O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

sabato 18 agosto 2012

[Come è andata??] A.V.M. - 6a Tappa [29/07/2012]

Oggi è la tappa finale, oggi l’Alta Via del Mago finisce con il ritorno al Campeggio Peio, oggi MagoZichele corona un sogno durato un anno e, per un bel po’, il desiderio di montagna, quella vera, si placherà.


La nottata passa veloce al Rifugio Stella Alpina, anche perché alle 4.30 sono già in piedi. Cerco di fare minor rumore possibile per non svegliare la coppia di fidanzati compagni di camerata, e non accendo nemmeno la luce, indossando la torcia frontale. Scendo, le scale di legno scricchiolano nel silenzio generale. L’anziana gestrice del rifugio non sarà ancora scesa di sotto, quando me lo lascerò alle spalle. Fatico un po’ a trovare le luci della sala, già apparecchiata per tutte le colazioni, ma dove spicca a centro tavola un thermos già pronto per me con del the. Solita grande e abbondante colazione (oggi le calorie se ne andranno) poi esco già coperto di giacca impermeabile e copri zaino. Spengo le luci della sala, e saluto l’ancora sonnolento rifugio.

h5.40, il Mago parte per la 6a tappa!
La discesa lungo il sentiero n.108bis










Ecco subito la prima piacevole sorpresa: nonostante le previsioni meteo funeree, nonostante stanotte un bell’acquazzone si sia fatto sentire, il cielo, alle 5.40, quando parto, è completamente sereno. Meglio così, cercherò di approfittare tenendo un buon passo finche si manterrà così. Il pensiero corre alla lunga risalita della Val Cèrcen fino all’omonimo passo, spero di evitare almeno fin lì la pioggia, dove finirà la salita. Imbocco subito il sentiero 108bis, quello che scende ripidamente e in maniera diretta solcando la Valle Lago Corvo, una soluzione, questa, discussa ieri sera con Luca e volta ad accorciare un po’ la tappa. Secondo lui in 8 ore di cammino dovrei farcela, tenendo conto del mio buon passo.

Il sentiero nonostante sia in discesa è comunque impegnativo perché scivoloso, tutto è bagnato per via della pioggia notturna, devo stare ben attento a non fidarmi dei sassi, quando capita di doverci scendere. La discesa complessiva mi impiegherà comunque, nonostante i tagli, per 5,5km di costante e moderata discesa. Via via il sentiero si incrocia con le strade forestali, in qualche caso percorrendone qualche tratto, per poi immettersi di nuovo nel bosco o nelle pinete sempre più fitte. Alla malga Paludè Bassa le mucche stanno appena uscendo dalle stalle, una sembra fare da guardia al casolare dei padroni. Piano piano si comincia a sentire i rumori del fondovalle, della vita che comincia a riprendere i ritmi di una nuova giornata. Il sole timidamente fa capolino nella verde Val di Rabbi, quando comincio a intravederla. Mi trovo a Cavallar e nel frattempo, dopo che già in precedenza avevo tolto giacca e copri zaino, devo già cambiare maglietta. Avevo paura del tempaccio e avevo messo su una maglia a maniche lunghe più pesante, che adesso è già zuppa di sudore.

Alla Malga Paludè Bassa
In vista della Val di Rabbi










In breve arrivo al piccolo paesino di Piazzola, dove solo qualche auto e pullman passano a dare un po’ di movimento, sono le 7.00 ma non c’è molto movimento. Di fronte a me, in alto, il verde dosso del Monte Sole. Scendo lungo una bel sentiero erboso e arrivo infine a Fonti di Rabbi, dove su un ponte in legno supero il Torrente Rabbies che quaggiù è molto più impetuoso; ripenso a quando l’ho visto, ancora “giovane”, suddividersi in più ramificazioni, nella verde spianata ai piedi del Rifugio Dorigoni. Dalla parte opposta della strada, poco più su, vedo già l’inizio della sterrata che fa da ingresso alla Val Cércen. Le foto e i video oggi sono poche e rapidissime, il cielo è ancora completamente e insolitamente sereno, visto come erano le previsioni. Sono all’imbocco della forestale alle 7.10. Un’ora e mezzo precisa per scendere dai 2425mt del Rifugio Stella Alpina ai poco più di 1200 di Rabbi Fonti, quando i cartelli indicavano se non sbaglio 2h 30min. Beh, il passo è decisamente buono, ma da ora in poi comincia la salita!

Bel sentiero fra Piazzola
e Fonti di  Rabbi
Osservando la segnaletica scopro che i tempi di percorrenza sono di 4h 30min per il Passo Cércen, e di ben 7h 30min per Peio! La cifra un po’ mi sorprende, perché se ricordo bene, Remo e Cinzia mi avevano detto che si sarebbero trattate di 6h. In ogni caso 6, 8 o 10 ore, poco importa, la strada sempre quella rimane. Comincio senza indugiare troppo la larga sterrata forestale, intorno per adesso solo alberi, il bosco è bello, fitto e profumato degli odori del mattino. La risalita della Val Cércen mi terrà costantemente impegnato nel camminare, e le impressioni che avrò saranno per lo più quelle catturate strada facendo, senza troppe pause o riflessioni. Ogni tanto alcuni cartelli fanno pubblicità alle vicine malghe ora riconvertite a ristoranti o trattorie, magari se una l’incontrassi lungo la strada mi farei preparare un panino col formaggio..ma che sto dicendo? So già che non ci saranno malghe-bar lungo il percorso.. Mi sento molto rinfrancato, sto andando come un missile e penso proprio che riuscirò anche nell’ultimo desiderio della giornata, quello di arrivare stasera a casa in anticipo di un giorno e fare una bella sorpresa alla mia famiglia.


I tempi la dicono tutta...
Il Mago si inoltra nella Val Cércen











Arrivo al parcheggio Fontanon, da qui si diramano tutti i sentieri per le escursioni alle malghe limitrofe, controllo i tempi sui cartelloni e vedo che sono costantemente in largo anticipo, il morale è alle stelle, ho già percorso fin qui 9 km ma sono ancora a 1550mt, manca ancora tanto al Passo Cércen. Qualcuno deve aver deciso, forse, di arrivare al passo, visto che c’è un’auto posteggiata. Proseguo, la salita, inizialmente debole, ogni tanto comincia a dare segni più marcati, quando si tratta di superare piccoli pendii, ma tutto sommato non è niente di così impegnativo. Al ponte Cércen (qui tutto prende il nome dalla valle), intorno ai 1700mt, faccio una sosta per bere, mangiare e fare un nuovo cambio di maglietta. Il passo deciso e il numero dei km, uniti al fatto che ora sono sotto il sole, mi fanno ovviamente sudare abbondantemente, e sento arrivare improvvisa anche la fame, che ogni tanto va mitigata in qualche modo.

Il sentiero n.109 salendo lungo la Val Cércen

Seguo con attenzione l’indicazione dell’altitudine, e ogni cento metri faccio mentalmente una tacca, per esorcizzare il notevole dislivello odierno. La valle comincia ad aprirsi un po’ lasciando lo spazio a prati spettacolarmente verdi, illuminati dal sole mattutino. Ecco davanti a me i proprietari dell’auto, una ragazzo e una ragazza che mi vedono passare come un fulmine. La loro non deve essere sicuramente una lunga tappa.. Ci salutiamo al volo e proseguo lungo la sterrata che comincia a salire improvvisamente intorno ai 1800mt, guadagnando quota. Svolto una curva e vedo scendere lungo la forestale una mandria di mucche che scendono al pascolo. Cerco di spostarmi fuori dalla sterrata ma, un po’ sorprese, un po’ spaventate, si buttano nel campo sottostante incuranti dei fischi del muccaio (si dirà così??..). Quando sono passate tutte e mi raggiunge lui, gli chiedo amichevolmente se gliele ho buttate fuori pista e lui taglia corto dicendomi di sì! Dispiaciuto, gli faccio le mie scuse, ma mi risponde che non è un problema, che non devo preoccuparmi. E’ il solito modo semplice di questa gente di montagna che ritrovo anche in questa occasione: ho fatto una domanda, e lui mi ha risposto candidamente quello che pensava, senza falsi perbenismi e senza rancori.

Il verde acceso e lussureggiante della bellissima Val Cércen

Proseguo, la sosta ha permesso alla coppia incontrata poco fa di raggiungermi, e mentre camminiamo gli chiedo della loro destinazione: anche loro sono intenzionati a raggiungere il passo, se ce la faranno. Il tempo è ancora bello. Dopo un ripido tornante, osservando una mucca che si è persa dalla mandria infilandosi nel bosco d’un verde incredibile che comincia a conquistarmi sempre di più, sono in vista della Malga Cércen Bassa, a quota 1969mt. E’ un momento importante, sto per superare nuovamente i 2000mt ma soprattutto ho superato da poco metà del dislivello necessario (+800mt), sul totale previsto, per la salita al passo. Il ragazzo e la ragazza sono nuovamente staccati.

La Malga Cércen Bassa (1969mt)
Un verde che conquista sempre di più










Da questo momento in poi, qualcosa comincia a cambiare. Non so, sarà per la maggiore altitudine, sarà per averla guadagnata in un tempo relativamente breve, saranno i km fatti che sono già più di 12, sarà che mi sono alzato alle 4.30, sarà un insieme di tutto questo sommato alle fatiche di una settimana incredibile, ma comincio a sentire affanno. Tanto affanno. Dapprima in maniera velata, quasi inconscia, come quando, salendo verso la Malga Cércen Alta, trovo una sorgente lungo la strada e quando comincio a bere non riesco a staccarmi più. La consapevolezza della grande stanchezza che mi sta assalendo improvvisamente, tuttavia, arriva appena superata questa seconda malga, a 2147mt. Intanto la strada forestale finisce, e per salire verso il passo comincia un tipico sentierino di montagna. Ne ho fatti di peggio, in questa settimana. Ma questo mi sembra incredibilmente duro, i neuroni che arrivano dalle gambe portano pessime notizie, il morale cala vistosamente, in così poco tempo mi ritrovo in una situazione mentale affatto positiva. Intanto cominciano a formarsi i cumuli di nuvole sui rilievi, quindi alla stanchezza si associa uno strano effetto dominato dall’idea di beccarmi la pioggia. In realtà non dovrebbe essere un problema così difficile da affrontare mentalmente, già da stamani sapevo che la pioggia mi avrebbe accompagnato, ed anzi, finora è andato anche troppo bene! Ma non c’è niente da fare, quest’ultima durissima tappa, che finora avevo definito durissima solo a parole, adesso si rivela nei fatti mandandomi in crisi, lo ammetto. Dentro di me, però, in fondo in fondo, sento che contemporaneamente è quello che avrei desiderato, per quest’ultimo giorno..

Dalla Malga Cércen Alta (2147mt), vedo il passo che mi attende..

A 2300mt di altitudine alzo bandiera bianca, sono ufficialmente cotto e mancano ancora 300mt di dislivello fino al passo, che già da qui vedo severo, aspettarmi nella sua lieve conca. Le nuvole corrono veloci e ogni tanto sembrano impigliarsi nelle cime vicine, dietro di me il panorama sulla valle è splendido. Vedo i due ragazzi che ancora devo arrivare alla Malga Cércen Alta, forse hanno visto le nuvole e cominceranno a domandarsi se è meglio proseguire o meno. Durante la sosta bevo e mangio nuovamente, spero di acquistare un po’ d’energie perché mi sembra davvero di non averne più. Non penso nemmeno al fatto che arrivato al passo in realtà ne avrò ancora per 8-9km. Mi interessa solo arrivare a questi maledetti 2600mt!!

Riprendo, ma la pausa sembra avermi ridato poche forze. Il passo non è più tanto deciso, e ogni 20-30 passi devo fermarmi per rifiatare e aspettare che le gambe siano un po’ meno indolenzite. Verso i 2400mt trovo un gruppo di mucche solitarie al pascolo tutte nei pressi del sentiero, gli passo molto vicino e, mentre alcune mi osservano incuranti, qualcuna sembra non gradire la mia presenza, muggendo e scalpitando gli zoccoli mentre viene nella mia direzione. Vorrei aumentare il passo, ma non ce la faccio, e meno male che quella più brontolona si da una calmata, ci mancavano anche le mucche black block..

Ci mancavano le mucche pazze...
Passo Cércen in vista, a Pozza Grande











Arrivo ai 2500mt, una piccola spianata prima dello sbalzo finale del passo. Un cartello chiama la zona “pozza grande”, ma non capisco se sia riferita a qualche specchio d’acqua che comunque ora non c’è. Per terra, una composizione naturale d’effetto: sopra una cacca secca di mucca, sono nati addirittura dei funghi..quando si dice una vita di merda.. Guardo verso il passo, ora è davvero vicino, vedo distintamente i cartelli. Attraverso anche la pozza grande e sono in breve all’ultima salita finale. Un po’ d’emozione comincia a montare, siamo agli sgoccioli di questi 1400mt di dislivello iniziati da Fonti di Rabbi.

L'ultima salita prima del passo
Queste considerazioni non servono comunque a dare una spinta finale, anzi, adesso ogni 10 passi devo fermarmi, e come riparto sento subito queste dannate gambe pesanti da sollevare e l’ossigeno che non basta mai per poter proseguire. Questi ultimi 100mt di dislivello sembrano non finire mai. Vedo la cresta sommitale non arrivare mai, solo questo sentiero che sale inesorabile il versante nordest del passo. Il vento rinforza sempre di più, mano a mano che mi avvicino, preludio inevitabile a cosa mi aspetta al di là. Ecco, il sacrificio e insieme la soddisfazione si impadroniscono di me.

Attimi, forse pochi passi ancora, cadenzati dall’affannoso respiro, poi infine eccolo, il Passo Cércen!! Accendo la fotocamera e filmo gli ultimi istanti prima dell’arrivo, sono le 10.25, in 3h e 15min, un tempo per me incredibile (a Fonti di Rabbi il tempo indicato per il passo era 4h 30min!!), sono di nuovo sopra 2600mt!
Una bordata di vento gelido mi accoglie, di fronte a me, sopra Peio e la Val de la Mare, una perturbazione sta avanzando inesorabile e ha già inghiottito il Vioz. Comunque almeno fin qui non ha mai piovuto, e questa è stata una gran fortuna. Mentre commento il filmato, mi rendo conto di avere anche la voce fioca per l’eccessivo sforzo nel respiro affannato, il panorama ovviamente non è quello che mi sarei aspettato, ma va bene lo stesso, sono felice e molto emozionato, quando comincio ad osservare la vallata opposta e rivedo Malga Saline, dove mi ero fermato sei giorni fa a pranzo ed avevo fatto la stessa cosa. Mancano ancora 8km, ma è come se questo fosse il vero traguardo dell’Alta Via del Mago, e mentre giro la fotocamera per riprendermi, l’emozione prende davvero il sopravvento..mi tocca fermare il video..


Dietro di me la Val Cércen mi saluta, il suo verde intenso mi rimarrà per sempre impresso nella mente. Dopo qualche rapida foto, devo di corsa indossare la giacca e mettere il coprizaino, perché la pioggia sembra arrivare a momenti. Nel frattempo, mi raggiunge sul passo un signore con una MTB (!); ci salutiamo e anche lui riparte velocemente per evitare la pioggia. Gli dico di avvisare i ragazzi che mi seguivano, eccoli, li vedo, saranno ancora sui 2300mt.

Natura trash a Pozza Grande...
MagoZichele esausto al Passo Cércen











Comincio la lunga discesa verso Peio, ma insomma, ora è tutto passato, magicamente spariscono dolori e stanchezza, adesso è tutta un’altra cosa! Dopo un po’ comincia a piovere, ma anche se inizialmente sembra debba venire il finimondo, tutto si risolverà in un po’ di goccioloni. Il panorama da questo versante è molto aperto, posso osservare a 180° tutta la vallata sottostante e spingermi con lo sguardo fino al Pian di Venezia e al Cevedale. Anche da questa parte, alcune mucche poco disturbate dalla pioggia. Il sentiero scende dolcemente sul tratto iniziale, poi si fa decisamente più ripido, per scendere fino ai pendii sottostanti preludio alla grande Malga Levi.

Ultimo sguardo sulla Val Cércen
Dal passo rivedo Malga Saline...









Verso sud il cielo è già nuovamente sereno, il contrasto di luce verso la Presanella è molto bello ora. Davanti, sono invece in una posizione in cui riesco a scorgere le acque del Lago Pian Palù, altri ricordi di 10 anni fa.. Superato un brevissimo tratto di bosco, trovo alcuni vitelli al pascolo, e di lì a poco arrivo in vista di Malga Levi, la prima delle due grandi malghe che incontrerò durante la discesa dal Passo Cércen. Sto anche per tornare definitivamente sotto i 2000mt. Alla malga, un fischio inconfondibile mi accoglie, e sopra un masso, una marmotta decisamente appesantita mi osserva in piedi in tono di sfida.  La saluto e proseguo. Poco metri più in basso, prima di rientrare con il sentiero in un altro bosco, guardo verso nord e rivedo, lontana ma ben distinta, la sagoma del rifugio Larcher, come del resto quella del rifugio Mantova su al Vioz. Anche qui il cielo va velocemente liberandosi delle nubi, e limpido com’è dopo il passaggio della breve perturbazione, favorisce le visuali dei panorami. Cerco di coglierne più possibili con la vista, perché saranno gli ultimi. Una bella foto ricordo, superata anche Malga Borche, include Peio paese fino alla vetta del Vioz.

Arriva un po' di timida pioggia
Veduta del Lago Pian Palù









Adesso che sto scendendo, aumenta il caldo, ma sono ancora vestito con la giacca impermeabile! Dovrei fermarmi, ma ormai questa discesa sta proseguendo d’inerzia, cadenzando ogni passo con le musiche preferite che mi passano per la testa, e osservando di volta in volta il panorama che cambia forma. Comincio a sentire i rumori del fondovalle salire dal basso, il suono delle campane e la voce microfonata di una messa all’aperto sicuramente invogliata dal sole che ora scalda tutta la Val di Peio. E’ il momento di fare due conti di come regolarsi per le prossime ore. Allora prima chiamerò Lorenzo al campeggio che forse non si aspetterà di sentirmi già così presto a Cogolo, poi chiamerò i miei avvertendoli di non dire niente ad Alessandra del mio rientro a sorpresa. Infine, penso sia arrivato anche il momento di chiamare per la prima volta al telefono l’amico Daniele, conosciuto casualmente tramite il blog e con il quale ho instaurato una corrispondenza e un’amicizia che ci lega dalla comune passione per la montagna. Molto bello, tra l'altro, sul suo sito, il "prologo" all'Alta Via del Mago. Appena finite queste considerazioni, ne parte contemporaneamente un’altra, dal tono decisamente malinconico: di fatto, non sto più ragionando su come organizzare le giornate di questa Alta Via..segno che siamo alla fine?? Voi che dite??

Bella veduta sulla Presanella passata la pioggia

Finito un lungo tratto in discesa con della vegetazione abbastanza rigogliosa, per essere un sentiero segnato del Trentino, arrivo in una larga sterrata dove perdo un po’ di fisionomia con il sentiero che avrei dovuto seguire, se confrontato con la mappa. In effetti anche il gps dice che sono un po’ fuori pista, ma non è un problema a questo punto, in questo fondovalle la rete di strade e sentieri è molto fitta e non sarà un problema ritrovare la via più breve. E’ comunque l’occasione per una sosta dove mi tolgo quanto di pesante ho addosso e mi cambio con l’ultima maglietta ancora pulita e asciutta disponibile, lasciata proprio per l’arrivo. Accendo il cellulare, che avevo spento al passo temendo l’arrivo di un temporale, e subito una selva di messaggi arriva da moglie e genitori che non avevano ancora notizie da parte mia, quest’oggi. E’ poco più di mezzogiorno, e sono ormai a un passo da Peio. Dopo una bella e rinfrescante bevuta, mi rimetto in spalla lo zaino pesante, sarà l’ultima volta che compierò questo gesto.

Arrivo a Malga Levi
Malga Levi's Queen of Marmots!!











Rientro subito nel sentiero n.109bis e dopo una breve e ancora ripida discesa fra le fronde verdi delle piante a basso fusto, sono in vista delle case di Cogolo di Peio; sono le 12.25, la traversata da Fonti di Rabbi mi ha impegnato per 3h 15min, e al cartello ne erano indicate ben 7 e mezzo!! Mi rendo conto di aver fatto a livello personale un’impresa, in quest’ultimo giorno; comunque è una soddisfazione tutta interiore, perché la stanchezza non mi permetterà di esternarla nemmeno quando troverò Lorenzo. Lo chiamo al telefono, si trova in campeggio che sta preparando il pranzo, si offre di venirmi a prendere ma..ormai..è una questione d’orgoglio, devo finire con le mie gambe! Mentre parlo con lui attraverso il paesino e rivedo luoghi già visitati con Alessandra, il negozio di articoli sportivi, l’insegna della rosticceria Al Volt, la fontana con dietro la chiesina, e il mitico stabilimento dell’acqua Pejo (allora venimmo via di qua con 12 bottiglie di acqua Pejo, manco fosse grappa finemente distillata..).








Durante la discesa rivedo per l'ultima volta i Rifugi Larcher al Cevedale e Mantova al Vioz

Pochi riflessi di memoria su queste vecchie pietre, e il paese è già alle mie spalle. Fino al campeggio seguirò la normale strada asfaltata, tre quattro tornanti per risalire fino ai 1300mt del piazzale dove la mia auto mi aspetta, dentro già pronti vestiti di ricambio e il necessario per un pranzo. In perfetto orario, anzi in anticipo sul previsto, per la mia sorpresa finale. Mentre salgo, telefono ai miei genitori, informandoli dunque sulle mie intenzioni e rassicurandoli sul fatto che torno a casa (una settimana fa non gli avevo detto nemmeno che partivo..). La montagna è ormai lontana, improvvisamente mi sembra sia passato così tanto tempo..un’euforia nuova prende il posto di tutte le emozioni e sensazioni durate fino a poche ore prima: è il momento del ritorno del Mago!!

In prossimità dell’incrocio per il campeggio, un’auto mi viene incontro suonando il clacson: è Lorenzo!! Mi è venuto lo stesso incontro, dice, perché al telefono la mia voce gli era sembrata troppo “stanca”. Lui è la prima persona che rivedo, delle mie zone, e confesso che questo nostro incontro lungo la provinciale n.87 mi emoziona un po’. Ormai fedele alla mia cocciutaggine, declino anche questo suo invito ad un passaggio, però ne approfitto per cedergli la mia fotocamera, cosicché potrà filmare l’arrivo di MagoZichele al traguardo dell’Alta Via del Mago!

MagoZichele a Cogolo di Peio!!

Poco dopo, mentre arrivo, alle 13.00, lo vedo che mi riprende davanti al piazzale del campeggio, ed è meglio così, che abbia trovato lui per festeggiare, se ci fossi arrivato da solo chissà..avrei fatto una figuretta mettendomi a piangere, vai a sapere.. Il programma della giornata prende anche tutta un’altra piega, perche Lorenzo mi invita a mangiare alla loro roulotte, e stavolta senza che possa fare obiezioni. Confesso che per me, l’invito finale al Rifugio “Carrai” è stato un toccasana, perché ero davvero stremato. La voce fioca, gli occhi che faticano a stare bene aperti, la postura un po’ inclinata, questi 25km finali sono stata una botta tremenda e insieme di adrenalina.



Ospite della famiglia Carrai vengo rifocillato a dovere, un servizio davvero impeccabile!! Le chiacchiere e i racconti si susseguono a vicenda, la sorpresa ad Alessandra è a questo punto definitivamente accantonata, quindi la chiamo e gli confesso che sarò di ritorno ma la sera sul tardi. Dopo il pranzo, Lorenzo mi accompagna a salutare, come avevo loro promesso, Remo e Cinzia, una conoscenza davvero piacevole che mi ha tenuto compagnia in pratica per quasi tutta la settimana, a giorni alterni. Alle 16.00 sono pronto per ripartire verso casa, saluto Lorenzo augurandogli di trovare del bel tempo per i prossimi giorni. Lungo la statale della Val di Sole, la radio mi tiene compagnia con i commenti sportivi delle Olimpiadi 2012 che sono iniziate da ieri. Il pensiero corre subito a quelle 6 ore dopo, quando riabbraccerò tutti, quando le cinque dita di MagoZichele saranno di nuovo riunite, quando orgoglioso mostrerò al mio bimbo le foto che ho scattato su questi monti alti alti.. La telefonata a Daniele (che ringrazio anche in questa occasione per l'ottimo "epilogo" da lui scritto sul suo sito) sfuma per l’avvicendarsi degli eventi finali, ci sarà un’altra occasione, certo non mi sembra il caso di chiamarlo da un Autogrill!!

I gestori del "Rifugio Carrai" :-)
Il sogno si placa, il Mago torna a casa!











Durante il viaggio, innumerevoli sono le volte dove, con la mente, torno a rivisitare gli eventi di questa fantastica settimana, le persone conosciute. Il morale è davvero alle stelle, il senso di appagamento è totale, sono riuscito nella mia personale impresa, nel mio sogno durato un anno e infine avveratosi, nella mia personale

ALTA VIA DEL MAGO !!!


MagoZichele


Il sogno diventato realtà..veduta su Peio e il Monte Vioz
ALTA VIA DEL MAGO 2012
( 23-29 LUGLIO )

88,5 Km percorsi
24 h 40 min di marcia complessiva
6535 Kcal consumate
7300,8 mt dislivello in salita

4 commenti:

  1. Complimenti! Davvero un bel giro ma soprattutto sei riuscito a far trasparire le emozioni che si vivono quando per la prima volta si visitano certi luoghi, specie in solitario. Credo che tali viaggi plurigiornalieri vadano proprio intrapresi da soli, relativamente al fatto di non avere con sè persone già conosciute nella vita "civile", poi sulla strada si incontra chi come te è lì a faticare e godere della natura e allora la condivisione diventa un fatto spontaneo e sincero. Da trentino devo dire che i tuoi video mi fanno sorridere quando sento la tua pronuncia del monte Viòz ;) ciao, Daniele

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    1. Ciao Daniele, non posso che ringraziarti! Commenti come il tuo sono proprio quelli che mi fanno più piacere, perche significa che hai avuto (soprattutto) la pazienza di leggerti tutto la mia avventura, anziche limitarti a fare una visita sul mio blog solo per semplice ricerca di informazioni. Per questa estate, salvo imprevisti, ho in programma una cosa simile, ma un po' più a nord, dai tuoi cugini altoatesini, al cospetto del Re Ortles!!

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    2. Prego, ho letto tutto con piacere, specie per le emozioni che hai provato e che riesci a trasmettere bene. Troppo spesso purtroppo capita di leggere resoconti nei quali si confonde l'esperienza del cammino con l'impresa sportiva, del tipo che se non vai a scalare l'Everest è come se non avessi fatto nulla; invece io come te, pur essendo trentino, non ho grandi esperienze di quota, perchè amo camminare ma non scalare, oltre al fatto che soffro di paura del vuoto, per cui certe cime mi diventano ardue da visitare. Tu ora ti sei superato, ma anche io ho come quota massima raggiunta ho i 2965 metri del passo di Saènt, vicino a dove sei passato tu, e desidero andare sul Viòz anche per questo, per misurarmi con quote più alte. Il mio interesse, nato sulle pagine di Girovagandoinmontagna, è anche dovuto al fatto che io stesso quest'anno voglio intraprendere viaggi itineranti di questo tipo. In realtà uno l'ho già iniziato, avevo in programma di andare da casa (Trento) a Roma a piedi, percorrendo da Fidenza in poi la via Francigena. Purtroppo salendo un sentiero verso la Cisa mi sono procurato un banale quanto doloroso stiramento al tibiale che mi ha fatto desistere ad Aulla. Ora sono appena guarito e spero di poter ripartire a breve per completare il percorso, ne manca poco più della metà, da Aulla a Roma. Ma in estate vorrei fare qualcosa qui sui miei monti, tipo il tuo viaggio qui descritto, stavo pensando a un attraversamento del Trentino da ovest a est, ma vedremo dopo il mio ritorno, mi auguro, da Roma. Anche perchè il cammino mi è così piaciuto che sto già pensando ad altri viaggi zaino in spalla e scarponi ai piedi, come la via Francigena del Sud o il Cammino di Santiago o le vie di Olaf in Norvegia. Sogni :) Approfitto per farti una domanda. Accenni spesso a un pannellino solare con cui ricarichi cellulare e gps, li ho visti nei negozi online ma non ho mai approfondito. Mi daresti qualche informazione al riguardo? Sono davvero utili? Grazie e ciao :D

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    3. Ciao Daniele, il pannellino che uso è anch'esso descritto nel mio blog --> http://magozichele.blogspot.com/2011/04/universal-swiss-charger-plus.html

      ciao e grazie ancora

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