O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 14 aprile 2011

[ Come è andata?? ] Escursione Castelli Rocchette & Cugnano - 2° tappa [ 10/04/2011 ]

La mattina del 10 Aprile, sembra non arrivare mai. Scrutiamo dalla piccola finestrina triangolare in fondo alla T2 Ultralight qualche avvisaglia di raggio di luce, ma senza risultato. Eppure sono le 7.30, dovrebbe essere giorno già da un po’. Vabbè che la notte è passata quasi insonne per tutti e due, fra russate, gracidio delle rane, scalpitio di cinghiali e sogni incredibilmente realistici, ma insomma adesso siamo svegli, e la luce non c’è per davvero!



Foto al mattino (inoltrato)
"che umido...e che sonno..."
Dopo alcuni momenti per smaltire la colica di sonno, decidiamo di uscire fuori, ed ecco spiegato l’arcano: un nebbione da Pianura Padana avvolge le cime dei poggi che ci circondano, impedendo al sole di arrivare fino a noi. Ci vorrà almeno un’altra oretta prima di vederlo, nel frattempo sembra di essere in un acquitrino. Il telo esterno della tenda è ovviamente zuppo di condensa, non potrebbe essere altrimenti con questa umidità, però almeno quello interno ha retto bene, e dentro alla tenda, nonostante il sottile telo a pavimento, si sta comunque bene; direi test superato.


Ingresso al Castello Rocchette
Autoscatto sul Castello Rocchette
Ci prepariamo la colazione e smontiamo rapidamente il campo, anche se io, con la mia nota puntigliosità, mi perdo troppo in dettagli, e va a finire che non riusciamo a ripartire prima delle 10.05. Oggi andremo a visitare entrambi i castelli, e poi ritorneremo a Prata, dovremo, a differenza del giorno precedente, fare più salite che discese, quindi ci aspetterà una dura tappa. Iniziamo subito un bel tratto nel bosco, anche se in salita, e poco dopo entriamo nella più agevole strada sterrata, continuando comunque a salire; il dislivello iniziale è subito di circa 170 metri; tra l’altro, sentiamo da subito che la giornata sarà particolarmente calda.

Dopo circa mezz’ora di cammino arriviamo al primo dei castelli, il Castello Rocchette. Dalla strada, nemmeno si vede così bene, immerso nel bosco; bisogna attraversare un cancellino di legno e scendere in basso, prima di risalire sulla collinetta che ospita ancora i resti principali del castello. Il Piusti non è molto invogliato, poi lo convinco a lasciare gli zaini vicino alla strada ed andare a piedi fin su la collinetta, in fin dei conti siamo venuti apposta per questi castelli, ora che si fa, nemmeno si guardano? In effetti la visita risulta proficua, soprattutto per il panorama che si gode dal punto più alto. Alla nostra sinistra, il Monte Arsenti, sotto di noi, si estende la vallata in cui abbiamo passato la notte, in lontananza, nonostante la foschia, si scorge da sinistra a destra Massa Marittima, l’Isola d’Elba e Monterotondo Marittimo. Suggestivi sono comunque i resti del castello, che sono letteralmente inglobati nel bosco.


Il Piusti indica la via per Cugnano
Ripartiamo andando in direzione del secondo castello, che si trova nel territorio comunale di Monterotondo. Il Castello Cugnano non è molto distante dal primo, e anche i resti di questo sono sviluppati prevalentemente in una collinetta. Una volta di fronte al’entrata, riconoscibile da una piccola casettina di legno della Comunità Montana, si sale nel bosco per circa un centinaio di metri, arrivando al sito archeologico. Di dimensioni maggiori rispetto ai resti del Castello Rocchette, rimangono in piedi alcuni tratti di alte mura che sembrano ostinarsi al passaggio del tempo. L’impressione è che pian piano crollerà tutto, ed è un peccato, perché si tratta comunque di testimonianze dirette dei frenetici trascorsi medievali che queste zone hanno vissuto, con le estrazioni minerarie di rame e argento. Dopo qualche nostra interpretazione storica del sito (vedi video sotto), facciamo una piccola pausa ristoratrice; controllando l’ora, sono le 11.30, decidiamo che fino alle 13 faremo tutta una tirata, anche perché siamo già in preallarme per cosa ci aspetterà di lì a poco. Infatti dall’inizio della piccola radura Campo ai Frati, dovremo fare un ripidissima risalita e passare in breve tempo da 420mt. a 600mt. di altitudine, per poi proseguire, anche se più dolcemente, fino a 640mt. In corrispondenza del Podere Filetto.


Il tratto finale prima della risalita, o meglio dal Castello Cugnano fino a Campo ai Frati, è anch’esso molto bello, in mezzo al bosco, costeggiando sulla destra un ripido fossato. Iniziamo così la risalita, che si mostra da subito per quello che prometteva: una mazzata. Ci zittiamo tutti e due e avanziamo lentamente, il Piusti sembra curarla, a un certo punto deve fermarsi perche il cardiofrequenzimetro sta segnando un nuovo punto record, e ci mancherebbe, mica è una gara; do così i miei bastoncini a lui, così che possa aiutarsi meglio anche con le braccia. Dopo un tratto che sembra non finire mai, la salita prosegue in un ampio tratto scoperto dalle piante, da dove si vede molto bene Monterotondo Marittimo e il caratteristico camino della centrale geotermica. Essendo scoperto, è anche molto esposto al vento, che in questo punto sta soffiando forte; mi tocca mettermi il k-way se non voglio beccarmi qualcosa, perché una volta in cima la t-shirt e la camicia sono completamente zuppe. L’ultimo tratto presenta una bellissima e verde radura, prima di immetterci nella strada sterrata ed arrivare, dopo aver superato un allevamento di vacche e il Podere Malfatto, al Podere Filetto in perfetto orario, alle 12.55. Ci fermiamo per il pranzo, anche perché ora siamo veramente cotti, e il bello è che dobbiamo ancora fare 10km…

Foto con Angelino Alf..ehm..il Piusti..
L'omo di Cugnano
Ci mettiamo dietro a un capannone del Podere Filetto, e mentre mangiamo, ripercorriamo ancora una volta i momenti salienti delle due giornate e le inevitabili considerazioni sul giusto compromesso del peso dello zaino, soprattutto quando partiremo per la SPratata. Anche se in questo momento è più la stanchezza per le poche ore di sonno a farla da padrone, più che i dolori su spalle, schiena e gambe. Decidiamo di fare una sosta più breve del giorno prima, anche per recuperare un po’ sulle ore di marcia, visto che la mattina siamo partiti 2 ore e mezza dopo. Vado a recuperare la camicia e la maglietta che avevo messo al sole ad asciugare, e mi accorgo che il Piusti si sta pericolosamente sdraiando a terra. Meno male che l’occhio ci casca sulla presenza a terra di zecche, cosicché il riposino è rimandato e anzi, ci conviene sloggiare, non prima di aver fatto, grazie alla disponibilità dei gestori del Filetto, rifornimento d’acqua, tanto per essere sicuri di non rimanere senza.


160 battiti/min..meglio riposare..
Bel panorama in cima alla salita

Autoscatto a Fontalcinaldo

Iniziamo quindi il tratto di 5 km di strada asfaltata, dove procediamo ovviamente spediti, in modo da recuperare sul tempo di percorrenza. Alla fine ci impiegheremo un’ora prima di arrivare a Fontalcinaldo, e considerato il peso degli zaini, è un risultato che ci soddisfa pienamente. Una volta arrivati in questo gruppo di casolari, facciamo ovviamente una sosta per riprenderci dalla tirata, perché sappiamo già che ci sarà ancora l’ultima faticaccia di questa due giorni: la risalita, dagli iniziali 620mt di altitudine di Fontalcinaldo, fino ai ruderi del Podere Pighetti e ancora più su fino al punto panoramico a quota 790mt.

 

Le Cornate e il Poggio di Montieri dalla SP11

Ma ormai stranamente i dolori sembrano passare con il tempo, anziché acuirsi, forse sarà per l’euforia di sentirci vicini all’arrivo, e in un certo senso di “avercela fatta” per questi 35 km in due giorni con quasi 1350 mt di salite e 20kg sulle spalle. Il Piusti si canta le colonne sonore di Rocky per darsi forza, io guardo solo per terra e seguo il sentiero, senza pensare ad altro. In poco tempo siamo già in cima, quindi è il momento di sparare 2 cazzate dal punto panoramico (video sotto). Mancano ancora 3 km all’arrivo a Prata, ma ormai il più è fatto.



In vista di Prata
Scendiamo rapidamente dal crocevia dei Poggi di Prata, con un occhio di riguardo alla discesa dalla “Viva” (ci mancherebbe di fare un capitombolo proprio alla fine), e alle 17.40 siamo di nuovo al Pianello!! Alla fine abbiamo recuperato la bellezza di 1 ora e venti minuti sul ritardo iniziale. Paradossalmente siamo andati più spediti il secondo giorno dove abbiamo affrontato più salite, con poco sonno e sulle gambe i 18 km del giorno prima.

Adesso è proprio il caso di rilassarci, un bel gelato e un caffè al pub ristorante del Pianello, fra le chiacchiere e le risate con i presenti a ripercorrere questa bella escursione, non prima di aver accuratamente confrontato i valori registrati dai nostri GPS Keymaze, promossi entrambi a pieni voti.

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* si ringrazia gentilmente il Piusti per il materiale video e fotografico messo a disposizione

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