O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

mercoledì 13 aprile 2011

[ Come è andata?? ] Escursione Castelli Rocchette & Cugnano - 1° tappa [ 09/04/2011 ]

Assieme al Piusti, decidiamo di affrontare questa due giorni quale test ufficiale per l’imminente “SPratata” (da Prata al Mt.Amiata). Nei giorni precedenti la meticolosa preparazione dello zaino, decido di non economizzare troppo nel peso, proprio per simulare un’escursione di più giorni, o quantomeno superiore a due giorni. Due giorni prima della partenza lo zaino era 17kg, la sera prima 20kg…che mi venga un colpo se sono riuscito a capire da cosa dipendesse! Speravo proprio nell’inaffidabilità della bilancia, ma le continue pesate davano sempre sui 20kg, e allora che 20kg siano! Poi sarà l’occasione per provare tante altre cosette, autonomia dei gps, efficienza dell’accumulatore nel ricaricarli, affidabilità della nuova mini-tenda T2 Ultralight, e soprattutto la nostra condizione fisica.

Dopo essermi raccomandato con il Piusti per le 7.00 come orario di partenza, arrivo puntualmente in ritardo io, come sempre. La giornata è limpida, le previsioni hanno messo un gran caldo per questo fine settimana, speriamo che le scorte d’acqua siano sufficienti, altrimenti dovremo in qualche modo procurarcela. Dopo un paio di foto celebrative della partenza e l’acquisto di un paio di panini dal fornaio, tra la curiosità dei pratigiani mattutini che vedevano due desperados carichi di tutto punto, partiamo!


Foto prima della partenza
"la Viva"
Il tratto iniziale come previsto lascia poco tempo per le chiacchiere, meglio risparmiare il fiato, c’è da salire subito fino al crocevia per i Poggi di Prata, e soprattutto va affrontata “la Viva”, la ripida salita con pendenza superiore al 30%, con gli zaini che abbiamo in spalla non sarà uno scherzo. Poco dopo, una volta spoggettato, 2 caprioli impauriti ci tagliano la strada correndo. Siamo all’inizio del sentiero 28, un sentiero che scopriremo molto bello da attraversare, anche se inizialmente molto ripido nella discesa con diversi sassi sconnessi. Finita la discesa si apre una piccola pianura con la strada che  attraversa verdi campi, in fondo ai quali si risale leggermente, passando dai resti di un sito minerario (Pozzo Tosi), dove c’è ancora il castello di estrazione e gli edifici (chiusi) che ospitavano l’argano e i comandi. Continuando a salire arriviamo in un altro pianoro, proprio di fronte al Monte Gai; da qui si vede molto bene Massa Marittima, è quasi due ore che camminiamo, decidiamo per una pausa. Appena ci togliamo gli zaini, ci viene spontaneo camminare come dei cammelli, è l’effetto che fa dopo aver camminato per diverso tempo con il peso sulle spalle, partono le prime risate…

Ripartiamo scendendo e costeggiando il Monte Gai, anche qui la discesa è abbastanza ripida e la presenza di sassi qua e là rende un po’ difficile il passaggio, bisogna appuntarsi bene con i bastoncini per mantenere l’equilibrio. In questa zona (Niccioleta Vecchia) è stato fatto recentemente un grosso lavoro di recupero degli antichi siti di estrazione mineraria, e sono stati apposti numerose tabelle indicative dell’ubicazione di questi pozzi tutti intorno al Monte Gai.

Ingresso ai pozzi minerari sul Monte Gai
Pausa sul Poggio Tosoli
Arriviamo al passaggio sulla SR439 ed iniziamo la salita verso Poggio Tosoli, il sentiero inizialmente si snoda nel bosco per poi continuare nella strada sterrata, si comincia a sentire l’arrivo del caldo. In cima al poggio, dove ci sono i ruderi del podere, ci buttiamo per terra per un riposino, e cominciamo con le considerazioni sul peso degli zaini, che comincia a farsi sentire sempre più. Siamo già d’accordo sul fatto che, finita questa due giorni, dovremo fare delle dolorose rinunce se vogliamo alleggerire, sia pur di poco, il fardello.

Ripartiamo da Poggio Tosoli e scendiamo costeggiando il Monte Pergolo, qui il tratto è forse uno dei più belli finora incontrati, e probabilmente anche questo di recente “ripassata” da parte della Comunità Montana, visto che li abbiamo trovati tutti molto curati. Sono le 12.25, ci fermiamo per il pranzo, poco prima dell’innesto nella strada sterrata di Pian dei Mucini. Il Piusti comincia a fare i conti con l’acqua, sicuramente i suoi 3 litri non basteranno per tutti e due i giorni, allora mi propone di allungare leggermente fino alla fonte di Cava alla Rena; abbiamo già percorso 10km dei 16 totali, quindi si può fare. Finito il pranzo e dopo 2 chiacchiere, ripartiamo verso Cava alla Rena, la fonte ha inaspettatamente un getto ancora molto potente e soprattutto molto fresco, bisogna addirittura stare attenti a non farsi sradicare di mano la borraccia. Ritorniamo sui nostri passi e prendiamo il sentiero 17, che parte subito forte in discesa, anche qui molto accidentata per via della pioggia che vi ha scavato dei profondi e larghi solchi. Finita la discesa è la volta del guado del Fosso Ritorto, guado che si rivela molto facile dal momento che il fosso è completamente in secca, nonostante il letto testimoni un passato di abbondanza d’acqua.

Aaahhh...bella fresca...

Fonte Cava alla Rena

Inizia quindi il tratto finale sempre più pianeggiante, che costeggia proprio il corso del Ritorto, alle nostre spalle, visti da quaggiù, il Poggio Tosoli e il Mt.Pergolo sembrano delle montagnone. Adesso andiamo anche abbastanza spediti, la nostra prima tappa sta terminando e siamo ancora in pieno pomeriggio, tutto come da programma, visto che non sappiamo ancora l’ambientazione che troveremo quando dovremo scegliere dove piantare la tenda. Cominciamo quindi via via a guardarci intorno, troviamo un bel campo che seppur recintato ha un piccolo cancellino per l’ingresso, ma subito dopo scopriamo che è già occupato da una mega vacca maremmana che, a giudicare da come ci guarda, sembrava aver già capito i nostri propositi. Meglio allora cercare campi non recintati, tutt’al più ci farà visita la fauna selvatica…
Il mega leccio dei Na'vi...

L'inquilina del campo

Arriviamo al termine della nostra tappa, ma decidiamo di andare ancora un poco più avanti, abbiamo un certo sesto senso di cui scopriamo presto doverci fidare, infatti, in corrispondenza di un leccio direi secolare (lì per lì pensavo fosse l’albero-casa dei Na’vi del film Avatar), c’è un altro campo, e dalla parte opposta, al limitar del bosco, troviamo il posto adatto dove passare la notte, vicini alla strada ma non visibili. Ci troviamo nel vertice più alto di questa vallata, tutto intorno a noi ci circondano i poggi, il posto è molto bello. E’ ancora presto, sono le 16.35 circa, partiamo subito con il montaggio della tenda, condito da svariate cazzate assortite, documentate nel filmato sottostante



I poggi intorno al nostro campo
Poi comunichiamo le coordinate della nostra postazione, non si sa mai, un po’ di foto, la ricerca di un paio di bei sassi a mo’ di seduta, la ricarica dei gps, e siamo quasi all’ora di cena, che consumiamo presto, verso le 18.45. Nel frattempo cominciamo a renderci conto che la notte avremo un bel po’ di umidità, complice la posizione incassata in mezzo ai poggi, e la presenza in zona di numerose pozze d’acqua artificiali per abbeverare le bestie. Infatti, già sentiamo sulle spalle la caratteristica sensazione che dà la “signora” umidità quando ti mette le mani addosso… Diverrà insostenibile più tardi, quando già io pregustavo di godermi lo spettacolo di un cielo completamente buio e quindi iper-stellato, e invece mi toccherà riparare in tenda per evitare qualche malanno. Giusto in tempo per un capriolo che, vicinissimo anche se non lo vediamo, ci viene a dare la buonanotte con il suo caratteristico e rauco bramito.

Entriamo quindi in tenda e la stanchezza si fa sentire, come tutti i dolori sparsi soprattutto nei punti di maggior pressione del peso degli zaini, speriamo di non essere troppo tronchi per il giorno dopo. Mentre facciamo le ricorrenti considerazioni sull’attrezzatura da portarsi dietro e non, mi viene fuori la massima che sarà la sintesi di questa due giorni:
"niente pesa e tutto fa peso"
Chiusi in tenda, la prima impressione è quella di un gran caldo, che comunque, nel corso della notte, farà in tempo ad andarsene, costringendo il Piusti a rinforzare gli indumenti. Piano piano l’abbiocco comincia ad arrivare, soprattutto al Piusti, visto che come colonna sonora della serata fa uscire dal suo cellulare i Queen, i Metallica, Eros Ramazzotti, la sigla della Champions League e infine Sampei!! Per conto mio, sarà una luuunga notte parecchio bianca, sia per il continuo gracidare delle rane nella vicina pozza, sia, soprattutto, quando partivano le fanfare “russe” del Piusti…


Foto a tenda montata
Trovo almeno conforto dal fatto che l’acquisto del nuovo sacco a pelo è stato positivo, forse anche troppo caldo per queste temperature (infatti passerò quasi tutta la notte con la zip abbassata), ma comunque molto confortevole.


Stanno per arrivare le prime luci dell’alba, per dormire ci sarà tempo, adesso bisogna andare a visitare questi benedetti Castelli!!

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* si ringrazia gentilmente il Piusti per il materiale video e fotografico messo a disposizione

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