O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

mercoledì 26 marzo 2014

Le Bandite di Scarlino

Monte di Muro - Monte Stella - Monte d'Alma


Lunghezza = 22Km
Dislivello+ = 1150mt
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Il Percorso

Bella e lunga escursione ad anello all’interno del complesso collinare Le Bandite di Scarlino. Si sviluppa quasi interamente su sentieri segnati gestiti dall’omonimo gruppo di appassionati di MTB. Molto suggestive le fitte e ombrose leccete, che ospitano la maggior parte dei sentierini, alternati a più comode strade sterrate o cesse tagliafuoco. L’infinita presenza di carbonaie, testimonia un passato importante per le comunità dell’epoca che sfruttavano sapientemente la massiccia presenza di legname.
Si raggiunge il punto di partenza percorrendo la strada che collega il Puntone (Follonica) a Scarlino-Bagno di Gavorrano, prendendo la stradina vicinale segnalata dalle indicazioni per il Convento di Monte di Muro. Alla partenza, si ignora la strada che prosegue salendo sulla sinistra, e si prende invece a destra il sentiero n.24, che costeggia il Fosso dei Leccioni. Per un lungo tratto il sentiero, spesso fangoso, costeggia e attraversa più volte il ruscello, in un bel contesto dove frequenti sono le piazzole attrezzate per il tiro con l’arco (questa zona è infatti anche campo di tiro della compagnia di arcieri di Scarlino 09Leon).

CLICCA QUI per scaricare la mappa del percorso

Successivamente si lascia il fosso dei Leccioni e, risalendo il Fosso Calabrese, si comincia una vivace salita su bel sentiero che rimonta il versante ovest del Monte di Muro, fino a raggiungere l’anello sterrato che circonda il monte ad una quota compresa fra i 350 e i 400mt. Si percorre l’anello in senso antiorario entrando anche in una cessa tagliafuoco con bella posizione panoramica verso l’estremità più orientale e in entroterra della pianura Pian d’Alma, fino a prendere una nuova sterrata in discesa, sulla destra (sentiero n.33) che fa da collegamento fra il Monte di Muro e il Monte Stella, passando dal Passo dell’Uccelliera.
Al passo si mantiene la sinistra e dopo poche centinaia di metri lasciamo la sterrata per un sentiero a destra molto sconnesso (30A). Raggiunta l’estremità meridionale del Monte Stella, si prende a sinistra il sentierino (non segnato) che sale deciso il crinale meridionale fino a conquistare la sommità del poggio (543mt. - piccolo rudere in vetta). Si scende dal versante orientale fino a rientrare nella sterrata proveniente dal Passo dell’Uccelliera. Dopo poche decine di metri raggiungeremo la piazzola, importante snodo di sentieri, chiamata Buca di Bomba (bel capanno attrezzato).

Scarlino e il Monte d'Alma, in secondo piano il Monte Stella
Si prende a questo punto il sentiero a nord n.35 che sale deciso verso il Monte d’Alma, facendo un’opportuna quanto evidente deviazione per raggiungere la vetta vera e propria (altrimenti il sentiero la costeggia), a quota 557mt. Da qui si rientra nel sentiero e si percorrono le ampie selle boscose che fanno da raccordo con le altre anticime (Monte d’Almina, Poggio Giardino). Se vogliamo fare una bella deviazione, possiamo da Poggio Giardino scendere lungo il ripido crinale nord fino a raggiungere Scarlino, e rientrare poi dalla sterrata a mezzacosta nel versante orientale (Via della Marroneta). Altrimenti, da Poggio Giardino, scendiamo sulla destra e raggiungiamo la stessa sterrata. Avremo una bella visuale sul Monte Calvi e su Bagno di Gavorrano, complice anche la zona a castagni, dove si trovano numerosi annessi agricoli.
Si percorre adesso questa nuova sterrata fino a raggiungere il bel capanno (con veranda!) attrezzato ai Tramezzi, usato principalmente dai cacciatori (numerose cucce per i cani tutto intorno), il posto ideale per la pausa pranzo. Si riparte seguendo per pochi km il sentiero sulla destra (n.34) che percorre a mezza costa il versante sudorientale del Monte d’Alma, fino a raggiungere il crocevia sotto a Poggio Rossino; a metà di questo tratto di percorso, sulla sinistra in corrispondenza di un curvone, troveremo anche una bella sorgente d’acqua. Al crocevia, prendiamo la strada che prosegue a dritto superando la sbarra e scendiamo per alcune decine di metri finche sulla sinistra troveremo la deviazione per il sentiero n.31. Il sentiero n.31, sicuramente il tratto più selvaggio dell’intera escursione, è un lungo stradellino che si snoda attraversando un’infinita macchia mediterranea, percorrendo a mezzacosta i versanti meridionali di Poggio Rossino e del Monte Stella. Numerosi saliscendi spezzano il ritmo cadenzato anche dalla presenza regolare delle carbonaie. Inizialmente avremo anche un bel panorama verso Vetulonia e sul Poggio dei Pratacci che nasconde alla nostra vista il centro abitato di Tirli.

Termineremo la nostra selvaggia attraversata risbucando al Passo dell’Uccelliera. Si torna quindi indietro fino a rientrare all’anello del Monte di Muro, che continuiamo a percorrere in senso antiorario, fino all’omonimo convento (Santa Maria a Monte di Muro), dove troviamo una moltitudine di possenti ruderi risalenti al 1400. Si lascia ora l’anello del Monte di Muro e ci dirigiamo verso nord lungo uno stradone sterrato (n.23) che aggira il Poggio Tavolone. Arrivati ad una sella, si prende il sentiero n.25B, molto bello, che scende lungo il “Nido dell’Aquila”: un vivace e piacevole sentiero che scende fra muschi, a tratti infossato e interrotto da alcuni gradoni rocciosi. Si rientra quindi nella mulattiera che sale verso il convento (25A), ma che percorriamo ovviamente in discesa fino a tornare al punto di partenza.

Il Racconto [09-02-2014]

Le bandite di Scarlino sono un complesso collinare nell'immediato entroterra dell'alta maremma, che mi ha sempre attirato, visto che me lo ritrovo sempre davanti gli occhi ogni giorno quando vado a lavoro. Il Monte d'Alma, con la sua prominente cresta nord occidentale che come una pinna si protende minacciosa verso il centro abitato di Scarlino, è, per me, da sempre, molto suggestiva. Inevitabile una capatina per un bell'anello escursionistico dedicato. L'occasione è propizia dal momento che finalmente riesco a mettere finalmente le mani sulla carta escursionistica dedicata ed edita dall'associazione escursionistica che prende appunto il nome "Le Bandite di Scarlino".


Il giorno prescelto è una bella domenica di Febbraio, il 09, in compagnia, per la prima volta, di Lorenzo, il mio amico e collega di lavoro che grande supporto mi diede nel 2012allorché, stremato ma orgoglioso, al termine di una massacrante ultima tappaalla fine della prima edizione della mia personale Alta Via, mi ospitò perpranzo nel suo posto campeggio di Pejo. Un ricordo indimenticabile. Insieme a lui, la prossima estate, dovremo macinare un bel po' di km di allenamento, se vorremo portare a compimento il tour del Cervino e salire in vetta al Breithorn Occidentale.



Raggiungiamo in auto il punto di partenza lungo la strada che collega il Puntone a Le Case-Scarlino, e alle 8.00 ci mettiamo in cammino. Fino a poche ore prima, e durante quasi tutta la notte, ha piovuto molto. Troviamo quindi tutto ben fradicio. Tuttavia il meteo ha promesso bel tempo, e un bel vento teso aiuta la cosa. Inizialmente costeggiamo il fosso dei Leccioni su stradello abbastanza fangoso, dove spiccano a distanza regolare le piazzole di tiro con l'arco dell'associazione locale di arcieri. Il fosso viene attraversato più volte, lo scenario è carino, soprattutto quando si stacca dalla vallata e si impenna per guadagnare 200mt di dislivello, per raggiungere l'anello sentieristico che circuisce il Monte di Muro. Uno tortuoso stradellino (un single-track, come piace chiamarli ai MTBiker) che attraversa una bella macchia mediterranea (come spesso sarà in questa lunga escursione).


Il sentiero che risale verso l'anello di Monte Muro
Il Fosso dei Leccioni
Arriviamo di buon passo all'anello, inconfondibile visto che si tratta di una larga sterrata che aiuta a recuperare il fiato. Si prosegue comodamente in quota aggirando il Monte di Muro con, in un breve tratto, buona panoramica verso la parte più interna di Pian d'Alma.

Proseguiamo lasciando l'anello e puntando verso le pendici del Monte Stella. Siamo sempre su sterrata, il passo è spedito e anche la chiacchiera, visto che tiriamo dritti anche quando dovremmo svoltare per prendere un altro stradello secondario più bello, acciottolato, poco battuto e anzi, rivoltato come un calzino dall'opera di cinghiali e ungulati. È un altro breve tratto che percorriamo per poter raggiungere la suggestiva rampa finale che ripidamente ci porta, camminando fra splendide piante di pungitopo, a raggiungere i piccoli ruderi di quella che forse era una torretta di avvistamento, sull'aguzza sommità del Monte Stella (543mt.)


Piccolo smottamento sul sentiero verso il Passo dell'Uccelliera
Lo stradellino terminale per il Monte Stella
Foto sulla vetta del Monte Stella

Il vento si fa ora sentire visto che spira da nord. Ci copriamo, una rapida foto celebrativa, e riscendiamo sempre su stradellino fino a riincrociare la sterrata che avevamo lasciato poco fa, e che ci conduce in breve alla larga sella chiamata Buca della Neve, incastonata fra i tre poggi Monte Stella, Monte d'Alma e Poggio Rossini. Buca della Neve è un punto strategicamente importante dal punto di vista sentieristico. Vi si concentrano ben sei direttrici, e un grande capanno può dare rifugio a chiunque. Inevitabile una bella pausa con annesso caffè...

Buca della Neve
Siamo proprio sotto il Monte d'Alma, la sua larga e piatta cresta completamente ricoperta dal bosco. Non sono affatto panoramici questi poggi, meritano la salita se non altro per la bellezza dei sentieri. Proseguiamo per un po’ sulla cresta del poggio nella speranza di trovare un punto panoramico che però, purtroppo, non c'è. Quando il sentiero nel bosco comincia a scendere (segno che comincia la "pinna" che precipita verso Scarlino), torniamo sui nostri passi e continuiamo lungo il nostro percorso, che ora torna ad essere su sterrato. Scendendo rapidamente raggiungiamo un bel punto panoramico con vista verso il lungo pendio, dove si trovano in sequenza Bagno di Gavorrano, Filare e Gavorrano, che si allunga fino al Monte Calvo. Il panorama è garantito perche adesso siamo in una bella zona aperta dove grandi castagni occupano una serie di terreni privati molto ben organizzati dai rispettivi proprietari.


Lungo la larga cresta boscosa del Monte d'Alma
Al "Marroneto" dominano i castagni
Ci godiamo un po’ questo panorama, l'ora volge già verso mezzogiorno, ma ormai decidiamo di proseguire, per la pausa pranzo, fin dove sappiamo che troveremo un capanno attrezzato ("I Tramezzi"). Ci arriviamo alle 12.00, ed è meglio di quello che pensavamo. Dentro è veramente ben fatto, e si vede che principalmente è fruito dai cacciatori, visto che intorno ci sono un sacco di cucce in legno dove far tirare il fiato ai compagni di caccia a quattro zampe. Decidiamo comunque di mangiare nei tavoli sulla veranda esterna, vista la bella giornata. Devo dire che fin qui Lorenzo non ha fatto una piega e ha macinato km sia in salita sia in discesa senza nessun lamento: senza per nulla volermi sentire un padreterno, la cosa mi conforta in vista del difficile e impegnativo impegno estivo.


"I Tramezzi"
Pronti per il pranzo
La pausa scorre tranquilla e come sempre do sfoggio orgogliosamente di tutto l'arsenale che mi porto sempre dietro; fra fornellino a gas, moka, pentolino.. per Lorenzo le risate (o un'allegra rassegnazione??) sono garantite.

Riprendiamo il cammino con annesso un po' di effetto da "carramba che sorpresa", con Lorenzo che piacevolmente ritrova e saluta un suo amico (Ettore) che non vedeva da quindici anni, quindi seguiamo per un buon tratto la sterrata che prosegue in direzione sud costeggiando i versanti orientali del Monte d'Alma e del Poggio Rossini, incrociando anche, ogni tanto, caratteristici waypoint come, per esempio, una sorgente d'acqua di buona portata. Infine arriviamo al quadrivio di sentieri poco sotto Poggio Rossini dove lasciamo la sterrata e ci avviciniamo velocemente all'inizio del lungo e "avventuroso" single-track numerato con il 31 e che continua idealmente l'anello intorno ai poggi costeggiando ora i pendii meridionali di Poggio Rossini e Monte Stella. Inizialmente, sulla nostra sinistra, il taglio della macchia permette di avere un bel panorama verso Vetulonia e il poggio che sormonta Tirli (coperto alla nostra vista).


Panorama verso Vetulonia
Tagliata sotto Poggio Rossini
Successivamente, ci immettiamo nel folto bosco di macchia mediterranea seguendo lo stretto sentiero che a serpentina si snoda tortuoso seguendo le mille gobbe e le mille pieghe dei pendii che scendono talvolta ripidi sulla nostra sinistra. Nel frattempo, contando le innumerevoli carbonaie che oramai sono una presenza fissa e ben cadenzata, manteniamo una buona chiacchiera, che se ben aiuta la progressione sul terreno soprattutto in salita, dall'altro ci fa perdere il senso dell'orientamento visto che sbagliamo direzione senza che ce ne accorgessimo e, anziché continuare a costeggiare la stretta gola fra Poggio Rossino e Monte Stella, finiamo per ritrovarci nuovamente quasi a Buca di Bomba. OK, pazienza, torniamo indietro per recuperare il terreno perduto. Certo che un dubbio ci assale, giacché non riusciamo veramente a renderci conto di dove abbiamo sbagliato e preso la deviazione sbagliata. I sentieri comunque in un certo punto sono cosi vicini, ma disposti uno sopra l'altro, che propongo a Lorenzo di fare un breve e veloce taglio "a troncamacchione" per raccordarci più velocemente. L'idea è approvata e allora..giù per il greppo. Alcune bici sopraggiungono non appena usciamo dal sentiero e uno dei MTBiker si spaventa pensando che ci fossimo fatti male cadendo nel pendio. Più in basso si sentono invece delle voci di altre persone che sono nella direzione che dobbiamo andare a prendere noi.



Un paio di passaggi sul bellissimo e selvaggio sentiero n.31



Scendiamo aggrappandoci quando necessario agli alberi della macchia che meno male non è affatto intricata. Via via che scendiamo siamo cosi vicini alle voci che sentivamo, ma ancora non riusciamo a scorgere il sentiero. Un'ultima breve rampa in discesa con degli alberi caduti da attraversare confondono l'orientamento con l'ambiente, perche addirittura ci ritroviamo più in basso delle voci che adesso prendono una forma: sono tre motociclisti con le moto da cross che sono rimasti bloccati, e adesso capiamo anche il perche: gli alberi caduti dove ci siamo dovuti disimpegnare, È il sentiero, nel senso che in questo punto, vuoi per il vento, vuoi per le piogge che hanno fatto cedere un po’ di terreno, sono franati tutti queste piante ostruendo il cammino lungo lo stradello.



Poco male, noi possiamo comunque proseguire, mentre le moto da cross, che in realtà non potrebbero nemmeno venire lungo questi sentieri che altrimenti finiscono per devastare con le loro ruote, devono tornare indietro. Come se non bastasse, da questo momento in poi e per un bel tratto, questi centauri saranno una vera piaga per noi due: poiché uno di loro è letteralmente impedito alla guida, ogni tanto li ritroviamo fermi, li superiamo, quindi dopo poco dobbiamo rifermarci noi per farli ripassare, finché non si rifermano di nuovo, quando con la moto in terra, quando per altri motivi, e cosi via..tra l'altro le salutari esalazioni che escono dalle scoppiettanti marmitte sono proprio una manna dal cielo per aiutare a riprendere fiato negli innumerevoli saliscendi.



E così piano piano ce la facciamo finalmente ad arrivare al momento in cui ci separiamo da questi tre rompiscatole, ovvero quando raggiungiamo la croce di sentieri immediatamente sotto al Monte Stella. Forse mossi a compassione, prendono un'altra direzione, permettendoci di percorrere l'ultima parte nella lecceta senza più scocciature. I km percorsi fin qui cominciano ad essere abbastanza e, forse nel timore di sbagliare nuovamente, Lorenzo mi chiede più volte di controllare nel GPS. Tutto ok, e poi proprio davanti a noi si staglia il Monte di Muro, segno che siamo ormai vicini a rientrare nel suo comodo anello sterrato.



Quando ci arriviamo, è il momento di cambiare batteria al mio piccolo smartphone (aahh ma quando finalmente prima o poi avrò il Quechuaphone....questi problemi finiranno...forse..). Percorriamo velocemente in senso antiorario il giro intorno al monte, fino a raggiungere i vistosi ruderi del Convento di Monte di Muro. Qualche foto di rito è doverosa, anche per rendersi conto di quanto fosse grande questo complesso.


I ruderi del Convento di Monte di Muro


Quindi riprendiamo il cammino seguendo una larga cessa tagliafuoco, fino ad andare ad immetterci nell'ultimo sentierino della giornata, molto caratteristico perche disseminato, lungo la discesa, di massi disposti disordinatamente che talvolta creano dei salti da scendere con calma, visto che le gambe cominciano un po' ad andare per i cavoli suoi, dopo tutti questi km...ai lati, un bel muschio verde da il proprio immancabile contributo a rendere suggestivo questo ultimo tratto.



Il sentiero 25A, ultima delizia di questa lunga escursione



Arriviamo infine all'ultimo tratto nuovamente sterrato, con il sole che comincia ad abbassarsi, per tornare fino all'auto. Una lunga ma molto bella sgambata nelle leccete e i boschi delle Bandite di Scarlino: un grazie dal Mago alla bellezza di questi luoghi, e un grazie a Lorenzo che si è dimostrato tenace quanto basta macinando un km dopo l'altro (alla fine ben 24!) senza alcuna lamentela o accenno di stanchezza. Ma d'altra parte non deve essere altrimenti, se vorremo essere pronti quando saremo al cospetto di sua maestà il Cervino!!!



- MagoZichele -

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