CERVINIA - LAGHI CIME BIANCHE - TESTA GRIGIA
03 Agosto 2014
Km percorsi = 8,5
Dislivello + = 975 mt
Dislivello - = 260 mt
La strada fatta |
La colazione ci viene
servita dalle 7.00, e siamo addirittura in anticipo sul cameriere che il
mattino ci da buca con l’orario, e meno male che provvede la signora delle
pulizie. In ogni caso, non c’è molta fretta di partire: fuori una pioggia
insistente, così com’era stata prevista, non da tregua. Lorenzo mi propone di
salire in funivia fino al Testa Grigia, ma per me non se ne parla;
fare due giorni di fila senza camminare sarebbe troppo denigrante,
preferisco salire anche con la pioggia, poi metteremo tutto ad asciugare. In
ogni caso la pioggia sembra prevista più a valle e meno sulle alture.
E così
alle 9.00, fatti tutti i preparativi, ci incamminiamo sotto la pioggia. Subito
dobbiamo ripiegare dal sentiero che avevamo preso, perché un torrente è
inguadabile, se non con il ponticello di legno che si trova già 100mt sotto di
noi. Il passaggio nel pendio erboso fradicio già mette in crisi i miei
scarponi…s’andà benino…
Piove... |
Inizia dunque la salita
per comodo sentierino ma abbastanza ripido, poi quando si cammina sotto la
pioggia tutti bardati, sembra sempre più faticoso. Comincio a pensare ad altro,
a quanti famosi alpinisti hanno solcato questi sentieri, magari per imprese ben
più gloriose della nostra, magari però con gli stessi dubbi, le stesse paure;
andiamo incontro a qualcosa per noi ignoto, mai affrontato sinora, altitudini
finora solo immaginate. Le impressioni che si ricavano dai racconti di terzi,
sembrano definire un quadro non troppo preoccupante, tuttavia nessuno di noi
due sa cosa vuol dire camminare a 4000mt di altezza.
Cervinia vista da Plan Maison |
Arriviamo ai piedi di Plan
Maison che siamo letteralmente fradici di sudore, e il gelido vento che spira
amplifica la sensazione di solitudine e inospitalità. Tutto è deserto, nessuno
con questa giornata viene certo a salire quassù. I bar sono aperti ma solo
perche si sente della musica, si direbbe siano stati evacuati d’emergenza. Il
Cervino, manco a dirlo, se uno non sapesse che ci fosse, non si renderebbe
conto di nulla. Almeno la pioggia però sembra dare un po’ di tregua, come
promesso dalle previsioni.
Dal basso, il Testa Grigia sembra un avamposto abbandonato |
Timidamente, il Cervino prova a mostrarsi |
Faccio delle foto e Lorenzo mi incalza, non vuole stare
a prendere freddo. Io non è che sia così entusiasta di patire freddo o prendere
acqua, ma penso che convenga fare tutto con calma come se nulla fosse, prendere
e portare comunque nello zaino quello che la montagna oggi ci ha riservato. E
infatti, arriva anche qualche soddisfazione: la vista sul Lago Goillet è
magnifica.
Il Lago Goillet |
Risiamo ai soliti confronti con ambienti dolomitici: dalla foto
panoramica, dovrei tagliare via il pezzo più alto, quello “bianco”…va beh, sto
accontentando troppo l’amico Lele…
Il giro intorno al
versante est del lago sembra non finire mai, con continui saliscendi e passaggi
in mezzo ad acquitrini. Nel versante opposto su un campo aperto, vediamo delle
tende: mi sembrava strano che non ci fossero anche più matti di noi due…
Si costeggia il versante est del lago |
Alle mie spalle un paesaggio dai bellissimi colori |
Entriamo
nel largo stradone sterrato che affrontiamo molto faticosamente, ma con la
consapevolezza che anche per oggi siamo a posto. Dopo 3 ore di cammino, alle
12.10 siamo alla partenza degli impianti. Il tempo di cambiarsi una maglietta e
arriva una masnada di croati in funivia da Plan Maison, anche loro diretti su
al Testa Grigia. Molto affascinante questo breve viaggio fino ai 3450mt.
Inizialmente si vedono le glaciali e turchesi acque dei Laghi Cime Bianche
incastonate nel grigio della roccia, poi pian piano si entra nelle nuvole e
diventa tutto grigio.
Il turchese Lago Cime Bianche dalla funivia |
E questa è la visuale pochi minuti dopo! |
Quando si scende, si sente che qualcosa è cambiato,
l’aria è diversa. Ma la cosa più suggestiva è quando ci affacciamo sul Plateau
Rosà: praticamente rimaniamo entrambi a bocca aperta. Siamo sì in mezzo alle
nuvole ma perché sono basse (va beh “basse” è relativo, vista l’altezza dove ci
troviamo). Sopra s’intravede a fatica la posizione del sole, ma la si sente
eccome, e fra il bianco della neve, e quello delle foschie, non riesco
minimamente a tenere gli occhi aperti.
Arrivo al Testa Grigia fra le nuvole |
Eppure mi sembrava di avere gli occhi aperti... |
Il Rifugio Guide del Cervino |
Entriamo nel rifugio, che
mai come in questo caso può fregiarsene il nome, e come previsto c’è un bel
trambusto: qualcuno è di passaggio e riparte, poi ci sono i croati che sono
saliti con noi, ma ce ne sono anche altri arrivati comunque non da molto che
stanno cercandosi una sistemazione. Il gestore, Erik, un tipo veramente
stravagante che ai modi di fare mi ricorda molto il Tavella, un amico torinese,
molto gentilmente ci trova una sistemazione in una camerata da cinque posti
(che divideremo con altri tre spagnoli). Inizialmente avremmo anche potuto
dormire per terra nel locale ristorante visto l’affollamento, quindi alla fine
così è andata benone. Ci da anche qualche segreta dritta per mettere ad
asciugare i nostri poveri scarponi zuppi d’acqua. Di sopra, il rifugio è
veramente un buco, le camerate sono piccole, il bagno uno solo senza doccia…sì,
ma siamo a 3450mt!!! Per me è ok, Lorenzo deve ovviamente farci un po’
d’abitudine iniziale, praticamente per lui è la prima volta in un vero rifugio.
Dopo uno spettacolare piatto di pasta mi sento veramente rimesso al mondo, la
gente continua ad arrivare e a riempire sempre di più il rifugio. Nel tardo
pomeriggio siamo al limite dello scoppiare, ogni tavolo è pieno di persone, c’è
mezza Europa: gli spagnoli, i croati, i greci, italiani ovviamente, tedeschi,
svizzeri..noi siamo in un tavolo insieme a un tedesco che legge e rilegge un
libretto con tutti i nodi da alpinismo. Io mi metto a scrivere un po’ di
memorie nel taccuino, Lorenzo, dopo un po', non sa come ingannare il tempo.
Proviamo a giocare po’ a carte però, madonna, che culo che ha!! Tra una
cazzata e l’altra di Erik, che in realtà ha il suo bel daffare, si arriva
all’ora di cena. Poiché quasi tutti i tavoli sono ben occupati, inutile disporsi
secondo quanto da lui previsto, quindi noi rimaniamo col tedesco e questo punto
ne facciamo la conoscenza. Si chiama Urs e parla inaspettatamente bene
l’italiano. Tedesco di Renania, ma attualmente abitante in Valpolicella. Molto
socievole e anche gentile, ordina da bere mezzo litro di vino rosso da dividere
con noi.
Questa è la miglior foto che Erik è riuscito a fare a noi con Urs..ah ah.. |
Le ottime portate della cena sono quindi accompagnate da un piacevole
colloquio con questo ragazzo, lui ci racconta le sue cose, e noi ovviamente le
nostre. Lui mi fa vedere le foto delle sue zone, io ovviamente mostro
orgoglioso il panorama di Prata dal Poggio della Croce. Quando si entra
nell’ambito lavorativo, è più facile per lui spiegare il suo: pastore. Noi
dobbiamo invece per forza spiegare cos’è il biossido di titanio, non basta dire
che lavoriamo in uno stabilimento chimico. Prima però che si abbia il tempo di
fare una pessima figura, facendogli domande più specifiche sulla pastorizia,
aggiunge che è un pastore sì, ma della Chiesa Evangelista! Ah ah ah…fiuuuu, che
figuretta stavamo per fare. Beh se non altro abbiamo il tempo di correggere il
tiro delle domande, e Lorenzo, forse per poter andare a ridere in altro luogo,
approfitta del fatto che le nuvole di colpo se ne siano andate regalandoci uno
spettacolare tramonto, con un Cervino da brivido che finalmente si mostra
silenzioso e possente.
Il Cervino, seminascosto, ma impressionante al tramonto |
Esco fuori anch’io ma solo per poco, in tempo per
fotografare il Weisshorn e un appuntito Zinalrothorn, poi, in pantaloni corti,
è meglio rientrare…
Zinalrothorn (sx) e Weisshorn (dx) anch'essi di una bellezza cristallina |
Nei Laghi Goillet e Cime Bianche si rispecchiano ora le nuvole, mentre Cervinia è già in penombra |
Dopo un bel brindisi a base di Genepy con Erik, Urs e il
ragazzo del bar, saliamo in camerata (alcuni spagnoli già coricati) cercando di
ottimizzare i tempi e barcamenarci il meno possibile nell’affollamento
generale. Domattina a quello che abbiamo appreso, praticamente tutto il rifugio
si alzerà alle 5.00, quindi inutile impostare la sveglia. Mi sento molto calmo
e tranquillo; lo stare a lungo in altitudine
non mi ha dato nessun fastidio, e questo mi rinfranca e mi fa sentire buoni
presentimenti per domani, giacché il meteo ha confermato una splendida
giornata. Adesso si spera solo di poter riposare e passare bene questa notte,
poi finalmente il sogno 2014 del Mago sarà alla prova finale!
- MagoZichele -
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