Il Percorso
[per la cartina vedi la prima tappa del Giglio]
L’ultima tappa gigliese ci porta
fin su la cima del Poggio della Pagana, il rilievo più alto dell’isola, a 496mt
di altitudine. Per arrivarci possiamo percorrere il crinale della catena di
poggi (più impegnativo), o semplicemente seguire un sentiero a mezza costa e
salire sul poggio solo quando vi saremo sotto. Le tracce scaricabili sono
relative alla prima soluzione. Dopo aver osservato i bei panorami dal poggio
più alto, riscendiamo su sentierino e successivamente, entrati in una sterrata,
andremo in direzione di Giglio Castello, passando all’interno dei pini di
Poggio della Chiusa, dove tra le altre cose potremo raggiungere un altro
ottimo punto panoramico. Dopo la visita all’antico borgo, su antica mulattiera,
riscendiamo quindi fino a tornare a Giglio Porto. Questa ultima tappa è molto
breve rispetto alle altre, solo 7Km per 250mt circa di dislivello+. Avremo
perciò tutto il tempo di poter visitare comodamente sia Giglio Castello, sia
Giglio Porto, nell’attesa di riprendere un traghetto per il ritorno a Porto
Santo Stefano.
Due foto incollate per l'intero crinale, da Poggio Terneti fino al Poggio della Pagana |
Dislivello+ = 250mt
Il Racconto [05-05-2013]
I buoni propositi di poter
assistere allo spettacolo dell’alba, dalla posizione privilegiata in cui ci
troviamo con le nostre tende, vanno ben presto a farsi friggere già in nottata.
Le previsioni consultate prima di coricarmi già la mettevano per le 3.00, e
puntuale come un orologio svizzero, eccola che la sento picchiettare sul telo
della tenda. Informo della cosa Emiliano che però, nel sonno, mi farfuglia qualcosa
nella sua lingua nottambula. Mi rimetto giù ma sempre con l’orecchio teso.
Alle 5.00 sono di nuovo
completamente sveglio, e visto che non c’è più verso di dormire, tanto vale che
cominci a prepararmi, e che riesca a sfruttare il più possibile questa breve
tregua, finche non arriverà la pioggia promessa proprio per queste ore e
garantita per almeno metà mattinata. Non so perché, ma ho già il presentimento
che, di fronte alla concreta possibilità di beccarsi un bel po’ d’acqua, gli
altri ragazzi non se la sentiranno di seguirmi sul Poggio della Pagana, preferendo
magari tagliare dritto fino a Giglio Castello, se non una rapida discesa verso
Giglio Porto.
Ma quando sono praticamente
pronto per uscire di tenda, già sento che la pioggia ha ricominciato a cadere.
Esco fuori, il cielo è completamente chiuso in ogni orizzonte (peccato per l’alba
mancata) e praticamente do la sveglia a tutti, che dapprima mi rispondono
ancora un po’ sonnolenti, poi quando capiscono che razza di mattinata sta
profilandosi, cominciano anche loro a chiudere tutto in fretta. Mentre aspetto che Emiliano sia
pronto anche lui a uscire di tenda, per poterla ripiegare, mando giù in due
bocconi due barrette che mi erano rimaste nello zaino, tanto per non partire a
stomaco vuoto (certo ora non è il momento di tirar fuori il fornello!)
Quando sono tutti fuori, chiedo
loro cosa abbiano intenzione di fare: Vale e Riccardo sono equipaggiati molto
leggeri, quindi preferiscono scendere giù al porto, e anche Luca la pensa così.
Emiliano, quando esce di tenda, mi dice di essere un po’ “allergico” ai cammini
sotto la pioggia. Ok, come pensavo e oggettivamente inoppugnabile. Per me però ormai questo tour va completato a
ogni costo, e le condizioni meteo ancora me lo permettono; piove abbastanza ma
non abbondantemente e non ci sono temporali. Così dico loro che ho intenzione
di proseguire verso il poggio e poi Giglio Castello, e che il nostro
appuntamento sarà giù al porto per il pranzo celebrativo “con le gambe sotto a
un tavolino”, ovvero in un ristorante.
Ciao Ricca, ci si vede giù al Porto!! |
Provo anche a convincerli che
forse se tirassero dritto verso Giglio Castello camminerebbero praticamente
sempre in piano, e vista la pioggia forse sarebbe meglio contro il rischio di
scivolate, ma invano. E così, sono solo le 6.10 quando saluto tutti e mi
incammino per il sentiero in salita verso i Castellucci. Non è certo un
sentiero difficilissimo, semmai un occhio di riguardo alle pietre che sono un
po’ scivolose, e in breve mi trovo già sulla “spalla”, 50mt più in alto. Mi
volto e rivedo un’ultima volta la nostra sella e Poggio Terneti, poi continuo
la salita per raggiungere la sommità dei Castellucci.
Sulla "spalla" de I Castellucci, uno sguardo indietro al nostro campo, Poggio Terneti e il Sasso Ritto |
MagoZichele sale verso I Castellucci, sotto la pioggia |
Arrivato ai 470mt di questo
poggio, realizzo che già da qui il panorama sarebbe stato davvero bello , se
non offuscato dalle nuvole gonfie d’acqua, quindi proseguo il lenta salita
superando una piccola sella. Nel frattempo si scopre alla mia vista,
finalmente, il Poggio della Pagana con la tipica croce e, mentre faccio per
scendere sulla seconda sella, lo sguardo si sofferma sul crinale di massi che
dovrò risalire per guadagnarmi i metri finali sul poggio.
Il Poggio della Pagana in vista, ma anche il crinale roccioso da risalire.. |
Come ieri mi aveva anticipato il
ragazzo della comitiva incontrata al Capel Rosso, non sembrano esserci nessun
sentiero che risalga questo versante, e la cosa appare ancora più chiara quando
ci arrivo proprio sotto. Sulla sinistra arriva la confluenza con il sentiero
26, e a destra il naturale prosieguo in direzione di Giglio Castello. Davanti a
me, invece, solo un lungo e ripido ammasso di grandi pietre circondate dai soliti
arbusti alti mezzo metro che con le loro foglie creano un tappeto uniforme;
senza possibilità di intuire come sia sotto il terreno.
Vabbè c’è poco da pensare e al
primo spiraglio per le gambe mi infilo fra i rigidi arbusti cercando di
guadagnare prima possibile le rocce. D’ora in poi si stratta di avanzare sulle
stesse, cercando di volta in volta il passaggio o il salto migliore, talvolta
gettando oltre i bastoncini per aiutarsi con le mani. La pioggia aumenta un po’
il ritmo, quasi a voler aumentare anche la mia attenzione su dove posare piedi
e mani. Un’insolita e intima conclusione di questa traversata del Giglio, da
solo, alle 6.30 del mattino, sul crinale roccioso che mi separa da Poggio della
Pagana; per un attimo la mente ritorna all’Isola
d’Elba e alla salita sul Monte Capanne..come ora, anche lì da solo, su un’isola,
risalendo un esclusivo crinale verso il suo punto più alto..
Uno sguardo sul ripido crinale roccioso appena superato.. |
..non resta che puntare dritti alla croce!! |
Finisco il crinale roccioso e
salgo sulla pietra più alta per scattare una foto sul mio passaggio, quindi
proseguo su esili tracce fra l’erbe e arbusti, ora in qualche punto con una
parvenza di percorribilità, in direzione della croce che ora è davvero a pochi
passi. E finalmente, alle 7.00, MagoZichele tocca la croce e conquista la
Pagana!!
Il Mago và!!! La Pagana è conquistata!!! |
La soddisfazione è tanta che ci scappa un urlo che riecheggia nel
fondovalle, anche se ora la pioggia viene giù bella decisa e mi sento
completamente zuppo, nonostante K-way e ghette ai piedi che evidentemente non
ce la fanno più a contenere (no gore-tex).
Dalla Pagana, Giglio Castello. In lontananza, Poggio delle Serre |
Dalla Pagana, veduta verso ovest (Poggio Zuffolone) |
Velocemente faccio delle foto al
volo e un breve video dove ovviamente non si sente quasi nulla per il vento,
poi il tempo di godersi la vetta è poco perche davvero piove molto, quindi
riprendo la discesa sul ripido sentierino n.20 che mi porti verso Giglio
Castello. Arrivo ad una larga sterrata e prima di avviarmi nelle pinete di Poggio
della Chiusa, scatto un paio di foto per creare una panoramica di tutto il
crinale appena percorso dal punto di partenza.
Il cammino dentro la pineta se
non altro mi salva da un po’ di pioggia, comincio a sentire sia fame e sete,
penso già a quando sarò al paese dove mi berrò qualcosa di caldo..Manca ancora un
chilometro e mezzo all’arrivo a Giglio Castello ma, nel sentiero che passa da
questo poggio, si sale nuovamente per circa 50mt di dislivello, anche perché a
un certo punto vedo un’invitante deviazione panoramica che non mi lascio
scappare, tanto ormai sono comunque tutto zuppo. E così arrivo in una
postazione a strapiombo da dove si domina la cala dell’Arenella e la zona più a
nord di Giglio Porto, compresa la solita veduta sulla nave Concordia.
Rientro nella sterrata e continuo
il cammino fino ad arrivare verso le 7.45 all’ingresso sud di Giglio Castello. La
piccola piazzetta è deserta e il primo bar in cui mi infilo sta praticamente
aprendo. Saluto il gestore e ordino un bel cappuccino caldo, mentre mi tolgo di
dosso i vestiti zuppi cercando qualcosa di asciutto nello zaino. Saluto il
barista e mi incammino dentro il piccolo borgo di Giglio Castello, tanto per
farci una piccola visita.
Un po di riposo per il Mago.. |
..e dopo, qualche foto. Nella piazzetta dietro al castello.. |
..e sulle mura panoramiche.. |
Nel frattempo da ovest il cielo
si sta aprendo, e la pioggia finalmente sembra diminuire d’intensità; intanto,
raggiunte le porte dell’antico castello, scovo una piccolo riparo con tanto di
sedia. Il posto buono dove riposarsi per bene, completare la colazione e
sentire notizie dagli altri. Parlo al telefono con Luca e Riccardo, mi dicono
di essere anche loro completamente zuppi e che hanno raggiunto la spiaggia
delle Cannelle dove hanno dovuto attendere per un po’ l’apertura del bar, vista
l’ora in cui vi erano arrivati.
Sono un po’ preoccupati a rimettersi in cammino per il porto perche ancora lì sta piovendo molto, ma li tranquillizzo sulla situazione che quassù si sta evolvendo al meglio. Quindi rinnoviamo l’appuntamento a ritrovarci nel lungomare di Giglio Porto.
Intanto..alle Cannelle..
Sono un po’ preoccupati a rimettersi in cammino per il porto perche ancora lì sta piovendo molto, ma li tranquillizzo sulla situazione che quassù si sta evolvendo al meglio. Quindi rinnoviamo l’appuntamento a ritrovarci nel lungomare di Giglio Porto.
Ora ha smesso di piovere del
tutto, girello ancora un po’ per le vecchie mura alla ricerca di qualche
angolino buono per delle foto, poi mi incammino sul sentiero 1b, l’antica
mulattiera che collega il Castello al Porto. Quella che mi immaginavo come una
comoda discesa conclusiva, appare invece subito come un inferno di piccole
pietre perfettamente lisce e tondeggianti e maledettamente scivolose.
Nonostante mi aiuti con i bastoncini non c’è verso, ogni tanto sento un piede
che parte qua e la. Una situazione davvero fastidiosa perche mi tocca scendere
a passi brevissimi.
Suona il telefono, è Ale,
inizialmente mi fermo, poi proseguo tenendo i bastoni in una mano; mi dice che
Capitan Feffo è di nuovo sotto sequestro delle ennesime tosse, febbre e raffreddore.
Sarà che la cosa mi innervosisce più del dovuto, fatto sta che a un certo punto
il Mago parte per la tangente e, nel tentativo di limitare i danni, faccio per appoggiarmi
con la mano che regge il cellulare..come dice Hulk?? SPACCA!! E vai! Display in
frantumi! Tanto ormai che questo cellulare non doveva arrivare alla fine era
chiaro, visti i precedenti dei due giorni! Sarà l’effetto 5 Maggio (Ei fu..) ??
Meno male che almeno continua a funzionare..
A questo punto saluto moglie e
continuo questa infida discesa ciottolosa fino a entrare come una liberazione
nella strada asfaltata. Da qui fino al porto, ripercorrendo la strada in forte
pendenza, è una volata, e alle 10.00 del 5 Maggio MagoZichele entra nel
lungomare e completa così la traversata di Argentario e isola del Giglio!!
Raggiungo gli altri che sono su delle panchine di fonte ai moli d’imbarco: con tutti grandi saluti e felicitazioni per aver portato a termine l’avventura. Ora qui al porto splende il sole, ma siamo tutti ancora in condizioni pietose, coi vestiti fradici. Per un po’ ce ne stiamo a chiacchierare sugli avvicendamenti dei rispettivi cammini, mi dicono che anche loro hanno avuto il loro daffare per il sentiero scivoloso e che qualcuno è volato in terra come me (Luca e Riccardo forse??).
Arrivo a Giglio Porto |
MagoZichele si riunisce alla Compagnia!! |
Raggiungo gli altri che sono su delle panchine di fonte ai moli d’imbarco: con tutti grandi saluti e felicitazioni per aver portato a termine l’avventura. Ora qui al porto splende il sole, ma siamo tutti ancora in condizioni pietose, coi vestiti fradici. Per un po’ ce ne stiamo a chiacchierare sugli avvicendamenti dei rispettivi cammini, mi dicono che anche loro hanno avuto il loro daffare per il sentiero scivoloso e che qualcuno è volato in terra come me (Luca e Riccardo forse??).
Prima di andare a prenotare il
nostro ristorantino, dove almeno potremo lasciare per un po’ gli zaini,
Valentina e Riccardo tornano portandomi in regalo un libro di un simpatico e
attempato gigliese improvvisatosi scrittore, con tanto di loro dedica in
seconda di copertina: Oooh ma che, mi volete far piangere?? Scherzi a parte, un
loro pensiero davvero bello e nobile.
Nell’attesa del pranzo facciamo
due passi su e giù per il lungomare del porto e piacevolmente incontriamo di nuovo
i componenti della comitiva in gita, prossimi alla partenza, poi è la volta
delle due signore in costume che si erano beccate le punture delle api, mi
riconosce addirittura anche la barista del Bar da Rosa, dove mi ero fermato due
giorni fa appena sbarcato..sembra quasi una dimostrazione dell’effetto “piccola
isola”, adattamento del più comune “tutto il mondo è paese” :-)..
Alle 12.00, tutti da Meino e le
sue chilometriche spiegazioni di ingredienti, per una bella mangiata a base di
pesce e a discutere sulle anomalie dei modi di dire e dei doppi sensi della
nostra lingua (memorabile il solfeggiativo
di Luca ah ah ah..) Dopo il pranzo rimane il tempo per un gelato, quindi alle
15.00 io, Luca e Emiliano ci imbarchiamo di nuovo sulla Giuseppe Rum
salutandoci con Valentina e Riccardo e la loro piacevole compagnia in questi
due giorni (loro hanno la nave più tardi).
Mentre il traghetto lascia l’isola, Emiliano si prepara per un nuovo sonnello, Luca sta sottocoperta e io, orgogliosamente ma anche malinconicamente, mi riguardo il profilo di tutta l’isola, percorso da nord a sud in questa fantastica traversata archiviata alla grande!! Un altro sogno del Mago si avvera!!
MagoZichele
>> TORNA ALLA SECONDA TAPPA DEL GIGLIO <<
Le Escursioni del Mago ormai hanno assunto carattere di vere e proprie avventure.
RispondiEliminaPioggia, vento, sole, malattie e ellergie non sono più in grado di fermare né lui né la sua ormai famosa "Compagnia"
Non mi dilungo sulla nuova scelta editoriale del post (che comunque condivido) di dividere la spegazione del percorso dal successivo racconto, né voglio commentare il sempre adeguato corredo fotografico, vorrei soffermarmi invece per un attimo sui "pazzi e disperati" che lo seguono nelle sue avventure.
Il "Piusti" (Luca), Emiliano e il troppo incompreso Andrea sono i veri eroi di questa avventura. A loro va la più sincera comprensione.
Ragazzi la prossima volta pensateci: Quello cammina come un treno!!!
Comunque spero che altri prendano esempio... ve lo meritate.
Daniele
L'amicizia nata e consolidta via web da ormai due anni fa sì che i commenti di Daniele (www.iosentieri.it) siano sempre i più attesi...
EliminaGrazie ancora Lele!!
Hi nice reaading your blog
RispondiElimina