O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 16 maggio 2013

Argentario - 1a Tappa



Il Percorso

La prima tappa della nostra traversata parte da Porto Ercole o, volendo accorciare un poco di dislivello, in corrispondenza di una piazzola a poco meno di un km dal paese, lungo la poderale asfaltata. Ci inerpichiamo da subito rapidamente sulle pendici del monte Telegrafo (635mt), sulla cui sommità si trovano delle gigantesche antenne non raggiungibili perche zona militare. Altre grandi antenne si trovano comunque anche su altri altipiani limitrofi. Successivamente attraverseremo, discendendola, la zona centrale della tondeggiante penisola fino alla piccola vallata di Case dell’Olmo, per poi risalire leggermente fino ad una sella in prossimità di Poggio Pinzo (390mt), luogo ideale per piazzare una o più tende. Avremo percorso fino a questo punto circa 14km o poco più, a seconda del punto esatto della nostra partenza. Il panorama dal nostro primo campo sarà notevole. Potremo da un lato osservare Porto Santo Stefano, la Torre Argentiera, in lontananza Talamone, i Monti dell’Uccellina, la Foce dell’Albegna, ma anche i miei più familiari Poggi di Prata e di Montieri. Da un altro versante potremo invece riosservare Il Telegrafo e la catena di antenne, ma, soprattutto, l’Isola di Giannutri e l’Isola del Giglio.


CLICCA QUI per scaricare la mappa dell'Argentario
Lunghezza = 14Km
Dislivello+ = 750mt


Veduta di Porto Ercole e il lido della Feniglia, dopo pochi km di salita.


Il Racconto  [02-05-2013]

Dopo mesi di preparativi e qualche rinvio opportunistico per via del meteo, finalmente il 2 Maggio la “Compagnia del Mago” è pronta per questa quattro giorni in mezzo a lecci, corbezzoli, lentischi, ginestre e quant’altro abbia da offrire il meglio della macchia mediterranea. Saremo in quattro, oltre ai già collaudati Emiliano e Luca (il Piusti), già compagni di avventure solo pochi mesi fa durante l’estenuante Roccatrek, si è aggiunto a noi Andrea, collega di lavoro, fotografo e appassionato di softair, alla sua prima esperienza di trekking itinerante in tenda. Questa volta saremo con due tende da due posti, in modo da limitare giorno per giorno il carico aggiuntivo dei nostri zaini. Nonostante mi ci sia messo d’impegno, personalmente non riesco comunque a stare sotto i 18kg iniziali…


Si entra nella ripida e fangosa sterrata
In vista del Telegrafo (635mt) con le sue imponenti antenne

La mattina io Luca e Emiliano partiamo da Prata alle 6.00 e l’appuntamento con Andrea è nei pressi di Braccagni per le 6.45. Fino all’ultimo giorno il meteo era sempre stato altalenante, e ci aveva fatto comunque sperare in un generale bel tempo. Ma Giovedì mattina la situazione è desolante: piove ininterrottamente e il cielo è completamente chiuso in qualunque orizzonte lo si guardi. Anzi, quando arriviamo a Porto Santo Stefano, dove fatichiamo non poco per trovare un posto per l’auto di Emiliano, la situazione peggiora ulteriormente ed arriva un bello scroscio d’acqua. E così, quando alle 8.30 circa arriviamo a Porto Ercole, decidiamo di non scendere subito dall’auto e di avvantaggiarsi un po’ sui km da percorrere, risalendo con l’auto lungo la poderale asfaltata fino ad una piazzola in corrispondenza di un bivio, dove decidiamo di fermarci e iniziare la nostra avventura.


Finita la salita, il morale di Andrea e Luca è decisamente buono.

Ci bardiamo subito con impermeabili, ghette e quant’altro, e iniziamo la risalita lungo questa strada asfaltata che dopo poche centinaia di metri prende subito a salire in maniera decisa. Non siamo al massimo del confort, camminare sotto la pioggia sembra sempre aumentare l’affanno, tuttavia siamo partiti da così poco che riusciamo a progredire lentamente ma con continuità. In poco tempo guadagniamo subito quota portandoci sopra i 200mt, ma purtroppo non possiamo osservare granche come panorama perche il cielo chiuso e nuvoloso non condece nulla.


La zona centro-sud del Monte Argentario si mostra selvaggia, dal punto panoramico
 
Nella nebbia durante la pausa pranzo

Sotto i nostri impermeabili il sudore prende a scendere copioso, in poco tempo siamo completamente zuppi come se fossimo bagnati dalla pioggia: è il naturale rovescio della medaglia. Dopo circa 2 km lasciamo la strada asfaltata per prendere un largo sentiero sterrato reso abbastanza viscido per la pioggia. I ragazzi partono in salita, io controllo per un attimo il meteo che forse dovrebbe migliorare nel pomeriggio, speriamo…



Emiliano, da bravo biologo, intento nelle suoi puntigliosi rilievi...

Il sentiero sterrato dopo poche decine di metri rivela la sua brutale caratteristica: la forte pendenza in salita. Siamo costantemente, per un lungo tratto, poco sotto il filo del 30% di pendenza, e la fatica comincia ad abbassare rapidamente gli entusiasmi iniziali. Frequenti sono le pause per idratarsi o per far riposare per un po’ la schiena, d’altronde è normale, non stiamo facendo un raid. Dalla manica del mio k-way scendono continuamente gocce d’acqua, per un attimo ho il terrore che mi si  sia bucato in qualche punto, in realtà scopro che è il mio sudore!! Anche gli altri non sono da meno: Andrea e Luca accusano il duro sforzo per la salita, Emiliano tenta di malcelarlo.


Il meteo volge al bello mentre cominciamo la discesa verso il Trivio dell'Olmo

La svolta, quando, più avanti di loro di qualche decina di metri, si scopre alla vista la sommità del Telegrafo, ovvero le caratteristiche e imponenti doppie antenne. Improvvisamente il morale riacquista un po’ di vigore, facciamo una pausa per ristorarci velocemente, infine siamo pronti per il tratto finale di salita, poi sappiamo che dopo la cosa sarà più addomesticabile. Costeggiamo quindi l’irto colle con gli antennoni fino ad entrare in una strada asfaltata che comincia a scendere progressivamente.













A sinistra Emiliano porta il pesante fardello all'attacco di Poggio Vougher; a destra, in pausa, sullo sfondo il Telegrafo è già lontano..

Finita la serie di tornantini un tratto semipianeggiante ci accompagna alla seconda serie di grandi antenne, e a queste passiamo proprio sotto, in concomitanza con un bel punto panoramico che estende la vista a tutta la zona centro-meridionale dell’isola. Il tempo sembra stia nuovamente cambiando, alcune previsioni danno addirittura temporali in arrivo. Superato Poggio Tondo, arriviamo ad un bivio dove prendiamo una sterrata. Qui si trova anche una vasca di raccolta dell’acqua utilizzata come riserva per lo spegnimento degli incendi, ed è qui che, alle 12.30, ci fermiamo per un rapido pranzo. Intorno tutto è zuppo e nel frattempo comincia a calare una fitta cappa di nebbia, il tempo di un veloce caffè dopo il pasto e siamo di nuovo in pista, scongiurando nuovi acquazzoni.


Le tende sono pronte!
Giannutri











Gli scongiuri portano beneficio, da ora in poi, discesi alcuni tornati, in realtà solamente un bel sole ci accompagnerà. E così, dopo un bel tratto in discesa su sterrata ben panoramica, arriviamo alla bellissima Casa dell’Olmo, dove Andrea ottiene generosamente una bottiglia di acqua da una inserviente del complesso agrituristico, prima di iniziare il nuovo tratto in salita che ci dovrà portare, dopo altri 120mt di dislivello, al termine di questa prima tappa, fra Poggio Vougher e Poggio Pinzo. La salita ora si fa sentire, dopo km di discesa, la sveglia presto al mattino, i km già fatti sotto la pioggia di primo mattino in decisa salita..Emiliano appare visibilmente stanco, e anche Andrea si prende giustamente le sue pause. Inizialmente il nuovo sentiero è asfaltato e tutto sommato non molto ripido, poi, dopo uno strappo in salita improvviso di circa 100mt, entriamo in un altro sentiero sterrato decisamente duro. Sappiamo che è la fatica finale della giornata, e quindi cominciamo anche a prendere in considerazione eventuali punti utili per il campo notturno. In prossimità di una bella piazzola erbosa a soli 300mt dal termine della tappa, consiglio a Emiliano e Andrea, più indietro, di fermarsi e aspettare che che io e Luca, troviamo un posto ancora più comodo.


Porto Santo Stefano

La Torre Argentiera

A sinistra, il Telegrafo è ormai un ricordo..

Arrivati a fine tappa continuiamo, visto che siamo in mezzo a uno stradello a mezza costa di Poggio Vougher, e infine, superato anche Poggio Pinzo, già in anticipo di circa 400mt sulla tappa dell'indomani, raggiungiamo una splendida sella con spazio a volontà per le nostre tende e soprattutto una vista di prim’ordine su Porto Santo Stefano e la Torre Argentiera, ma anche i Monti dell’Uccellina e Talamone in lontananza nonché gli amati Poggi di Prata e Montieri. Sul versante ovest invece la vista è ripagata dall’Isola di Giannutri e dal profilo dell’Isola del Giglio, dove in basso si riesce a scorgere bene il profilo della Costa Concordia ben sdraiata.


La Compagnia del Mago riunita, la prima è andata!!

Sono le 15.30, abbiamo tenuto un buon passo, il sole ora splende e quindi ci godiamo un pomeriggio di relax dopo aver montato le tende. La sera una (bella?) cena su un tavolo di fortuna approntato con un tavolone e infine tutti pronti per questa prima notte in tenda, allietata a sorpresa anche dalla visita in extremis (alle 21.30!! eravamo già nei sacchi a pelo!!) dell’ex-pratigiano Marco Higghins, da un paio d’anni diventato “portosantostefanese”. In tenda con me c'è Luca e nell'altra Andrea e Emiliano, che stanco già verso le 20.00 si era ritirato nel sacco a pelo. Domattina sveglia di buon ora, per partire presto e arrivare a Porto Santo Stefano in tempo per il traghetto delle 9.30, destinazione Giglio!!

Il Mago và!!!

2 commenti:

  1. Pensavo fosse la giornata piu' impegnativa, ma mi sbagliavo........ahahahahah , bene michele Fo'

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