Lunghezza =
22Km
Dislivello+
= 1150mt
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Il Percorso
Bella
e lunga escursione ad anello all’interno del complesso collinare Le Bandite di
Scarlino. Si sviluppa quasi interamente su sentieri segnati gestiti dall’omonimo
gruppo di appassionati di MTB. Molto suggestive le fitte e ombrose leccete, che
ospitano la maggior parte dei sentierini, alternati a più comode strade
sterrate o cesse tagliafuoco. L’infinita presenza di carbonaie, testimonia un
passato importante per le comunità dell’epoca che sfruttavano sapientemente la
massiccia presenza di legname.
Si
raggiunge il punto di partenza percorrendo la strada che collega il Puntone
(Follonica) a Scarlino-Bagno di Gavorrano, prendendo la stradina vicinale segnalata
dalle indicazioni per il Convento di Monte di Muro. Alla partenza, si ignora la
strada che prosegue salendo sulla sinistra, e si prende invece a destra il
sentiero n.24, che costeggia il Fosso dei Leccioni. Per un lungo tratto il
sentiero, spesso fangoso, costeggia e attraversa più volte il ruscello, in un
bel contesto dove frequenti sono le piazzole attrezzate per il tiro con l’arco
(questa zona è infatti anche campo di tiro della compagnia di arcieri di
Scarlino 09Leon).
Successivamente si lascia il fosso dei Leccioni e, risalendo il Fosso Calabrese, si comincia una vivace salita su bel sentiero che rimonta il versante ovest del Monte di Muro, fino a raggiungere l’anello sterrato che circonda il monte ad una quota compresa fra i 350 e i 400mt. Si percorre l’anello in senso antiorario entrando anche in una cessa tagliafuoco con bella posizione panoramica verso l’estremità più orientale e in entroterra della pianura Pian d’Alma, fino a prendere una nuova sterrata in discesa, sulla destra (sentiero n.33) che fa da collegamento fra il Monte di Muro e il Monte Stella, passando dal Passo dell’Uccelliera.
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Successivamente si lascia il fosso dei Leccioni e, risalendo il Fosso Calabrese, si comincia una vivace salita su bel sentiero che rimonta il versante ovest del Monte di Muro, fino a raggiungere l’anello sterrato che circonda il monte ad una quota compresa fra i 350 e i 400mt. Si percorre l’anello in senso antiorario entrando anche in una cessa tagliafuoco con bella posizione panoramica verso l’estremità più orientale e in entroterra della pianura Pian d’Alma, fino a prendere una nuova sterrata in discesa, sulla destra (sentiero n.33) che fa da collegamento fra il Monte di Muro e il Monte Stella, passando dal Passo dell’Uccelliera.
Al
passo si mantiene la sinistra e dopo poche centinaia di metri lasciamo la
sterrata per un sentiero a destra molto sconnesso (30A). Raggiunta l’estremità
meridionale del Monte Stella, si prende a sinistra il sentierino (non segnato)
che sale deciso il crinale meridionale fino a conquistare la sommità del poggio
(543mt. - piccolo rudere in vetta). Si scende dal versante orientale fino a
rientrare nella sterrata proveniente dal Passo dell’Uccelliera. Dopo poche
decine di metri raggiungeremo la piazzola, importante snodo di sentieri,
chiamata Buca di Bomba (bel capanno attrezzato).
Si
prende a questo punto il sentiero a nord n.35 che sale deciso verso il Monte d’Alma,
facendo un’opportuna quanto evidente deviazione per raggiungere la vetta vera e
propria (altrimenti il sentiero la costeggia), a quota 557mt. Da qui si rientra
nel sentiero e si percorrono le ampie selle boscose che fanno da raccordo con
le altre anticime (Monte d’Almina, Poggio Giardino). Se vogliamo fare una bella
deviazione, possiamo da Poggio Giardino scendere lungo il ripido crinale nord
fino a raggiungere Scarlino, e rientrare poi dalla sterrata a mezzacosta nel
versante orientale (Via della Marroneta). Altrimenti, da Poggio Giardino,
scendiamo sulla destra e raggiungiamo la stessa sterrata. Avremo una bella
visuale sul Monte Calvi e su Bagno di Gavorrano, complice anche la zona a
castagni, dove si trovano numerosi annessi agricoli.
Scarlino e il Monte d'Alma, in secondo piano il Monte Stella |
Si
percorre adesso questa nuova sterrata fino a raggiungere il bel capanno (con
veranda!) attrezzato ai Tramezzi, usato principalmente dai cacciatori (numerose
cucce per i cani tutto intorno), il posto ideale per la pausa pranzo. Si
riparte seguendo per pochi km il sentiero sulla destra (n.34) che percorre a
mezza costa il versante sudorientale del Monte d’Alma, fino a raggiungere il crocevia
sotto a Poggio Rossino; a metà di questo tratto di percorso, sulla sinistra in
corrispondenza di un curvone, troveremo anche una bella sorgente d’acqua. Al crocevia,
prendiamo la strada che prosegue a dritto superando la sbarra e scendiamo per
alcune decine di metri finche sulla sinistra troveremo la deviazione per il
sentiero n.31. Il sentiero n.31, sicuramente il tratto più selvaggio dell’intera
escursione, è un lungo stradellino che si snoda attraversando un’infinita
macchia mediterranea, percorrendo a mezzacosta i versanti meridionali di Poggio
Rossino e del Monte Stella. Numerosi saliscendi spezzano il ritmo cadenzato
anche dalla presenza regolare delle carbonaie. Inizialmente avremo anche un bel
panorama verso Vetulonia e sul Poggio dei Pratacci che nasconde alla nostra
vista il centro abitato di Tirli.
Termineremo la nostra selvaggia attraversata risbucando al Passo dell’Uccelliera.
Si torna quindi indietro fino a rientrare all’anello del Monte di Muro, che
continuiamo a percorrere in senso antiorario, fino all’omonimo convento (Santa
Maria a Monte di Muro), dove troviamo una moltitudine di possenti ruderi risalenti
al 1400. Si lascia ora l’anello del Monte di Muro e ci dirigiamo verso nord
lungo uno stradone sterrato (n.23) che aggira il Poggio Tavolone. Arrivati ad
una sella, si prende il sentiero n.25B, molto bello, che scende lungo il “Nido
dell’Aquila”: un vivace e piacevole sentiero che scende fra muschi, a tratti
infossato e interrotto da alcuni gradoni rocciosi. Si rientra quindi nella
mulattiera che sale verso il convento (25A), ma che percorriamo ovviamente in
discesa fino a tornare al punto di partenza.
Il Racconto [09-02-2014]
Le bandite di Scarlino sono un complesso collinare nell'immediato entroterra dell'alta maremma, che mi ha sempre attirato, visto che me lo ritrovo sempre davanti gli occhi ogni giorno quando vado a lavoro. Il Monte d'Alma, con la sua prominente cresta nord occidentale che come una pinna si protende minacciosa verso il centro abitato di Scarlino, è, per me, da sempre, molto suggestiva. Inevitabile una capatina per un bell'anello escursionistico dedicato. L'occasione è propizia dal momento che finalmente riesco a mettere finalmente le mani sulla carta escursionistica dedicata ed edita dall'associazione escursionistica che prende appunto il nome "Le Bandite di Scarlino".
Arriviamo di buon passo all'anello, inconfondibile visto che si tratta di una larga sterrata che aiuta a recuperare il fiato. Si prosegue comodamente in quota aggirando il Monte di Muro con, in un breve tratto, buona panoramica verso la parte più interna di Pian d'Alma.
Ci godiamo un po’ questo
panorama, l'ora volge già verso
mezzogiorno, ma ormai decidiamo di proseguire, per la pausa pranzo, fin
dove sappiamo che troveremo un capanno attrezzato ("I Tramezzi"). Ci
arriviamo alle 12.00, ed è meglio di quello
che pensavamo. Dentro è veramente ben fatto, e si vede che principalmente è fruito dai cacciatori, visto che intorno ci sono un
sacco di cucce in legno dove far tirare il fiato ai compagni di caccia a
quattro zampe. Decidiamo comunque di mangiare nei tavoli sulla veranda esterna,
vista la bella giornata. Devo dire che fin qui Lorenzo non ha fatto una piega e
ha macinato km sia in salita sia in discesa senza nessun lamento: senza per nulla
volermi sentire un padreterno, la cosa mi conforta in vista del difficile e impegnativo
impegno estivo.
La pausa scorre tranquilla
e come sempre do sfoggio orgogliosamente di tutto l'arsenale che mi porto
sempre dietro; fra fornellino a gas, moka, pentolino.. per Lorenzo le risate (o
un'allegra rassegnazione??) sono garantite.
Successivamente, ci
immettiamo nel folto bosco di macchia mediterranea seguendo lo stretto sentiero
che a serpentina si snoda tortuoso seguendo le mille gobbe e le mille pieghe
dei pendii che scendono talvolta ripidi sulla nostra sinistra. Nel frattempo,
contando le innumerevoli carbonaie che oramai sono una presenza fissa e ben
cadenzata, manteniamo una buona chiacchiera, che se ben aiuta la progressione
sul terreno soprattutto in salita, dall'altro ci fa perdere il senso dell'orientamento
visto che sbagliamo direzione senza che ce ne accorgessimo e, anziché continuare a costeggiare la stretta gola fra
Poggio Rossino e Monte Stella, finiamo per ritrovarci nuovamente quasi a Buca
di Bomba. OK, pazienza, torniamo indietro per recuperare il terreno perduto. Certo
che un dubbio ci assale, giacché non riusciamo
veramente a renderci conto di dove abbiamo sbagliato e preso la deviazione
sbagliata. I sentieri comunque in un certo punto sono cosi vicini, ma disposti
uno sopra l'altro, che propongo a Lorenzo di fare un breve e veloce taglio
"a troncamacchione" per raccordarci più velocemente.
L'idea è approvata e allora..giù per il greppo. Alcune bici sopraggiungono non appena
usciamo dal sentiero e uno dei MTBiker si spaventa pensando che ci fossimo
fatti male cadendo nel pendio. Più in basso si
sentono invece delle voci di altre persone che sono nella direzione che
dobbiamo andare a prendere noi.
Le bandite di Scarlino sono un complesso collinare nell'immediato entroterra dell'alta maremma, che mi ha sempre attirato, visto che me lo ritrovo sempre davanti gli occhi ogni giorno quando vado a lavoro. Il Monte d'Alma, con la sua prominente cresta nord occidentale che come una pinna si protende minacciosa verso il centro abitato di Scarlino, è, per me, da sempre, molto suggestiva. Inevitabile una capatina per un bell'anello escursionistico dedicato. L'occasione è propizia dal momento che finalmente riesco a mettere finalmente le mani sulla carta escursionistica dedicata ed edita dall'associazione escursionistica che prende appunto il nome "Le Bandite di Scarlino".
Il giorno prescelto è una
bella domenica di Febbraio, il 09, in compagnia, per la prima volta, di
Lorenzo, il mio amico e collega di lavoro che grande supporto mi diede nel 2012allorché, stremato ma orgoglioso, al termine di una massacrante ultima tappaalla fine della prima edizione della mia personale Alta Via, mi ospitò perpranzo nel suo posto campeggio di Pejo. Un ricordo indimenticabile. Insieme a lui, la prossima estate, dovremo macinare un bel po' di km di allenamento, se vorremo portare a compimento
il tour del Cervino e salire in vetta al Breithorn Occidentale.
Raggiungiamo in auto il
punto di partenza lungo la strada che collega il Puntone a Le Case-Scarlino, e
alle 8.00 ci mettiamo in cammino. Fino a poche ore prima, e durante quasi
tutta la notte, ha piovuto molto. Troviamo quindi tutto ben fradicio. Tuttavia
il meteo ha promesso bel tempo, e un bel vento teso aiuta la cosa. Inizialmente
costeggiamo il fosso dei Leccioni su stradello abbastanza fangoso, dove
spiccano a distanza regolare le piazzole di tiro con l'arco dell'associazione
locale di arcieri. Il fosso viene attraversato più volte,
lo scenario è carino, soprattutto quando si
stacca dalla vallata e si impenna per guadagnare 200mt di dislivello, per
raggiungere l'anello sentieristico che circuisce il Monte di Muro. Uno tortuoso
stradellino (un single-track, come piace chiamarli ai MTBiker) che attraversa
una bella macchia mediterranea (come spesso sarà in questa lunga escursione).
Arriviamo di buon passo all'anello, inconfondibile visto che si tratta di una larga sterrata che aiuta a recuperare il fiato. Si prosegue comodamente in quota aggirando il Monte di Muro con, in un breve tratto, buona panoramica verso la parte più interna di Pian d'Alma.
Proseguiamo lasciando l'anello
e puntando verso le pendici del Monte Stella. Siamo sempre su sterrata, il
passo è spedito e anche la chiacchiera, visto che tiriamo
dritti anche quando dovremmo svoltare per prendere un altro stradello secondario
più bello, acciottolato, poco battuto e anzi,
rivoltato come un calzino dall'opera di cinghiali e ungulati. È un altro breve
tratto che percorriamo per poter raggiungere la suggestiva rampa finale che
ripidamente ci porta, camminando fra splendide piante di pungitopo, a
raggiungere i piccoli ruderi di quella che forse era una torretta di avvistamento,
sull'aguzza sommità del Monte Stella (543mt.)
Piccolo smottamento sul sentiero verso il Passo dell'Uccelliera |
Lo stradellino terminale per il Monte Stella |
Foto sulla vetta del Monte Stella |
Il vento si fa ora sentire
visto che spira da nord. Ci copriamo, una rapida foto celebrativa, e
riscendiamo sempre su stradellino fino a riincrociare la sterrata che avevamo
lasciato poco fa, e che ci conduce in breve alla larga sella chiamata Buca
della Neve, incastonata fra i tre poggi Monte Stella, Monte d'Alma e Poggio Rossini.
Buca della Neve è un punto strategicamente importante
dal punto di vista sentieristico. Vi si concentrano ben sei direttrici, e un grande
capanno può dare rifugio a chiunque. Inevitabile
una bella pausa con annesso caffè...
Siamo proprio sotto il
Monte d'Alma, la sua larga e piatta cresta completamente ricoperta dal bosco.
Non sono affatto panoramici questi poggi, meritano la salita se non altro per
la bellezza dei sentieri. Proseguiamo per un po’ sulla cresta del poggio nella
speranza di trovare un punto panoramico che però, purtroppo, non c'è. Quando il
sentiero nel bosco comincia a scendere (segno che comincia la "pinna"
che precipita verso Scarlino), torniamo sui nostri passi e continuiamo lungo il
nostro percorso, che ora torna ad essere su sterrato. Scendendo rapidamente raggiungiamo
un bel punto panoramico con vista verso il lungo pendio, dove si trovano in sequenza
Bagno di Gavorrano, Filare e Gavorrano, che si allunga fino al Monte Calvo. Il
panorama è garantito perche adesso siamo
in una bella zona aperta dove grandi castagni occupano una serie di terreni
privati molto ben organizzati dai rispettivi proprietari.
Buca della Neve |
Lungo la larga cresta boscosa del Monte d'Alma |
Al "Marroneto" dominano i castagni |
"I Tramezzi" |
Pronti per il pranzo |
Riprendiamo il cammino
con annesso un po' di effetto da "carramba che sorpresa", con Lorenzo
che piacevolmente ritrova e saluta un suo amico (Ettore) che non vedeva da quindici
anni, quindi seguiamo per un buon tratto la sterrata che prosegue in direzione
sud costeggiando i versanti orientali del Monte d'Alma e del Poggio Rossini, incrociando
anche, ogni tanto, caratteristici waypoint come, per esempio, una sorgente
d'acqua di buona portata. Infine arriviamo al quadrivio di sentieri poco sotto
Poggio Rossini dove lasciamo la sterrata e ci avviciniamo velocemente all'inizio
del lungo e "avventuroso" single-track numerato con il 31 e che
continua idealmente l'anello intorno ai poggi costeggiando ora i pendii
meridionali di Poggio Rossini e Monte Stella. Inizialmente, sulla nostra sinistra,
il taglio della macchia permette di avere un bel panorama verso Vetulonia e il
poggio che sormonta Tirli (coperto alla nostra vista).
Panorama verso Vetulonia |
Tagliata sotto Poggio Rossini |
Scendiamo aggrappandoci quando
necessario agli alberi della macchia che meno male non è affatto intricata. Via via che scendiamo siamo cosi vicini alle voci che
sentivamo, ma ancora non riusciamo a scorgere il sentiero. Un'ultima breve
rampa in discesa con degli alberi caduti da attraversare confondono l'orientamento
con l'ambiente, perche addirittura ci ritroviamo più in basso delle voci che adesso prendono una forma: sono tre motociclisti
con le moto da cross che sono rimasti bloccati, e adesso capiamo anche il
perche: gli alberi caduti dove ci siamo dovuti disimpegnare, È il sentiero, nel
senso che in questo punto, vuoi per il vento, vuoi per le piogge che hanno
fatto cedere un po’ di terreno, sono franati tutti queste piante ostruendo il
cammino lungo lo stradello.
Poco male, noi possiamo comunque
proseguire, mentre le moto da cross, che in realtà non potrebbero nemmeno venire lungo questi sentieri che altrimenti finiscono
per devastare con le loro ruote, devono tornare indietro. Come se non bastasse,
da questo momento in poi e per un bel tratto, questi centauri saranno una vera
piaga per noi due: poiché uno di loro è letteralmente impedito alla guida, ogni tanto li ritroviamo fermi, li
superiamo, quindi dopo poco dobbiamo rifermarci noi per farli ripassare, finché non si rifermano di nuovo, quando con la moto in terra,
quando per altri motivi, e cosi via..tra l'altro le salutari esalazioni che
escono dalle scoppiettanti marmitte sono proprio una manna dal cielo per
aiutare a riprendere fiato negli innumerevoli saliscendi.
E così piano piano ce la facciamo finalmente ad arrivare
al momento in cui ci separiamo da questi tre rompiscatole, ovvero quando
raggiungiamo la croce di sentieri immediatamente sotto al Monte Stella. Forse
mossi a compassione, prendono un'altra direzione, permettendoci di percorrere
l'ultima parte nella lecceta senza più scocciature.
I km percorsi fin qui cominciano ad essere abbastanza e, forse nel timore di sbagliare
nuovamente, Lorenzo mi chiede più volte di controllare nel GPS. Tutto ok, e poi proprio
davanti a noi si staglia il Monte di Muro, segno che siamo ormai vicini a rientrare
nel suo comodo anello sterrato.
Quando ci arriviamo, è il momento di cambiare batteria al mio piccolo
smartphone (aahh ma quando finalmente prima o poi avrò il Quechuaphone....questi problemi finiranno...forse..). Percorriamo velocemente
in senso antiorario il giro intorno al monte, fino a raggiungere i vistosi
ruderi del Convento di Monte di Muro. Qualche foto di rito è doverosa, anche per rendersi conto di quanto
fosse grande questo complesso.
Quindi riprendiamo il cammino seguendo una larga cessa tagliafuoco, fino ad andare ad immetterci nell'ultimo sentierino della giornata, molto caratteristico perche disseminato, lungo la discesa, di massi disposti disordinatamente che talvolta creano dei salti da scendere con calma, visto che le gambe cominciano un po' ad andare per i cavoli suoi, dopo tutti questi km...ai lati, un bel muschio verde da il proprio immancabile contributo a rendere suggestivo questo ultimo tratto.
I ruderi del Convento di Monte di Muro
Quindi riprendiamo il cammino seguendo una larga cessa tagliafuoco, fino ad andare ad immetterci nell'ultimo sentierino della giornata, molto caratteristico perche disseminato, lungo la discesa, di massi disposti disordinatamente che talvolta creano dei salti da scendere con calma, visto che le gambe cominciano un po' ad andare per i cavoli suoi, dopo tutti questi km...ai lati, un bel muschio verde da il proprio immancabile contributo a rendere suggestivo questo ultimo tratto.
Arriviamo infine
all'ultimo tratto nuovamente sterrato, con il sole che comincia ad abbassarsi,
per tornare fino all'auto. Una lunga ma molto bella sgambata nelle leccete e i
boschi delle Bandite di Scarlino: un grazie dal Mago alla bellezza di questi
luoghi, e un grazie a Lorenzo che si è dimostrato tenace
quanto basta macinando un km dopo l'altro (alla fine ben 24!) senza alcuna
lamentela o accenno di stanchezza. Ma d'altra parte non deve essere altrimenti,
se vorremo essere pronti quando saremo al cospetto di sua maestà il Cervino!!!
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