PASSO Del MADRICCIO - PUNTA BELTOVO Di DENTRO (3325mt.) - VAL MARTELLO
Lunghezza = 11,5 Km
Dislivello+ = 770 mt
Il Percorso
Siamo al 4° giorno di cammino,
oggi lasceremo la Val di Solda e ci sposteremo su un’altra valle, la Val
Martello, dove domina la tranquillità e il silenzio, al cospetto delle maestose
Cime Cevedale. Una valle famosa anche per le coltivazioni di succulenti
fragole. Per raggiungerla saliremo fino al Passo del Madriccio (3123mt) e, dopo
una breve deviazione alla Punta Beltovo di Dentro (3325mt), dove un altro
maestoso panorama ci aspetta, discenderemo per intero la lunga Val Madriccio
fino al Rifugio Nino Corsi (Zufallhutte – 2265mt.) e da qui fino al Rifugio
Albergo Genziana (Enzianhutte – 2051mt.). Infine con un pullman scenderemo fino
al Lago Gioveretto, dove dovremo aver prenotato, preferibilmente con largo
anticipo, un pernottamento a uno dei due hotel qui presenti, l’Hotel Zum See
oppure l’Albergo Gioveretto (Zufritthaus).
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Clicca QUI per scaricare la cartina del percorso [fonte: Carta Tabacco 08] |
Dal Rifugio Milano, ripartiamo
dunque seguendo in salita il sentiero n.151, che sale attraverso alcuni
tornanti fino a ricongiungersi con la larga sterrata, fino al Rifugio
Madriccio, a 2818mt. Siamo all’interno dell’immenso catino un tempo dominato
dalla Vedretta del Madriccio, adesso arroccata a ridosso dell’omonima punta.
Non è raro comunque trovare ancora della neve, a seconda della stagione. Un
paradiso per sciatori e sci alpinisti, in stagione invernale. Questo bacino
infatti rimane spesso protetto dalle correnti calde, e fa si che la neve si
sciolga molto lentamente. Dal Rifugio Madriccio proseguiamo la nostra salita
sempre su larga sterrata, frequentata spessa anche da MTBiker che poi
discendono dal lato opposto la Val Madriccio.
Si sale con regolarità senza
grossi strappi, e in breve saremo già in vista del passo, che raggiungiamo alla
quota di 3123mt. Già da qui si ha una bella visuale sulla Val Madriccio. Un
piccolo visore dalle fattezze di un cannocchiale, molto utile, ci illustra,
puntandolo, i nomi delle maggiori vette visibili dal passo. Proseguiamo la
nostra salita sulla sinistra, superando in due fasi due lunghi dossi rocciosi,
attraverso un facile sentierino, per avere accesso in circa 30/40min. alla
Punta Beltovo di Dentro, terzo “tremila” dell’AVM2013 (3325mt.). Da qui il
panorama è decisamente migliore che dal passo: soprattutto la vista del
Cevedale, con tutta la classica via di salita dal Rifugio Casati, è veramente
imponente. Ovviamente anche tutte le montagne già viste nei giorni scorsi
faranno da contorno, e in particolare avremo un’ottima prospettiva su tutta la
via di salita percorsa il giorno prima per la Cima Vertana, così come avremo
disposto in maniera ottimale il bacino glaciologico della Cima Fontana Bianca,
che l’indomani ci darà accesso al Gioveretto. In vetta alla Punta Beltovo di
Dentro oltre a una piccola croce in legno, si trovano anche le antenne di una
stazione meteorologica.
Riprendiamo il cammino e torniamo
al passo, quindi iniziamo la lunga discesa per la Val Madriccio, fatta di
ripide discese su traccia rocciosa fino ad entrare nei primi pianori erbosi che
mano a mano ci aprono la strada verso il Rifugio Nino Corsi, ben visibile a
valle. Davanti a noi, in alto, si stagliano la Cima Sternai, Il Gioveretto, la
Cima Fontana Bianca, La Cima Rossa di Saént. Superiamo il Rio Madriccio e
arriviamo infine al Rifugio Nino Corsi per una pausa. Da qui avremo una bella
vista sul sottostante Lago Gioveretto. Riprendiamo il cammino sempre sul
sentiero 151 e velocemente in circa venti minuti scendiamo fino all’albergo
Genziana, in prossimità della fermata dell’autobus. Nel pomeriggio solitamente
ci sono un paio di corse che scendono a valle, quindi prendiamone una per
raggiungere la fermata sulle sponda nord del lago, e raggiungiamo uno dei due
hotel, a seconda della nostra prenotazione. L’Hotel Zum See (Hotel al Lago) è
un vero e proprio hotel confortevole e ben arredato. 500mt più avanti c’è il
più anonimo e spartano Hotel Zufritt (Hotel Gioveretto), molto tranquillo,
senza fronozoli, per chi cerca una sistemazione cheap. Prepariamoci e
soprattutto riposiamoci per l’impegnativa sfida dell’indomani, la salita al
Gioveretto!!
Il Racconto
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Alba infuocata su Gran Zebrù e Monte Zebrù |
La nottata è passato molto bene,
la sera prima, la cena al rifugio Milano è stata eccezionale, e la compagnia di
tedeschi ha scuramente animato la serata. Ogni tanto qualche personaggio faceva
visita al rifugio, magari molti di essi erano guide alpine, chissà… I gestori
del rifugio sono molto cortesi ma, anche qui, ovviamente, poco avvezzi
all’italiano parlato, quindi le conversazioni sono molto stentate. Poco male,
vado a letto presto e la mattina presto , non avendo chiuso la tenda, sono
svegliato dalla gran luce, e ancora il sole non è neanche sorto..Più tardi,
verso le 5.30, mi volto di scatto e stavolta il Gran Zebrù e lo Zebrù sono
infuocati dal sole del mattino, uno spettacolo bellissimo. Scatto delle foto ma
dopo chi si addormenta più?? E così la mattinata che avevo intenzione di
partire con calma, alla fine la dormo il giusto…comunque, faccio tutti i
preparativi del mattino con molta calma, compresa la colazione, finche alle
8.10 saluto tutti e mi metto in cammino.
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Ore 8.10, MagoZichele parte per il Passo del Madriccio!! |
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I grandi BIG, visti lungo la salita per il Rifugio Madriccio |
La temperatura esterna è alquanto
frizzante, e un leggerissimo ma noioso accenno di raffreddore rende piacevole l’inizio della camminata. Ci
metto un po’ a rompere il fiato, poi i tre BIG visti da questa prospettiva
invogliano a delle continue foto. Una serie di tornantini mi da accesso ad una
larga spianata da dove si incomincia a intravedere la sella del passo. Sono in
prossimità del Rifugio Madriccio, che trovo, stranamente, completamente vuoto.
Da qui in avanti una lunga salita su nevaio (ben pressato e anche un po’
gelato, ma non ripido) al cospetto della Cima Madriccio.
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Il Rifugio Madriccio (2818mt.) |
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La via per il passo completamente innevata (veduta dal Rif.Madriccio) |
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In vista del passo, seguendo la traccia su neve |
La fatica iniziale è
passata, il fiato è rotto, in breve, verso le 9.45, arrivo al passo del
Madriccio a quota 3123mt! Il Mago ci sta prendendo gusto a stare sopra i
tremila eh eh eh.. Al passo (come spesso succede ai passi) c’è un bello
spiffero, che mi costringe a coprirmi bene visto che il sudore già scende
copioso. Faccio le foto di rito, un bello sguardo alle due vallate, che mi si
prospettano da ambo i lati; molto diverse fra di loro, più minacciosa e
estrema quella appena risalita, sotto lo
sguardo severo del Konigspitz (via..ogni tanto concedetemi un po’ di deutschland..ho
sentito solo quello per una settimana..), più tranquilla e isolata la Val
Madriccio, che dal passo scende fino a raggiungere l’alta Val Martello in
corrispondenza del Rifugio Nino Corsi, a quota 2265mt. In alto, la scena è
dominata dalla Cima Sternai, dal Gioveretto, e dall’Orecchia di Lepre, tutti
over tremila e tutti splendidamente imbiancati, a formare un contrasto
cromatico bellissimo con il verde intenso della valle sottostante.
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Veduta dal passo Madriccio, verso la omonima Valle |
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Dal passo, osservando verso la Val di Solda.. |
Ma ancora per me è presto per
scendere, alla mia sinistra infatti sale il piccolo e tortuoso sentierino che in
due distinte salite, mi porta a conquistare, alle 10.30 in punto, il terzo
tremila dell’Alta Via, la Punta Beltovo di Dentro (Hintere Schontaufspitz), a
3325mt. Appena in vetta, dove mi aspetta una piccola croce in legno e un paio
di grosse antenne della stazione meteo qui presente, lo sguardo si posa assorto
proprio di fronte a me: da questo punto si vede per intero, dal punto di
partenza, tutta la via di salita di ieri per la Cima Vertana, che appare quindi
nella sua possente maestosità. Mi emoziono osservando e ripensando al passaggio
di traverso sul pendio nevoso, e all’ultima ripida salita fino alla croce di
vetta, con la cresta rocciosa degli ultimi metri, fatta in salita, e con la
discesa sul nevaio dove, zoomando con la fotocamera, riesco persino a
riconoscere sulla neve i miei passi…mi pare impossibile che sia successo davvero…
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Tutta la via di salita per la Cima Vertana!! |
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Il ripido pendio finale per la croce di vetta della Vertana, il Mago sospira... |
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MagoZichele immortalato con la Cima Vertana |
Mi volto, e un altro spettacolo,
non visibile dal passo del Madriccio, mi attende: il Monte Cevedale da qui è
spettacolare e sembra sia davvero vicinissimo, così come tutta la vedretta da
risalire nella classica ascensione dal Rifugio Casati. Non so che pensare,
anche oggi il panorama è splendido, le montagne gira e rigira sono sempre
quelle, ma ogni giorno, viste da una prospettiva diversa, non stancano mai alla
vista e anzi invitano sempre a scorgere qualche dettaglio inedito. Ora riguardo
per bene anche il Gioveretto…accidenti come è bianco…speriamo di non
incasinarsi bene anche domani… In vetta arrivano anche un signora abbastanza in
là con gli anni (complimenti a lei) e un altro tedesco salito dalla Val
Madriccio. Il sentiero da me percorso, ora sembra ben trafficato rispetto a
stamani dove ero completamente solo.
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Lo spettacolare Cevedale e l'omonima vedretta |
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Il Mago ripensa alla disfatta dello scorso anno sulla Zufall... |
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La Val Madriccio e in alto le Cime Venezie |
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In lontananza, il Gioveretto bello imbiancato, fra la Cima Sternai (destra) e l'Orecchia di Lepre (sinistra) |
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Ancora uno sguardo sul Gran Zebrù e tutta la salita innevata per il passo |
Alle 11.20 comincio la discesa e
mi riporto velocemente al passo, dove fra gli altri, anche degli appassionati di
MTB si apprestano all’emozionante discesa. La discesa dal passo passa
inizialmente su un bel nevaio, poi segue una traccia su roccia abbastanza
ripida e tortuosa, penso a quanto ci sarà da sudare al ritorno, a farla al
contrario. Mentre scendo incontro un sacco di persone che stanno salendo, una
comitiva, un ragazzino con il nonno, un signore barbuto con sua moglie..ma ci
sono anche altre persone aventi a me che riscendono; tutto d’un tratto questo
sentiero sembra trasformato rispetto a poche ore fa!! In basso, dove comincia
il limite del verde, vedo un bel laghetto formato dal Rio Madriccio, decido che
mi fermerò lì per il pranzo. Alle 12.20 sono al laghetto ma visto che è ben
affollato, mi sposto più a valle direttamente lungo il corso del torrentino che
scende per ora esile, immagino come sarà giù a valle..
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Lungo la discesa della Val Madriccio, comincia un po' di verde |
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Il Rio Madriccio durante la pausa pranzo |
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MagoZichele riparte per la discesa! |
Il sole picchia forte ora, ne
approfitto per far asciugare bene scarponi, calze, tutto. Quando riparto sono
le 13.30. Dalla quota di 2700 dove mi trovo, il sentiero si trasforma e diventa
molto bello, un sacco di fiori rossi accompagnano la discesa che però sembra
infinita…sarà un po’ di stanchezza generale che comincia ad affiorare?? Il
viavai di escursionisti non si placa nemmeno nel pomeriggio, così come degli
intrepidi appassionati di discese a rotta di collo con le MTB. Quando arrivo
nelle vicinanze del Nino Corsi, attraverso una bella e verde radura solcata dal
Rio Madriccio, da dove ho un’altra prospettiva del Gioveretto. Cerco di
immaginare idealmente quale possa essere il profilo dell’ascensione, e tutto
insieme recupero un po’ di ottimismo, forse, a parte il nevaio finale, la
salita potrebbe prospettarsi meno faticosa del previsto, vedremo..
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Spettacolare!! La via di salita verso il Gioveretto. A destra, la Cima Fontana Bianca |
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Motivi floreali lungo la bassa Val Madriccio |
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Uno sguardo indietro verso il passo... |
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...e il Mago prosegue verso il Nino Corsi. Qui sulla radura dove corre il Rio Madriccio. |
Intanto, alle 14.30, arrivo al
Rifugio Nino Corsi, molto affollato in questa giornata di gran caldo. Entro ma
riesco subito, preferisco cercare un po’ d’ombra fuori e la trovo proprio con
vista sul sottostante Lago Gioveretto e gli alberghi Genziana e Schonblick.
Chiamo a casa ma Dario sta dormendo. Mi disseto a lungo qui al rifugio, ho
ancora un bel margine di tempo per il pullman delle 16.50; la stanchezza mi
sembra bussare con maggior forza ora, alle porte del Mago. Visito un po’ i
dintorni del rifugio, dove dei tabelloni ne spiegano la storia e l’utilizzo
delle truppe tedesche durante le due grandi guerre, infine verso le 15.20
riparto e in mezz’ora sono all’Hotel Genziana. Un gran viavai di auto, gente da
ogni parte, sono ritornato alla civiltà! Le pause per dissetarmi continuano,
segno inequivocabile che sono a secco di liquidi e soprattutto stanco. Mi fermo
anche allo Schonblick dove consumo uno spettacolare strudel di mele con panna.
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In vista del Rif. Nino Corsi |
Alle 16.50 sono pronto per il
pullman, ma oltreché stanco mi sento anche “assolato”. Il pullman è strapieno e
la comitiva di ragazzini schiamazzanti non fa che aumentare la spossatezza.
Scendo alla fermata dell’Hotel Zum See, entro, e di fronte allo scetticismo del
personale presente, capisco di aver fatto una grandissima gaffe!! Ho prenotato
all’altro albergo, allo Zufritt, e non me ne ero nemmeno reso conto!! Poro Mago…
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Spettacolare veduta: dal Lago Gioveretto fino all'omonima vetta in alto a destra!! La grande sfida del Mago per l'indomani! |
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Le Cime Cevedale viste dal Rifugio Nino Corsi |
La cosa non sarebbe di per se
così sconvolgente, se non fosse che domattina, quando partirò per tentare la
salita al Gioveretto, dovrò allungare fra andata e ritorno di un altro Km, come
se i già 1600mt di dislivello+ previsti fossero
pochi…Va beh…ci penserò domattina! Chiamo Alessandra e mentre gli racconto
della gaffe, arrivo all’albergo. Tutta un’altra impressione rispetto allo Zum
See, e del resto la sola stella che campeggia all’ingresso, nella targa, la
dice lunga. Si respira decisamente un’altra aria: un albergo molto semplice,
spartano, datato, ma immerso nel verde degli abeti che fanno da cornice alle
azzurre acque del Lago Gioveretto, e con un bel promontorio panoramico distante
soli due minuti di cammino. Nell’ingresso campeggiano un sacco di vecchie foto
e una cronologia della storia della famiglia Stieger che lo ha gestito per ben
50 anni. Incuriosito, mi soffermo anche sulla moltitudine di minerali esposti
in una vecchia vetrina.
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Le acque del Lago Gioveretto |
Infine mi presento al titolare,
Josef, e se prima avevo la sensazione di essermi fermato nel tempo agli anni ’70,
adesso ne ho davvero la conferma! Badate bene, non è questa una cattiveria, anzi,
la sera, dopo un’abbondante cena, mi fermo a parlare con lui per un po’ e mi
racconta la sua triste storia recente, di come si sia in pochi anni ritrovato
solo a gestire l’albergo (alcune donne lo aiutano in cucina o per le pulizie) avendo
perso tutti i suoi familiari e con i pochi rimasti lontani, in Germania. Ma
Josef guarda avanti accettando comunque con serenità ciò che la vita gli ha
offerto. Un personaggio insolito e diverso, non rimpiango davvero di passare la
notte all’albergo Zufritt!
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Un po di ricordi per MagoZichele, osservando queste sponde.. |
Dal punto panoramico sul lago,
bellissimo, rivedo tutti i punti caldi della visita che facemmo lo scorso anno
con la famiglia, compreso l’albero in cui tentammo un improbabile riparo da una
pioggia torrenziale che si scatenò nel pomeriggio; sono al quinto giorno, un po’
di nostalgia ci sta… A cena, nella sala pranzo agghindata di un impressionante numero
di soprammobili vari, mangio delle belle portate di ottima cucina biologica, e
la signora che mi prepara la cena mi fa trovare addirittura a tavola un
mazzolino di fiori freschi..più di così!!
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Alcune sculture in legno nel punto panoramico sopra il lago |
Dopo cena e la chiacchierata con Josef,
mi accordo per la colazione dell’indomani visto che vorrei partire presto verso
le 6.30, infine sono pronto per una bella dormita, sono davvero cotto, e vado a
letto presto. La camera è molto spartana, sembra di essere in una stanza della
casa dei miei nonni, ma non me ne importa niente, adesso quello che conta è
dormire il più possibile per essere freschi e riposati per la grande sfida di
domani, il tanto sospirato Zufritt!!!
- MagoZichele -
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