RANDA - TOPALIHUTTE
29 Luglio 2014
Km percorsi = 9,59
Dislivello + = 1205
Dislivello - = 1205
Per la descrizione dettagliata di ogni singola tappa si rimanda al sito ufficiale del Tour del Cervino
La strada fatta |
La notte passa veloce
anche perché la sveglia suona di primo mattino. Abbiamo ancora circa un'ora di
auto prima di arrivare a Randa e iniziare il tour. Una notte molto piovosa e
fredda, che a quote poco più alte ha
ammantato tutto d'un sottile strato di neve.
Una nevicata notturna accompagna la nostra partenza dal Sempione |
Una colazione semplice ma
sostanziosa ci commiata dall'Hospice, prima di infilarsi nella pioggia svizzera
che scende incessante. Un sacco di cantieri aperti e operai già a lavoro dilungano la discesa dal passo del
Sempione, in molte gallerie sembra di essere in miniera anziché sulla strada. Scesi a Brig, tutto cambia e
insperatamente si vedono nell'orizzonte della Vispertal delle nubi meno
minacciose. Vuoi vedere che....
Si prosegue a rilento
nella Mattertal, grossi semafori sembrano volerci far perdere tempo
oltremisura. Il meteo in ogni caso ha promesso pioggia, e questi minuti di
flebile sole sembrano davvero buttati via. Finalmente arriviamo a Randa e
parcheggiamo velocemente l'auto. Una veloce ricontrollata agli zaini, le
solite piccole aggiunte finali figlie dell'insicurezza, e partiamo alle 9.30,
senza pioggia.
Randa alla partenza |
Il sentiero è semplice da individuare ma la tempistica non
lascia dubbi: per il rifugio Topalihutte ci vorranno 7h30min di cammino. E
purtroppo impareremo ben presto che si tratta di tempi secchi, senza grosse
pause di mezzo. La piccola traccia si inerpica da subito ripida e senza tregua.
Partire così spediti e in ripida ascesa
spezza subito le gambe. Per non sentire la
fatica, a me basta canticchiare "Fall Dog Bombs The Moon" del grande
Bowie e alzare lo sguardo per vedere le ultime propaggini del ghiacciaio del Bishorn
penzolarmi sopra la testa.
L'affascinante lingua finale del ghiacciaio del Bishorn |
Ai 1800mt, già fatti circa 400mt di dislivello, mi fermo ad
aspettare Lore e ne approfitto per fotografare la prima marmotta svizzera. Mi raggiunge piegato in due e scuotendo il capo. Cosi non va, mi dice. È troppo
dura. Sento scricchiolare qualcosa nelle nostre certezze, nei nostri entusiasmi. Possibile? Abbiamo
appena iniziato. Gli suggerisco di togliersi un po d'indumenti di dosso e di
regolare lo zaino per meglio distribuire il peso che comunque, e forse me ne rendo
davvero conto, è troppo alto. Di fatto non sappiamo neanche più quale sia il peso "ufficiale", e questo rimarrà un errore madornale.
La prima marmotta svizzera! |
Randa a 1800mt |
Proseguiamo l'incessante
salita guadando un paio di torrenti piuttosto gonfi d'acqua, e
inaspettatamente, nonostante le cure dedicategli e l'utilizzo parsimonioso
degli ultimi tempi, sento che i miei scarponi non trattengono bene l'acqua.
Si supera con difficoltà alcuni torrenti insidiosi |
Dopo
altri 400mt di salita, già indossati
giacca e sovrapantaloni per la pioggia che nel frattempo ricomincia a scendere,
siamo ad un punto panoramico a 2350mt circa. Lorenzo arriva e molto rammaricato
mi dice di non farcela davvero più, di voler
tornare indietro e prendere un treno per casa! Pazzesco! È evidente che si è fatto prendere troppo dallo sconforto, non deve
reagire così anche perché deve essere un tour piacevole e non un sacrificio
immane.
Randa a 2100mt. Sulla sinistra, le creste che introducono al Dom e al Taschorn |
Minimizzo le sue intenzioni ignorando i suoi crampi, e gli faccio
presente che per un bel po' andremo a mezza costa e potremo relativamente
rifiatare. Si riparte quindi a mezza costa e, causa nebbie, senza la
possibilità di osservare la corona dei 4000 che, di fronte a noi, ci separano
dalla Saastal.
Il tumultuoso torrente
Rosszugji, dalle acque spumeggianti color mattone per via delle piogge, viene
superato velocemente tramite un ponticello di legno, ma la spinta dell'acqua
che si avverte mette i brividi.
Si scende quindi a trovare un secondo guado
attrezzato con una fune fissa. E qui, le nostre poche e già infrante certezze, vanno a schiantarsi
definitivamente. Troppo rischioso, anche usando la fune, tentare di vincere la
forza dell'acqua che spinge giù per il ripido
dirupo. Non si deve rischiare inutilmente. Ci prova comunque il Mago a passare.
Ma è solo per inutile orgoglio; l'acqua ha qui una
forza davvero possente. Sono le 13, non rimane che fare la scelta più saggia, tornare indietro fino al punto di
partenza, non essendoci varianti di percorso. Una scelta molto dolorosa ma
dettata dalle circostanze. E poi è inutile
negarcelo, con questi pesi sulle spalle saremmo andati ben poco lontano; e non posso trascinare Lorenzo in avventure non previste e troppo rischiose. Facciamo solo una sosta durante il ritorno, per mangiare velocemente qualcosa.
I miei scarponi hanno preso tanta di quell'acqua, soprattutto in occasione dei
guadi, da sentirmi le calze completamente inzuppate. C'è poco da disperarsi, bisogna fare velocemente un punto zero e organizzarci
per i prossimi giorni.
Una veloce pausa pranzo sotto l'acqua durante la "ritirata" |
Un'aria mesta accoglie il
nostro ritorno a Randa, che ora più che mai ci
appare silenziosa e lugubre in questa giornata piovosa. Nel parcheggio
sotterraneo ci diamo una sistemata e quindi discendiamo in auto la Mattertal
fino a St.Niklaus. Lì finalmente la gentile addetta
dell'ufficio turistico ci ridà morale,
confermandoci l'apertura dell'impianto di risalita per Jungu, da dove
l'indomani proseguiremo il cammino direttamente iniziando con l'originale terza tappa, da
Jungu a Gruben.
Per la sera, ci consiglia
l'ottimo hotel La Reserve dove rinfrancarsi con un'abbondante cena.
Insolita art déco a St.Niklaus |
Si decide quindi di
alleggerire il più possibile gli zaini,
rinunciando all'attrezzatura da ghiaccio e automaticamente
all'attraversamento del ghiacciaio di Arolla, previsto dopo quattro giorni.
Ripeto, una scelta dettata dalle mutate condizioni purtroppo imprevedibili.
Lorenzo continua ogni tanto a scusarsi e rammaricarsi, ma non c'è nulla di cui debba sentirsi colpevole. La
montagna abbiamo deciso di affrontarla insieme quest'anno. Ogni cosa che
succede dalla partenza in poi, è tutto di
guadagnato. Una filosofia, questa, che mi risentirò dire quasi a fine tour, da un grande personaggio conosciuto al Rifugio Guide del Cervino.
Nella grande stanza del
nostro albergo, i vestiti sono ancora ad asciugare quando ci corichiamo, pronti
l'indomani per un nuovo e definitivo ciak!
- MagoZichele -
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