Lunedì
23 Luglio 2012, in fretta e furia, in gran segreto, e in anticipo di quasi una
settimana, decido che l’ora dell’Alta Via del Mago è giunta. Sarei dovuto
partire il 28 Luglio, di Sabato, ma già da tempo, osservando miliardi di siti
di meteorologia, e confidando sul fatto che quasi tutti all’unanimità sancivano
per quella settimana un periodo molto perturbato, ho deciso che non avrei
dovuto aspettare oltre, e approfittare invece della finestra di bel tempo in
questa settimana n.30 dell’anno 2012. Prenotati velocemente i pernottamenti nei
rifugi, sistemate tutte le cose in macchina, controllato per l’ennesima volta
il contenuto della zaino, ma sì…meglio non pensarci troppo e partire. Unico
grosso rammarico, non poter condividere con l’amico Lorenzo la tappa n.1, l’andata
e ritorno al Monte Vioz, che avremmo dovuto fare Domenica 29, e che avevamo
pianificato da tempo.
Sveglia dunque alle 3.00 di notte e partenza alle 3.26, pur viaggiando di notte, il sonno non prende mai il sopravvento, quando si fanno cose che ci danno grossi stimoli. Il viaggio prosegue bene, anche con una colonna sonora di tutto rispetto, alla radio, probabilmente sapendo che il Mago era in viaggio (!), passano un sacco di canzoni decisamente in tema con lo stato d’animo, da "Proud Mary" dei Credence Clearwater Revival a "Going Up The Country" dei Canned Heat: l’effetto “on the road”, in questi casi, si fa sentire eccome!!!
Bella foto nel sentiero che sale verso Pejo |
Arrivo finalmente a Peio paese, sono passati 10 anni da quando ci venni con Alessandra, allora eravamo solo due fidanzatini, adesso abbiamo un figlio di tre anni…
La
traccia gps è precisa ed affidabile, in men che non si dica attraverso il paese
e ne esco imbeccando subito il giusto sentiero per collegarmi velocemente al
numero 105, quello che mi porterà ai Piani del Vioz, al Rifugio Doss dei Gembri.
Poco dopo il paese, sull’altura di Valasiccia, mi rendo conto che sonò già
sudato fradicio, e all’ombra tira comunque un’aria fresca e frizzante. Faccio
allora una sosta ristoratrice e metto su la crema solare, i gradi sono circa 15
ma sotto il sole si sentono i raggi che martellano la pelle.
Panorami da Malga Saline: a sinistra il Passo Cércen,
a destra vista su Val Venezia e Vedretta del Careser.
Riparto e contemporaneamente mi imbatto in una coppia di mezza età con un bellissimo Labrador nero, vorrebbero andare al Rifugio Scoiattolo ma sono andati in una direzione leggermente diversa, decidono comunque di salire lungo il mio stesso sentiero fino al Doss dei Gembri. Proseguo bene, guadagnando quota senza apparenti fatiche, nonostante la salita e lo zaino di almeno 16Kg, visto che dentro ho già anche il pranzo di questa prima giornata. Come spesso mi è successo in altre occasioni in cui sono in solitaria, qualche canzone mi accompagna durante il cammino in maniera ossessiva; le prime volte che mi succedeva la cosa mi dava anche fastidio, adesso che ci sono abituato, invece, ogni volta è l'occasione per stilare una sorta di "compilation ufficiale". Quest'oggi, non chiedetemi perché, il pezzo ufficiale, che scaturisce in maniera assolutamente casuale, è Rasputin dei Boney M...boh... Arrivo ad incrociare il sentiero n.127, quello che dovrò imboccare fra due giorni, per il trasferimento fino al Rifugio Larcher al Cevedale (a proposito, ma il termine più veloce e corretto è Rifugio Larcher o Rifugio Cevedale?? Boh..non l’ho ancora capito..), un bel sentiero nel bosco, sarà bello percorrerlo all’ombra fresca del mattino.
Veduta esterna e interna di Malga Saline (2089mt)
Per oggi invece è ancora salita, e, superata la fatidica quota di 2.000mt, gli alberi si diradano e il sole la fa da padrone. Passo dopo passo osservo le braccia luccicanti per il sudore, supero un paio di tornanti e d’un tratto la strada forestale che sto percorrendo spiana, preludio all’arrivo a Malga Saline, una bella e tipica malga come se ne trovano nelle zone di pascolo montane. Sono le 11.10, in due ore ho già percorso 900mt di dislivello, e la cosa mi mette psicologicamente di buonumore. Mentre osservo uno splendido falchetto sospeso in aria, intento a perlustrare chissà quanti metri quadri di terreno, faccio due conti e mi rendo conto che mi rimangono solo 200mt circa di dislivello per arrivare al Doss dei Gembri, con il passo tenuto finora saranno sì e no 30-40min di camminata.
Il Mago a fianco della famosa cascata di Malga Saline... |
Comunque, oltre al paesaggio, anche la Malga è molto carina, anche con i suoi…ehm…caratteristici odori… Di fronte c’è una bella vasca dove da una cannella sgorga continuamente un’acqua buona e freschissima. Le mucche non ci sono, sotto tutte ai pascoli, davanti alla malga c’è una panchina dove appoggio comodamente lo zaino. Faccio una bella serie di foto, approfitto del sole per dare subito un po’ di ricarica a cellulare e gps sfruttando il pannellino solare (che acquisto azzeccato!!) e infine mi dedico ad un rapido pasto, badando a coprirmi perché il sole è davvero cocente.
Al Sas de le Strie, si presenta il Vioz e, lontana, la Vedretta del Careser.
Durante la mia pausa mi raggiungono, e proseguono, i signori con il Labrador nero, dandoci appuntamento al Doss dei Gembri, e anche un’altra coppia di fidanzati con i quali scambio amichevoli considerazioni su tutto quanto ci sta circondando. Riparto verso le 12.30, ma il sentiero, la salita, adesso non mi sembrano più tanto semplici da affrontare. E’ l’effetto post-pranzo, ma soprattutto è l’effetto che mi sono svegliato alle 3.00 di notte, fatto un viaggio di 5h e mezza, e camminato da subito fin oltre i 2000mt… Arrivo al Sas de le Strie e riprendo vigore improvvisamente, quando di fronte a me vedo sbucare il Vioz da dietro un crinale, e dietro di me vedo ancor più nitidamente, rispetto a Malga Saline, la Vedretta del Careser!! Sento che sto pian piano per immergermi nei luoghi che da circa un anno sto sognando, da quando decisi di cominciare a pianificare questo bellissimo tour…il sogno che diventa realtà…Doss dei Gembri..arrivo!!
A sinistra il Rifugio Doss dei Gembri (2315mt), a destra il bel laghetto artificiale sottostante
Ecco che supero l’ultimo tratto di salita, probabilmente la scarsa abitudine all’altitudine mi accentua un po’ di più la stanchezza, mi sembra di non arrivare mai, poi, d’un tratto, superato l’ultimo dosso e i restanti 100mt di dislivello, ecco che alla vista appaiono i Piani del Vioz: uno spettacolo! Una spianata che non ti aspetteresti dopo 7 km di sola salita. Una bella e gigante conca erbosa, sulla quale è adagiato il Rifugio Doss dei Gembri, sormontata a destra dalla Cima Vioz e dal Dente del Vioz, ma soprattutto frontalmente dalla bella e minacciosa Valle della Mite, che sale inesorabilmente fino al Monte Vioz, o meglio allo spuntone roccioso su cui, lassù in alto e lontano, è arroccato, contro qualunque apparente logica, il Rifugio Mantova. Il contesto mi fa pensare ad una specie di onda di piena che sembra sul punto di schiantarsi, abbattendosi sul Doss dei Gembri.
A sinistra, la Valle della Mite sospesa sui Piani del Vioz,
e a destra una zoomata sull'altissimo e arroccato Rifugio Mantova (3535mt)
Entro al rifugio alle 13.10, riconosco e saluto ancora una volta i signori con il Labrador, freschi di pranzo al rifugio (una delle cose più appaganti che si possa fare dopo una passeggiata in montagna) e mi presento, piuttosto stanco, ai gestori del rifugio, che, un po’ indaffarati vista l’ora di punta, mi invitano ad aspettare almeno le 15 per avere la stanza. Ok, nel frattempo sistemo lo zaino in una stanza appartata, scendo in bagno per fare subito un po’ di bucato approfittando del sole, poi me ne sto un po’ fuori a fare alcune foto, scendendo anche nel bel laghetto artificiale sottostante il rifugio. Trovo un ragazzo intento anche lui a scattare foto, con il quale socializzo subito in una piacevole chiacchierata dove mi da qualche consiglio per la mia tappa di domani, la salita al Vioz (quando posso parlare con qualcuno più esperto non mi faccio certo scappare l’occasione, e questo ragazzo è stato anche sul Monte Rosa…). In ogni caso, ricevo i suoi complimenti quando gli dico che già stamani ho salito i poco più di 1000mt di dislivello in sole due ore nette, e la cosa ovviamente non può che inorgoglirmi. Il ragazzo mi dice che stamani avrebbe voluto salire al Vioz con la sua compagna, ma che il sentiero non era tanto praticabile per delle formazioni di ghiaccio risalenti alla giornata di ieri…boh…ma che vorrà dire?? Sta parlando di situazioni che non ho mai vissuto, e che ormai (spero) di vivere, e bene, fra poche ore, ma tutto sommato queste considerazioni mi tengono un po’ in apprensione.
Ritorno
al rifugio dove, fuori, un nugolo di adolescenti improvvisano un campionario
abbastanza chiassoso di giochi di società, sono le 15, la ragazza del rifugio
mi accompagna nella mia camera, qui al rifugio sono quasi tutte camere da tre letti, ma in realtà, nei prossimi due giorni sarò l'unico cliente che dormirà al rifugio. Sistemata la mia roba, lavo qualche altro capo, poi una bella doccia, infine
subito a letto per trovare un po’ di riposo, visto che ora la stanchezza è
palese. Rimetto la sveglia alle 18.30, e vi rimarrò, trovando anche il tempo,
una volta ritiratisi a valle tutti i visitatori del rifugio, di una breve ma
riposante dormitina. Tuttavia, prima del sonno, fra i mille pensieri che
turbinano nella mente, come sempre mi accade soprattutto il primo giorno quando mi trovo da solo, alcune
angoscianti situazioni mi mettono in allarme: riesco a immaginarmi nei prossimi
giorni molto stanco, con la montagna nemica insormontabile, con il senso di
nostalgia e insicurezza lontano da casa, infine ricreo mentalmente una
situazione di panico che mi porta ad abbandonare tutto e tornare a casa: beh sarebbe
davvero il colmo, dopo un anno di attesa, no?? Dopodiché sprofondo in questa breve
dormita, fino alle 18.15 circa, che porta via tutti gli incubi e mi risveglio
con una gran fame.
Un Mago sereno nasconde alla meglio l'attesa per l'indomani, per l'ascensione al Monte Vioz!!
Scendo e faccio conoscenza con Mirko, il fratello di Giampietro. A dir la verità, appena sceso, arriva un personaggio davvero unico, un amico di Mirko che, per il cocktail serale, si presenta (e poi se ne riparte) con una moto da cross su una ruota! Mirko poi mi chiede del mio tour, mentre le ragazze, più appartate, sono abbastanza riservate e non interessate alla nostra conversazione (oppure, chissà cosa penseranno di questo strano tipo solitario…). La piacevole chiacchierata è il preludio ad una splendida cena, fatta di tagliatelle al cervo e carne salada (una sorta di carpaccio molto buono) con patate.
Mentre
sto per terminare la cena, Mirko, che era uscito fuori, richiama l’attenzione
di tutti. Usciamo e ci mostra un camoscio con il suo piccolo che si sono
avvicinati molto al rifugio, lungo il sentiero che scende dal Vioz. Che belli,
è la prima volta che vedo dei camosci, e ovviamente…non ho la macchina
fotografica con me!!
Mi trattengo un po’ fuori, nell’unica zona dove c’è un po’ di segnale del cellulare, per telefonare ad Alessandra e ai miei genitori, ai quali ho colpevolmente omesso la notizia della mia improvvisa partenza. Mi dispiace, non è per averli voluti ignorare, ma egoisticamente ho agito semplicemente per evitare loro inutili preoccupazioni, e a me le scontate 1000 domande del caso… Alle 22.35 finisco di raccontare i momenti salienti sul taccuino, poi, con un ultimo pensiero per Alessandra e per il mio Feffo, mi abbandono ad una dormita sognando il Vioz per l’indomani…e i suoi 3645mt, una prima assoluta per MagoZichele...chissà come andrà...
MagoZichele
Bella foto serale alla Presanella |
Grande Mago, prossima tappa... Himalaya! (EMILIANO)
RispondiEliminaGrazie Emilianoooo!! Intanto accontentiamoci del Roccatrek a Settembre!!!
Elimina