O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

domenica 12 agosto 2012

[Come è andata??] A.V.M. - 5a Tappa [28/07/2012]


La nottata al Rifugio Silvio Dorigoni, complice l’alta affluenza di ospiti, è stata abbastanza movimentata. La porta d’ingresso dei bagni, situata proprio all’inizio della brevi scale di accesso alla camerata “Gongolo” in mansarda, prima di porta, è stata un continuo apri e chiudi di gente che ne aveva bisogno, o che semplicemente non riusciva a prender sonno. Solo più tardi scoprirò che, nelle camerate sottostanti, c’erano così tante persone che il caldo, per loro, era opprimente; una visita al bagno era più che altro per prendere una boccata d’aria.. Il tempo per una dormita l’ho trovato comunque, e questa ha fatto sì di non essere in piedi in condizioni critiche. Beccato il momento giusto per andare in bagno (eh sì..quando siamo in tanti..) mi vesto e chiudo lo zaino, poi scendo per una bella e abbondante colazione. Alberto sta ancora sonnecchiando, per lui anche i ritmi del sonno rispecchiano la sua filosofia di “slow mountain”..

Il Mago lascia il Rif. Dorigoni
Qualcuno la prende con calma..










Scendo e trovo la coppia di fidanzati conosciuti ieri che sono già pronti per la salita alla Cima Sternai;  ci salutiamo. Mentre faccio colazione si avvicina Cecilia, ed è lei a chiedermi se sia io Michele il Mago. Ovviamente non c’è il tempo per parlare abbastanza di questa settimana se non per le cose più significative, peccato, comunque mi fa piacere lo stesso averla conosciuta, e dopo averle portato i saluti dal Rifugio Larcher, rimaniamo d’accordo che le invierò i link dei miei racconti, quando saranno pronti, e che loro metteranno la notizia nella sezione news del loro sito. Beh..la cosa non può che farmi enorme piacere!


Comincia il sentiero n.107
Un tenero agnellino









Dopo esser tornato in camerata per recuperare lo zaino, ripasso dalla sala per salutate Cecilia e per ringraziarla per tutte le informazioni da lei avute, e nel frattempo vedo che anche Alberto si è alzato ed è il suo turno della colazione. Saluto anche lui, spero di risentirlo, magari nel forum, così avrò modo di vedere altre sue foto. Esco fuori, la giornata per ora è bella, cielo sereno, la Val di Saènt ancora un po’ sonnecchiante, non ancora svegliata dai raggi del sole. Le previsioni meteo però già per oggi pomeriggio cominciano a dare come probabili rovesci temporaleschi, preludio alla giornata di domani che dovrebbe essere perturbata per tutto il giorno (beh, un meteo adatto alla situazione, per una cosa che sta finendo..). Saluto il rifugio, con il vecchio Golden Retriever ancora dormiente sdraiato per terra. Fuori, lungo i sentieri che si diramano dal rifugio, piccoli drappelli di persone si incanalano verso le rispettive destinazioni. Il Mago, alle 7.35, imbocca il sentiero n.107, verso il passo del Giogo Nero (2825mt.).











Si sale, bei panorami sulla Val di Saènt, il Rifugio Dorigoni già lontano..

Non sarò da solo in questo sentiero, c’è sempre la coppia tedesca marito/moglie già conosciuti al Larcher, anche se loro partiranno un più tardi, ma soprattutto c’è un gruppo di quattro persone, tre uomini e una donna. Dall’impressione che ho a colpo d’occhio, solo uno di loro mi sembra già aver avuto esperienze di questo tipo, sarà che è l’unico con i bastoncini?? Un altro, è inequivocabilmente il fotografo del gruppo, visto che ogni tanto si ferma per catturare istantanee di questi bellissimi luoghi, da portare e ricordare una volta tornato a casa. Anch’io ogni tanto faccio foto, la tappa non è lunga, poco più di 7km e +550mt di dislivello, quindi oggi nessuna fretta. Ecco che un gregge di pecore con un tenero agnellino sono il primo soggetto irresistibile da mostrare al mio bimbo.

Passaggi sul sentiero n.107
Il sentiero comincia a salire di colpo, una volta raggiunta la base del versante sudest della Cima Sternai, un sentiero molto bello, via via che sale si apre il panorama su tutta la Val di Saènt e anche sulla sottostante Val di Rabbi, battezzata dalle impetuose cascate di Saènt che si formano dove il Torrente Rabbies va appunto a compiere un salto fra le due valli. Un sentiero, tuttavia, da starci concentrati, perché non molto largo e in alcuni tratti leggermente esposto al ripido pendio. Ogni tanto anche qualche grosso masso da superare. Ben presto, con l’aumentare delle difficoltà e della salita, il gruppo dei quattro è raggiunto, e successivamente staccato. Non sto correndo, è il mio passo, e, al sesto giorno di cammino, sono piacevolmente fiero della mia forma, non un dolore alle gambe o alla schiena. Anche loro mi fanno i complimenti, quando gli spiego che sono sei giorni che cammino avanti e indietro per queste valli. Ci diamo appuntamento al Giogo Nero.










Bella visuale sulla Val di Rabbi da un panoramico terrazzo erboso, perfetto per l'autoscatto!!

Mentre proseguo, mi rendo conto che questo sentiero deve essere stato rifatto seguendo una nuova via, infatti la traccia GPS non corrisponde affatto, e non perche sia fuori pista. E’ evidente che il nuovo tracciato non arriva più alla prima sella a 2830mt per poi proseguire in cresta fino al Giogo Nero, ma si mantieni più in basso, salendo al passo solo nel tratto finale. Non so di quando sia l’aggiornamento, ma sia nella mappa Tabacco, sia sul sito S.A.T.,  è ancora segnalato il vecchio sentiero. Continuo intanto a scrutare il panorama, nel consueto passatempo di riconoscere luoghi e forme. E’ così che individuo, lontano, il vallone che dalla Val Maleda sale in prossimità del Monte Sole. E’ un canalone che avevo preso in considerazione di risalire passando per un vecchio sentiero, durante lo studio dei percorsi da affrontare durante l’Alta Via. Allora mi fu sconsigliato sia dagli amici del forum girovagandoinmontagna, sia dai responsabili sentieristica della S.A.T, in quanto non classificabile come agibilità. Vedendolo, capisco che la cosa sarebbe stata invece fattibile, ma va bene lo stesso, avrei altrimenti evitato la tappa di oggi..

Autoscatto al Giogo Nero
La splendida Val d'Ultimo









Poco dopo un terrazzino erboso, l’ultima piccola e ripida salita prima dell’arrivo al Giogo Nero. Ed eccolo, alle 9.05, in perfetto orario con le tabelle di marcia, questo bel passo a 2825mt, dove rimango senza fiato, ammirando con lo sguardo la sottostante e verde Val D’Ultimo, con i suoi laghetti perfettamente incastonati. Alla mia sinistra la cresta che porta alla Cima Sternai, a destra, il prosieguo del mio cammino verso il Collecchio. Il vento che ha cominciato a soffiare alle spalle, preavviso ovviamente di un cambiamento di tempo, invita a starsene riparati dai massi, nel versante della Val d’Ultimo, sotto il sole. Un po’ d’acqua fresca, qualcosa da sgranocchiare e..cavolo! Segnale pieno del cellulare! Approfittiamo per un po’ di sms, allora! Si sta proprio bene in questo punto, finirò per starci un’ora, anche perché dopo un po’ arrivano i quattro amici che avevo lasciato lungo il sentiero, sono un po’ stanchi, soprattutto la donna, ma almeno per oggi il più è fatto, per loro.

Ivan, conosciuto al Giogo Nero, "cattura" il Mago in pausa..

Scambio un po’ di parole con due di loro, soprattutto con il fotografo, Ivan, così si chiama (ma lo scoprirò in seguito solo un po’ da una sua email). Loro oggi proseguiranno nella Val d’Ultimo fino al Rifugio Canziani, e domani risaliranno e anche loro verranno alla Valle Lago Corvo. Io invece gli racconto del mio tour, delle esperienze dei giorni passati, del blog, di MagoZichele. Insomma, Ivan (che nel frattempo quasi senza accorgermene, con la sua reflex “cattura” il Mago appollaiato sul Giogo Nero) mi fa i complimenti e mi fa capire che ci risentiremo. Il mio invito è di venir a fare un giro dalle mie parti, così li accompagnerò personalmente a visitare i boschi dei nostri poggi. Un’altra piacevole conoscenza fatta durante questa Alta Via!!

Inizio del sentiero n.145
Ivan e i suoi compagni ripartono, io aspetto ancora un po’, anche perché ormai, arrivato ai passi, è per me consuetudine starmene un po’ assorto nei miei pensieri. Comincio a vedere nei miei orizzonti la fine di questa Alta Via, una sorta di sensazione dal doppio risvolto emozionale: da un lato la voglia di non abbandonare mai queste terre, dall’altro la consapevolezza che tutto deve passare (All things must pass..), oltre al fatto che la mia vita, le dita della mia mano, mi stanno aspettando a casa, e che presto riabbraccerò tutti.

Il vento non si placa, dalle cime lontane cominciano a formarsi le prime nuvole, alle 10 e poco più riprendo allora il cammino, un breve sentiero che sale discretamente fino a raggiungere la croce sulla cima del Collecchio (2957mt.), circa 20 minuti più tardi. Qui sul Collecchio, c’è un signore ad attendermi, anche lui arrivato da poco, mi accoglie con un sorriso ed uno sguardo un po’ estasiato, gli occhi come spiritati e catturati dal panorama che ci circonda. Non ha tutti i torti: finché le nuvole e la foschia, che si stanno avvicinando in un baleno, danno tregua, dal Collecchio c’è solo l’imbarazzo della scelta: le lontane cime Vioz e Cevedale, la Val di Saènt in tutto il suo splendore, la Val d’Ultimo, verdissima, Cima Sternai, anche il Gioveretto (o Zufritt, 3440mt), altra destinazione poi scartata quando ancora l’Alta Via era un sogno che prendeva forma. Ma anche, soprattutto, la Valle Lago Corvo, la mia destinazione, anche questa bellissima, una miriade di laghetti sparsi qua e là, e suddivisi in circa due piccoli altopiani in posizione elevata e riservata, una sorta di oasi d’alta quota raggiungibile solo a piedi con una bella scarpinata dalla Val di Rabbi.











Panorami dal Collecchio. In senso orario: Val di Saènt, Cima Sternai e Gioveretto, Val d'Ultimo, Valle Lago Corvo










Ma torniamo a quest’uomo, un tipo ganzo, una specie di sognatore, di cui non conoscerò il nome ne avrò modo di poterlo più contattare: è stata sicuramente una delle conoscenze più stravaganti e forse attese di questa Alta Via. Immaginate un po’: a chi, avendo la passione per i sentieri della montagna, non piace affrontarli dotandosi di abbigliamento diciamo “tecnico”, per non parlare di zaini, bastoncini ecc ecc? Beh, un po’ come lo si fa con tutti gli sport o gli hobby in genere. Il tipo che trovo sul Collecchio è su un altro pianeta, e confesso che in quel momento ho invidiato la sua semplicità e spartanità: t-shirt di cotone bianca zuppa di sudore, cappellino e short modello muratore, e uno zainetto riciclato da scuole elementari!! Che forza!! Comincio a dialogarci e subito ci troviamo in sintonia concordando sulla bellezza di queste montagne. Ma quando, osservando l’orizzonte, gli occhi sempre più persi, mi dice “Io dopo un po’ sento qualcosa..che c’è qualcosa..e..devo salire..”…per me è un tripudio! Questo qui è proprio un grande!! Le sorprese non finiscono: di lì a poco, tira fuori dallo zainetto un pezzo di formaggio che trasuda vistosamente, e comincia a mangiarselo mentre gli chiedo se può scattarmi una foto. Con la mano bella “caciosa”, prende la macchina fotografica e si mette d’impegno a scattarmi foto. Subito dopo, ragionando sulle cime limitrofe, mentre io consultavo il panorama utilizzando un’applicazione dello smartphone, lui tira fuori una guida alpina della quale non oso immaginare l’anno..poi ripone in fretta e furia guida e formaggio e salutandomi, imbocca la discesa per il Giogo Nero. Insomma, un tipo fuori dall’ordinario che spero vivamente, anche a casaccio, capiti sul blog del Mago e si faccia vivo in qualche modo!

"Sento che c'è qualcosa..e devo salire.." CHE SPETTACOLO!!!

Anche per me è il momento di salutare il Collecchio, l’ultima vetta di questa Alta Via del Mago. Lascio il mio messaggio nel diario di vetta, chiuso in una cassettina attaccata alla croce, poi, dopo aver salutato un’altra coppia di tedeschi (anche questa un po’ strana, la donna ride e basta) arrivati sul Collecchio, mi rincammino verso le 11. Le nuvole ormai non sono più nuvole, il cielo infatti è quasi completamente grigio e avvolto da una cappa di nebbiolina che scende rapida e compatta, forse la pioggia arriverà prima del previsto. Il sentiero n.145, quello che sto ora seguendo, è all’inizio composto da pietrisco, ma in breve si affaccia sul primo altopiano dove si vedono da più vicino i primi laghetti della Valle Lago Corvo. Incrocio due ragazzi meridionali che, in compagnia di una guida forestale e il suo cane, stanno salendo verso il Collecchio. Se non si sbrigano la pioggia li sorprenderà. La guida mi chiede del mio tour, avendo notato le dimensioni dello zaino, e quando gli spiego, mi fa i più vivi complimenti. Alla fin fine non devono essere così frequenti questi tipi di trekking in solitaria. E sentirsi fare i complimenti da una guida, per quanto fin qui fatto, è sempre un motivo d’orgoglio.


La cassettina sul Collecchio
Prosieguo del sentiero 145












Continuo la discesa passando in mezzo a questi primi piccoli laghetti, per poi arrivare ai più grandi, di cui uno con un impronunciabile nome tedesco, e infine l’invaso del Lago Corvo. E’ sorprendente come questo piccolo lago alpino sia profondo ben 20mt!! Su uno sperone roccioso, la vista sul Lago Corvo e sui verdi pascoli sottostanti e davvero incantevole, mentre la vista del Rifugio Stella Alpina, a un passo da queste meraviglie della natura, mi invita ad accelerare il passo, visto che le prime gocce di pioggia (ma soprattutto il boato di alcuni tuoni) cominciano ad arrivare. Metto comunque la giacca impermeabile e il copri zaino, e infatti dopo poco le gocce diventano un vero acquazzone, ma ormai sono al rifugio, e la scarica d’acqua evitata per un pelo.

Il messaggio del Mago
In vista dei primi laghetti









Lungo questo ultimo tratto, percorso a passo sostenuto, anche greggi di pecore e di mucche a far da rumoroso contorno. Certo che se non fosse arrivato il temporale, avrei omaggiato questi bei laghetti da più vicino. Entro nell’atrio del rifugio, stavolta sono le 12.10, in anticipo di un’ora rispetto all’usanza ehehe.. L’atrio è ben affollato di altre persone che sono corse per evitare l’acqua, donne attempate, una coppia di signori, e in fondo ai tavoli un signore con due ragazzini. Mi tolgo subito di dosso la giacca e la maglietta sudata, tolgo gli scarponi un po’ fangosi, una rapida sistemata ed entro nel rifugio. Lo Stella Alpina, come il Doss dei Gembri, non è un rifugio S.A.T., ma una struttura privata, e un’importante opera di ristrutturazione è in corso. L’ingresso è accogliente, qualcuno è seduto per il pranzo; chiedo subito anch’io di mangiare qualcosa e in breve davanti a me un consueto piatto di pasta al ragù è pronto per essere mangiato. Entrano e si siedono anche il signore con i ragazzini; faccio così conoscenza con loro, sono Luca, suo figlio Matteo e l’amico Samuele. A loro si unisce il figlio dei gestori, il piccolo e timido Aldo. E’ un’allegra e simpatica compagnia, mi raccontano che, ormai da ben sei anni, salgono su da Trento e vengono a fare visita a questi bellissimi laghetti e alla famiglia che gestisce il rifugio. Aldo li aspetta felice tutti gli anni. Dormiranno qui anche loro stanotte, come sempre da sei anni.











A sinistra, il Kirchbergsee (ma che voldì??), a destra il Lago Corvo

Dopo il pranzo vengo accompagnato di sopra alle camerate. L’impressione, di sopra, è completamente diversa. Non che sia un difetto, ma al rifugio Stella Alpina, ai piani più alti, si respira un’aria più..d’annata..
Il corridoio antistante le camerate, con il suo filo teso in mezzo e i panni ad asciugare, mi sa tanto di baita di Heidi..La camerata, poi, tutto un programma: otto lettini vecchiotti tutti appiccicati l’uno all’altro, nemmeno uno spazio dove appoggiare qualcosa..sì, sono sicuro! E’ la cameretta degli otto nani!! Il fatto che di sotto abbia visto un gruppo di otto persone arrivare, mi fa presagire che stanotte ci sarà un bella baraonda.. Sicuramente questo rifugio è molto caratteristico! Faccio una rapida doccia (anche il bagno mostra l’età) ed esco nuovamente fuori, c’è di nuovo il sole, così approfitto per scrivere due righe e, visto che dalla Val di Rabbi arriva un po’ di segnale del telefonino, mando sms e chiamo l’amico Lorenzo, domani dovremmo incontrarci al mio ritorno al Campeggio.

Bello scenario in vista del Rifugio Stella Alpina

Verso le 16.10 il barometro comincia ad abbassarsi sensibilmente, domani il sole sarà una chimera.. Osservo da qui, davanti il rifugio, la lontana Val Cércen, finché il versante di un pendio non me la nasconde alla vista. Un’idea comincia a balenarmi nella testa, dapprima in maniera un po’ vaga, poi si consolida fino a considerarla una fattibile possibilità: dato che domani probabilmente la pioggia potrebbe più o meno farmi compagnia tutto il giorno, e che la tappa sarà lunghissima (25km) e, al settimo giorno, durissima (+1600mt di dislivello), mi convinco che, partendo prestissimo e tenendo un buon passo, potrei terminarla già per l’ora di pranzo, e partire prima possibile per casa. Sarebbe una bella sorpresa per Alessandra e Dario, visto che mi aspettano fra due giorni. Certo, sarebbe un massacro..finora non ho avuto praticamente nessun grosso problema fisico o di tenuta, ma questa sarebbe davvero una scommessa. Talmente intrigante, però, che sarà il mio obbiettivo per domani. Concludere l’Alta Via del Mago con una bella prestazione!!











Il Rifugio Stella Alpina e un tipico abitante della zona!

Torno dentro e mi siedo insieme a Luca, Matteo, Samuele e Aldo, ci raccontiamo a vicenda le nostre avventure, è una piacevole compagnia; stasera farò cena con loro. Un’ottima cena: mi aspetta una zuppa d’orzo, e a seguire uova, speck e patate! Ho già l’acquolina in bocca.. Poi loro escono per una passeggiatina ai laghi, io invece non ne ho voglia, ho passeggiato abbastanza.. Prima di tornare in camerata, una cartolina mi cattura l’attenzione: al centro il Cevedale, e tutto intorno le foto di tutti i rifugi che ho visitato in questa settimana; sarà il souvenir ufficiale dell’Alta Via del Mago! Salgo di sopra a posare della roba e trovo, avvolti in un lettino, una coppia di fidanzati che spero proprio di non aver interrotto sul più bello..ma cavolo..anche loro.. Più tardi farò la conoscenza del ragazzo, un tipo schivo, argentino, con un po’ di strabismo, che mi dice sempre sì. Boh.. Apprendo solo che domani scenderanno a Rabbi e prenderanno un pullman per il Campeggio Peio, con destinazione la Val Pusteria. Evito di chiedergli se volessero unirsi a me, tanto mi avrebbe detto di sì per sbaglio!!

MagoZichele riposa davanti il rifugio
Veduta dal Rifugio Stella Alpina










In serata, ecco che arrivano gli amici tedeschi! Per due giorni abbiamo sempre fatto lo stesso percorso, anche se oggi loro hanno deviato leggermente, scendendo nella Val d’Ultimo e risalendo da un altro passo, probabilmente facendo un giro più lungo del mio. Domani termineranno il loro tour a Rabbi, e da lì pullman fino a Malè. Si chiamano (finalmente ci presentiamo a dovere) Christian e Regine, sono di Monaco di Baviera, e anche loro si uniranno alla nostra allegra tavolata per la cena. La giornata si avvia tranquilla al termine, e prima della cena mi arriva già l’e-mail di Marco, conosciuto in occasione della salita alla Cima Cevedale. Mi manda le foto fatte insieme e soprattutto quella fatta con Sergio sulla vetta! Sono molto contento, perché cominciano ad arrivare i primi contatti al Mago! Rispondo a lui e scrivo anche un’e-mail al rifugio Larcher, per salutarli ed aggiornarli sulla mia alta via.

Da sinistra: Matteo, Samuele, il fenomeno di Verona, Aldo, Luca, Christian, Regine, MagoZichele

La cena passa davvero allegramente, al tavolo si è unito anche un altro ragazzino, credo di Verona, insieme ad un suo zio napoletano che, stanco morto, fatica a seguire le conversazioni, e dopo aver ripreso un po’ d’energie alla parola “strudel”, abbandona il campo e si ritira in camera. Suo nipote, invece, insieme a Matteo, Samuele e Aldo, tengono banco intrattenendoci in un tripudio di risate. Fra indovinelli, giochi di prestigio (supervisionati ovviamente dal Mago..ehehe..) e aneddoti, anche Christian e Regine si sbellicano dalle risate. Alla fine una bella foto tutti insieme e la promessa di una visita al blog!! Dopo gli scambi di e-mail, e preso accordi con la disponibilissima signora del rifugio (visto che domattina saranno tutti a letto quando andrò via), li saluto tutti davvero calorosamente, dopotutto sono le ultime persone conosciute durante questa fantastica settimana. In camerata predispongo tutto per una rapida levataccia, e ancora presto mi infilo nel sacco lenzuolo, domani l’Alta Via del Mago finirà con un’epica traversata finale!!

MagoZichele


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