco.
Alla Piana di Matarazzo |
Qua e là, diradati l’un con l’altro, una nutrita schiera di sugheri
emergono da questo tappeto verde delle eriche. Sullo sfondo, da un lato sempre
le sagome del Monteleoni e del Poggio alla Fonte, dall’altro ancora le Colline
Metallifere. Lascio questa splendida piana che meriterà una nuova visita per la
sua bellezza, e mi dirigo in discesa fino al guado del fosso di Falsacqua. La
pioggia nel frattempo non accenna mai a diminuire. Arrivo al fosso e m'incammino su una nuova forestale molto fangosa.
Il Fosso di Falsacqua |
Dopo circa un km mi accorgo di
aver cannato il sentierino che avrei dovuto prendere, quindi torno indietro ed
eccolo! Un bellissimo sentierino finalmente sale deciso in mezzo al bosco. Nel manto
trovano spesso spazio delle pietre ben ricoperte di muschio; qualche albero ne
è quasi completamente ricoperto. Finalmente! Un simile Nowhere ci voleva
proprio dopo tante forestali e cesse.
Il bel sentiero che sale verso Poggio alla Fonte |
I
mt di dislivello salgono inesorabili per conquistare il Poggio alla Fonte, dopo
un po’ torno a percorrere ancora una sterrata, seppur per un breve tratto,
infine, quando la pioggia riprende a battere con maggiore intensità di nuovo su
sentierino che si impenna inesorabile per l’ultimo strappo verso la vetta.
L'ultimo deciso strappo verso la vetta |
Il
vento, sulle propaggini più elevate e più spoglie di questo poggio, domina
forse anche più della pioggia, ed è per questo che, quando finalmente raggiungo
il mini cippo sulla cima, la visita si prolunga per poco: preferisco
ricominciare la discesa e togliermi da questo punto sferzato dai venti.
..E anche Poggio alla Fonte è conquistato!! |
Inizialmente
anche qui sbaglio la via, trovandomi però momentaneamente con una bella visuale
su Sticciano, quindi, indovinato il giusto sentierino, mi riporto pian piano a
valle fino a tornare nel largo spiazzo già incrociato stamani.
Lungo la discesa a valle |
Un difficile testa a testa: chi la spunterà?? |
Non mi rimane
che fare ritorno all’auto, ormai zuppo, non per la pioggia ma bensì per il sudore,
visto che la giacca antipioggia non fa respirare molto… Raggiungo l’auto e meno
male che avevo comunque dei vestiti di ricambio… Anche oggi dunque un buon
allenamento, e nel complesso, l’Oasi di Monteleoni merita comunque una visita soprattutto
per la bellezza della Piana di Matarazzo, che mi ha davvero colpito con la sua
splendida e incontaminata sughereta.
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MagoZichele -
Ci vado sabato o domenica, dipende dal trempo e da come mi senti vista la lunghezza!
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