O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

sabato 23 agosto 2014

AVM2014 - 1o Giorno

DA PRATA AL PASSO DEL SEMPIONE (viaggio)

28 Luglio 2014

Ci siamo. Un'altra AVM comincia. Siamo alla terza. Quest'anno, per la prima volta, e visto l'impegno richiesto, non da solo, ma con Lorenzo, amico di escursioni e collega di lavoro. L'impegno, dicevo. Ogni anno mi piace cercare un nuovo stimolo, che non deve diventare necessariamente e a tutti i costi un traguardo. Quest'anno, nuovi e appaganti stimoli muovono il Mago per le montagne. Innanzi tutto si cambia versante dell'arco alpino; dall'est dolomitico si passa all'ovest delle grandi vette alpine e degli immensi ghiacciai. Aumentano i giorni di cammino, ben 8 o 9, a seconda delle varianti. Aumenta anche l'asticella dell'altitudine, innalzandosi ai 4165mt del Breithorn Occidentale, il più facile fra i 4000 e da sempre considerato il "primo quattromila" per antonomasia. Tirando le somme, l'AVM2014 consiste nel Tour del Cervino, definito spesso il più bel trekking dell'arco alpino, più, appunto, la salita al Breithorn Occidentale.

I preparativi vanno avanti per ben otto mesi, durante i quali viene pianificato all'inverosimile ogni dettaglio, ogni prenotazione, ogni orario, ogni eventuale attrezzatura mancante, sempre nella vana speranza di aver contemplato ogni possibile evenienza. Passando poi la maggior parte dei giorni in Svizzera, questa sensazione è ancora piu acuita. Vengono coinvolte anche altre persone: ecco che si rende necessaria la conoscenza della lingua tedesca di Tiziana, moglie del Piusti, per prenotare telefonicamente alla berggasthaus di Jungu. Ecco che Andrea si prodiga nella stampa delle mappe necessarie. Ecco che l'amico Lele ci risolve il problema del primo pernottamento consigliandoci lo spettacolare e suggestivo Hospice du Simplon. Insomma, chi piu chi meno, e chi puo, da il suo contributo. Soprattutto a lavoro la cosa è vista come un piccolo evento, tutto deve andare per il meglio.

L'unico fattore che potrebbe compromettere il nostro progetto, l'andamento del meteo. E sfortunatamente, becchiamo un'insolita estate molto piovosa, soprattutto in Svizzera, talmente colpita dalle precipitazioni da avere molte zone della sua piccola estensione geografica, in ginocchio per le alluvioni. Difficile credere che un paese alluvionato possa presentarsi nelle condizioni piu indicate per trascorrere dei giorni in montagna. Comunque, il 28 mattina partiamo da Follonica sotto il sole, alle 9.00.
Pronti alla partenza!!
Nel viaggio controlliamo spesso il meteo che per circa due-tre giorni non promette nulla di buono, con, addirittura, un'allerta meteo per la pioggia...

In viaggio!
Dopo tre pause nelle stazioni di servizio, siamo prossimi al confine con la Svizzera. Il meteo ha gia preso un'altra piega e gia ci siamo lasciati alle spalle il primo grosso temporale. La temperatura scende vertiginosamente e dai 30 °C di Follonica si passa ai 12-13 della salita al passo del Sempione. Comincia la pioggia incessante, dalle gallerie scendono a valle scrosci impressionanti di acqua, si alza anche la nebbia (o forse siamo noi che ci siamo alzati e ci siamo finiti dentro?).
Il suggestivo Hospice du Simplon
Si arriva finalmente all'Hospice, una grandiosa costruzione che a malapena riusciamo a scorgere in mezzo alla nebbia. Lì per lì, austero per quanto imponente, ci sembra anche chiuso. Possibile? Ma no, è solo la nostra sensazione per il trovarsi lontani da casa, in una stagione che sembra invernale, con una grande aquila di pietra appollaiata su un colle che ci osserva severa. Una sorta di varco del quale non abbiamo certezze, oltrepassatolo, ma solo un sacco di dubbi.
I lunghi e silenti corridoi dell'ospizio
 

La pacifica e solenne aria che si respira all'interno dell'Hospice, tuttavia, ci rinfranca. Dopo un'accurata visita alla struttura, proviamo ad uscire per delle foto, ma inizia nuovamente a piovere, come a ribadire che fuori dall'Hospice si perde la speranza. Meglio tornare dentro. La struttura è grandiosa oltremisura ma non fredda, le stanze abbondano di spazi ma ci si sente raccolti in un ambiente familiare.
La nostra grande camerata
Veduta dalla finestra della camerata
La cena, condivisa con i pochi ospiti dell'hospice, è un momento di contenuto sodalizio fra tutti quanti. Nel nostro tavolo ci troviamo con due giovani ragazzi italiani alle prese con un lungo trekking per le Alpi del Sempione, e con una famiglia di francesi. Le portate sono tutte ottime e abbondanti, a dispetto della spesa qui richiesta per una mezza pensione.
La grande aquila Svizzera in pietra osserva minacciosa verso il confine con l'Italia
La sera, in camerata, siamo solo io e Lorenzo. Ripassiamo la tappa dell'indomani, che non promette tregua, una delle piu dure dell'intero tour. Si legge la descrizione dell'itinerario, si ricontrolla il meteo dell'indomani, si guarda fuori della grande finestra: ma dove stiamo andando per davvero? Come già successo a me in passato, spero siano i soliti assilli iniziali, che normalmente vengono smaltiti nel giro di una notte. Tiriamo la grande e pesante tenda rossa, e spegniamo la luce.
- MagoZichele -

 

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