Il Percorso
Dopo la traversata in traghetto
sbarchiamo sull’isola per la prima delle tre tappe del Giglio. Ovviamente già
durante l’entrata nel piccolo paese Giglio Porto, la nostra vista probabilmente
sarà catturata dalla sagoma della Costa Concordia (almeno finche non la
toglieranno, e speriamo quanto prima..), spanciata come una gigantesca Moby
Dick di ferro, e dalle imponenti gru e strutture installate tutte intorno per i
lavori di messa in sicurezza e rimozione. Non dimentichiamoci, prima di
iniziare il cammino, che al piccolo paese avremo anche la possibilità di fare rifornimenti
extra, visto che fino all’indomani mattina non sarà previsto il passaggio in
nessun altro centro abitato, soprattutto per quanto riguarda l’acqua. Questa prima
tappa gigliese non è molto lunga (7,4Km circa) per il semplice fatto che
altrettanti Km li abbiamo già percorsi lo stesso giorno per discendere a Porto
Santo Stefano. Il dislivello+ è abbastanza modesto, sui 420mt, tuttavia qualche
passaggio in ripida pendenza, in relazione con il carico sulle nostre spalle,
ci metterà alla prova.
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Dislivello+ = 420mt
Ci incamminiamo subito in decisa salita ed usciamo dal
paese guadagnando subito una bella posizione panoramica da dove si domina sia
Giglio Porto, sia la Costa Concordia, e da dove si può meglio notare il profilo
molto ripido del versante est dell’isola, compresa la vista sull’arroccato
Giglio Castello. Si percorre ora in progressiva discesa la strada asfaltata
dell’Arenella, che conduce all’omonimo gruppo di case, fino a deviare sul
sentiero n.3 che, in circa due km di salita anche dura in alcuni passaggi,
risale la Valle del Pentovaldo, un giardino a cielo aperto di notevole bellezza,
fino a rientrare nella strada comunale, in posizione rialzata a 220mt di
altezza, il punto ideale per una sosta vista la presenza di tavoli e panche.
Proseguiamo per pochi metri in direzione Castello fino a deviare su sentiero
sterrato che risale in breve il poggio immerso in una pineta da dove svetta l’Antico
Faro (270mt).
Da qui comincia la lunga e progressiva discesa che ci porta in direzione della punta nord dell’isola, Punta del Fenaio. Inizialmente sempre nella pineta, poi, dopo la larga sella fra l’Antico Faro e Poggio delle Serre, su bel sentierino che percorre a mezzacosta quest’ultimo. Arriviamo al bivio con il sentiero che scende fino al faro della punta, possiamo scegliere se proseguire o fare la visita fino al faro, in questo caso saranno altri 100mt di dislivello in aggiunta e circa 500mt fra andata e ritorno. Continuiamo sul sentiero e completiamo il giro intorno a Poggio delle Serre, dando intanto uno sguardo anche alla baia di Giglio Campese, fino a ritornare nella precedente sella. Poco più a nord dei due tavoli in legno, addentrandoci un poco sul crinale del poggio, protetti da massi giganti di granito gigliese, troveremo un comodo spiazzo per le nostre tende.
Da qui comincia la lunga e progressiva discesa che ci porta in direzione della punta nord dell’isola, Punta del Fenaio. Inizialmente sempre nella pineta, poi, dopo la larga sella fra l’Antico Faro e Poggio delle Serre, su bel sentierino che percorre a mezzacosta quest’ultimo. Arriviamo al bivio con il sentiero che scende fino al faro della punta, possiamo scegliere se proseguire o fare la visita fino al faro, in questo caso saranno altri 100mt di dislivello in aggiunta e circa 500mt fra andata e ritorno. Continuiamo sul sentiero e completiamo il giro intorno a Poggio delle Serre, dando intanto uno sguardo anche alla baia di Giglio Campese, fino a ritornare nella precedente sella. Poco più a nord dei due tavoli in legno, addentrandoci un poco sul crinale del poggio, protetti da massi giganti di granito gigliese, troveremo un comodo spiazzo per le nostre tende.
La baia di Giglio Campese |
Il Racconto [03-05-2013]
Arriviamo al Giglio in perfetto
orario. Durante la traversata Emiliano, complice anche un breve sonnellino e l’effetto
dell’antistaminico, riacquista decisamente tono. All’ingresso nel porto davanti
a noi si radunano un sacco di persone, solamente per il fatto che siamo seduti
dal lato della costa Concordia. Desolante sentire i vari commenti di più o meno
improvvisati esperti della tragedia nella quale, lo ricordo, hanno perso la
vita ben 30 persone. Mi da quindi particolarmente fastidio sentir dire “vedi, quello è il ponte dove quelli lì sono
rimasti in trappola ecc..ecc..” come se si parlasse di un gelato al bar.
Vabbè, considerazioni mie..
La Costa Concordia al nostro arrivo |
Qualche maligno dice che questi rilievi sulla strada siano di Andrea.. :-) |
C’è uno strano caos generale,
alla prima sensazione, appena tocco piede sull’isola. Penso dipenda dal gran
numero di persone che qui sono impegnate per lavoro sulla Concordia, in realtà
poco dopo un signore mi informa che la gran presenza anche di forze dell’ordine
è dovuta alla visita odierna del neo Ministro dell’Ambiente, che sicuramente
abbiamo ignorato.. Dopo la prevista visita agli uffici turistici della pro loco
locale, e qualche acquisto dell’ultimo momento, percorriamo il lungomare e
iniziamo questa prima tappa gigliese alle 11.10 sotto un sole che picchia
volenteroso.
Si parte subito con una bella salita al 30%.. |
Giglio Castello |
Subito affrontiamo uno strappo in salita al 30% che ci fa
guadagnare in breve un centinaio di metri di dislivello, da dove possiamo avere
una bella panoramica sul paese ma soprattutto sui massicci rocciosi del
versante est di Poggio della Chiusa e su Giglio Castello. Poco dopo, quando
iniziamo la discesa e veniamo affiancati da una schiera di auto che scortano il
ministro nella sua visita in elicottero che più tardi vediamo decollare, è la
volta di una bella, se così la si può definire, panoramica generale sulla
Concordia e su tutto l’arsenale di gru e piattaforme che gli gira attualmente
intorno.
Altra veduta della nave, sullo sfondo l'Argentario |
L'inizio del sentiero n.2, preso erroneamente |
Arriviamo così al sentiero n.3
(qui al Giglio sono numerosi i sentieri riportati nella cartina della Pro Loco)
dopo aver erroneamente imboccato il n.2. Siamo scesi a quota 36mt e dovremo
risalire fino a circa 220mt, in questi 2km di sentiero che risale la Valle del
Pentovaldo. Inizialmente molto bello e colorato per la gran quantità di fiori e
ginestre che creano una cornice deliziosa, ben presto, questo sentiero, complice
il caldo, qualche passaggio a pendenza maggiore e soprattutto la gran quantità
di alta vegetazione che copre completamente il percorso, comincia a rivelarsi
un vero inferno, soprattutto per Emiliano che comunque non ha ancora smaltito
bene il “fuorionda” di stamani.
Personalmente trovo invece il
sentiero molto bello, sì è vero che con le erbe così alte è meno fruibile
(magari con qualche macchina in meno al seguito del ministro c’erano due soldi
per tenere puliti i sentieri, anche se a inizio Maggio è oggettivamente inutile
tagliarle, perché ancora troppo presto), ma per me è bellissimo comunque.
Purtroppo non conosco bene i nomi delle piante e dei fiori, ma apprezzo
ugualmente gli spettacoli della natura, specie in questo caso dove, nel verde
generale che fa da sfondo, si alternano di continuo il fucsia, il giallo ginestra
(almeno una la conosco!), il viola, l’arancione e soprattutto il giallo e
marrone venati di rosso di questo granito gigliese davvero duro e grezzo.
Attraversiamo anche antiche e ormai abbandonate coltivazioni di oliveti, che ho
il tempo di apprezzare viste le frequenti e giuste pause richieste da Emiliano
che vedo sempre più in crisi. Più volte sento i suoi lamenti di
sconforto sul caldo, sull’inopportunità di affrontare sentieri in questo stato
(lo capisco, visto che solo poche ore prima, prima dell’imbarco, si augurava
proprio di non ritrovarseli più davanti), ma di volta in volta non posso fare
altro che minimizzare, d’altronde i sentieri in salita sono notoriamente più
duri di quelli in discesa.. :-)
Anche Luca comunque sembra accusare un po’ la
fatica, ma l’importante è non farsi prendere dalla fretta e progredire
lentamente ma con continuità, prendendosi anche le giuste pause. Confesso che
comunque la mia preoccupazione maggiore era quella che venisse una nuova crisi
allergica a Emiliano, e che ci abbandonasse definitivamente. Così pian piano risaliamo tutto
questo sentiero e, come premio finale, troviamo ad attenderci un bel tavolo e
delle panchine incredibilmente all’ombra! Sono le 13.15 il momento ideale per
una pausa pranzo.
A dire la verità gli ultimi metri mi ero un po’
avvantaggiato, così da poter filmare in diretta la fine di questo mini
calvario. Osservate bene nel filmato sottostante le rispettive reazioni di
Emiliano e Luca e i loro imminenti pensieri eh eh eh..
La pausa pranzo si prolunga per
un bel po’, e personalmente trovo azzeccata in pieno la scelta dei pomodori
ciliegini, che così freschi vanno giù uno dopo l’altro. Dopo pranzo scatto un
po’ di foto su tutta la bellissima area appena attraversata, e mi dedico alle “faccende”
routinarie come provvedere alla ricarica dei vari ammennicoli sfruttando il pannello solare, informare parenti e conoscenti sul nostro prosieguo, fra i
quali, doverosamente, Andrea che nel frattempo è giunto a casa (solo a distanza
di giorni scopriremo il perche della sua stanchezza anomala che lo ha fatto
desistere: una maledetta polmonite). Emiliano e Luca invece optano per un più
rilassante sonnellino..li ho davvero così malmessi?? Ma sì, non può che fargli
bene..
Alle 15.45 siamo di nuovo pronti
e ci mettiamo in cammino, mancano 4km al termine della tappa, sembra strano che
in così poco spazio e tempo si sia attraversata metà isola. Saliamo decisi fino
ad entrare nel sentiero in ombra che ci porta al cospetto di una bellissima
pineta ammantata a terra di belle piantine dalle larghe foglie, e soprattutto
davanti alle mura dell’imponente Antico Faro, seminascosto fra i pini ma ben visibile
se si oltrepassa le recinzioni calpestate.
Continuiamo su questo bel
sentiero nella pineta che progressivamente perde quota, fino a scoprirsi nel
punto dove forma una grande sella. Lasciamo alle nostre spalle il poggio dell’Antico
Faro e ci approntiamo a discendere fino a Punta del Fenaio costeggiando il
Poggio delle Serre, il rilievo più a nord dell’isola. Dei bei tavoli in legno
ci fanno già presagire il luogo della nostra prima sosta notturna nell’isola.
Il sentiero che adesso
percorriamo è davvero molto bello, piano piano si restringe e diventa un
caratteristico sentierino escursionistico che in continui saliscendi alterna
paesaggi spettacolari. Quest’isola sta cominciando a mostrare i suoi lati più
intimi e belli. Arrivati in corrispondenza del bivio per scendere fino alla
punta, decidiamo di proseguire sulla nostra strada ignorando la discesa fino al
faro, comunque da quassù ben visibile. Luca non se la sente, forse un po’ di stanchezza
comincia ad affiorare, ma per il momento è il paesaggio che ancora la fa da
padrone o quantomeno cattura i miei pensieri.
Foto di gruppo nei pressi della punta nord del Giglio |
La bellissima varietà multicolore della flora gigliese |
Le lunghe distese di arbusti
floreali che si protendono verso il blu del mare sembrano magnetizzare lo
sguardo, tanto sono belle. Dietro di noi, un’escalation di verde sale fin su la
cima del Poggio delle Serre. Le foto si sprecano.
Discesa verso il Faro, visibile sulla sinistra |
..un’escalation di verde sale fin su la cima del Poggio delle Serre.. |
Il Faro di P.ta Fenaio |
Peccato, perche al di là delle
situazioni “affogliate”, anche questo sentiero è di notevole bellezza.
Attraversiamo anche vecchi ruderi usati un tempo da pastori, con una vasca
scavata nella dura roccia a raccogliere l’acqua di un’antica sorgente ora in
secca, e bellissimi punti panoramici verso Giglio Castello e Campese. Alla
vista, in taluni casi, le piante grasse si fondono con la pineta che ci
sormonta dal poggio, creando un piacevole effetto ornamentale al cammino.
Abbeveratoio scavato nella dura roccia |
Piante grasse, pinete e massi granitici |
Lungo il sentiero, in alto Giglio Castello |
Luca prosegue di buon passo e ci
distacca per un po’, poi lo raggiungo giacché Emiliano si ferma per una pausa
più lunga. Siamo ormai in prossimità della sella, siamo al termine della nostra
prima tappa gigliese. I tavoli in legno già adocchiati offrono il meritato
riposo, mentre vado in esplorazione sulle pendici del poggio alla ricerca di
una piazzola più appartata per le nostre tende. Risalgo il manto affogliato e
supero una cornice di gigantesche rocce dalla forma tondeggiante, fino
a..bingo!! Un posto spettacolare, una spianata proprio in cima a questo
cocuzzolo sui 200mt, una sorta di anticima del Poggio delle Serre.
Ritorno giù dai ragazzi correndo per
il pendio come un’amazzone deficiente, comunicando loro la mia scoperta, quindi
prendiamo di nuovo gli zaini e ci spostiamo in alto per montare subito le
tende. Mentre comincio a tirare fuori la roba dallo zaino, faccio per prendere
in tasca il cellulare, senza successo. La zip della tasca è aperta..la corsa in
discesa sul pendio!!! Maledizione ho perso il cellulare!
Bestemmiando poco
allegramente mi metto subito a percorrere passo passo, a ritroso, il mio tragitto
esplorativo. Con le speranze ridotte al lumicino arrivo nel punto dove avevo
cominciato la stupida corsa e, dopo pochi metri, eccolo lì per terra! Che botta
di culo! Vabbè sarò pure Mago ma questo chiamatelo pure col suo nome..
Ritorno festante dal resto della
Compagnia e, preparato il campo (stanotte dormirà con me Emiliano e Luca terrà
a bada tutti gli zaini nella tenda di Andrea), ci dedichiamo alla cena e ai
nostri succulenti (!) pasti disidratati. Dopo cena chiamo al telefono Riccardo, il fidanzato
della mia cugina Valentina, torinese, ma trapiantata a Orbetello. Con loro
ci eravamo già messi d’accordo sulla possibilità di incontrarsi per la tappa di
Sabato, cioè quella di domani 4 Maggio, quindi prendiamo degli accordi di
massima e a risentirci telefonicamente all’indomani.
Quelli che seguono, dopo
questa telefonata, sono lunghi studi sulla tappa successiva e sulla
praticabilità o meno del percorso previsto. Da una parte non mi sento di voler
forzare troppo addentrandoci in sentieri poco transitati e quindi molto ignoti,
vista anche una certa stanchezza che in più di un’occasione affiora nella
Compagnia. D’altra parte, conoscendomi, non è che voglia rinunciare a molti
degli obbiettivi di questa esplorazione escursionistica dell’Isola del Giglio.
Alla fine, supportati anche da
Andrea che da casa ci da un apporto logistico su pendenze e lunghezze varie di
tutte le varianti prese in esame, decidiamo che, se le condizioni ce lo
permetteranno, dopo aver raggiunto la Punta di Capel Rosso all’estremo sud dell’isola,
proveremo a risalire sul sentiero n.28 che passando sotto Poggio Terneti ci
riporterà a una sella a 390mt, sul crinale dei più alti poggi dell’isola. Ma
forse è più chiaro se dico che per ben due volte scenderemo fino al mare e
risaliremo fin quasi 400mt..domani potrebbe essere davvero un’impresa per la Compagnia del Mago..
Bella la natura,bello il mare, bello il tempo, bello tutto qui al giglio , ma sti sentieri sono stati davvero tosti, magari una tagliatina d'erba per quel periodo non sarebbe stata mal accettata.....o sbaglio
RispondiEliminaNo Luca non sbagli. Penso però che se la tagliassero ora, a fine Giugno risarebbero punto e a capo, e forse è già tanto se la tagliano una volta l'anno... magari visto che c'era il Ministro dell'Ambiente in visita, chissà se gli avranno posto il problema?? Seeee buonanotte...quello manco c'ha messo piede nell'isola che già era per aria sull'elicottero...
EliminaThis was great to read, thank you.
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