O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 28 aprile 2011

Intro - La SPratata

Era un tardo pomeriggio di Domenica 14 Novembre 2010, quando, al Bar del Gabellino, parlando del più e del meno, di trekking e di itinerari nelle nostre zone, il Piusti lanciò una meteora delle sue: “…bella sarebbe all’Amiata…”, e io gli rispondo “sì…però bisogna andare apposta là in auto…in una sola giornata è poco pratica la cosa…”, e lui “no! ma io intendevo andare da Prata all’Amiata a piedi!!”

Dopo l’iniziale interdizione, rispondo “eehh…peròòò..come faai…bisognerebbe vederee…sarebbe un casino, dai…”. Dieci secondi dopo: “ma invece lo sai che…forse…pensandoci bene…bisogna guardà un po’, via, ma non è detto che non sia fattibile..”, e lui intanto già rideva…
Due giorni dopo lo chiamo: “ Yes we can, si può fare!!”


Sandro, l'ideatore del termine SPratata
E da lì cominciò un’accurata preparazione di quella che ho personalmente battezzato LA SPratata (da Prata all’Amiata), in omaggio a Sandro Bianchi, detto "Lillo", un mio caro ex collega di lavoro che usava questo termine quando veniva a fare le sue girate in moto dalle mie parti.
L’intero itinerario è lungo complessivamente 105km, e prevede, prima dell’arrivo sulla vetta del Monte Amiata (1738mt s.l.m.), anche il passaggio sul Monte Labbro (1193mt s.l.m.), dalla cui sommità si gode un ottimo panorama e dove si possono visitare i resti della Torre Giurisdavidica.

Il Monte Amiata
Si sviluppa prevalentemente su sentieri boschivi e di campagna (sia appartenenti al reticolato dei sentieri segnati della Comunità Montana Colline Metallifere, che non), con alcuni brevi passaggi lungo le vie asfaltate.
La cartografia utilizzata è la Carta Escursionistica Colline Metallifere, la Mappa Escursionistica Kompass 653 (Pienza,Montalcino,Monte Amiata) e la Carta dei Sentieri e Rifugi del Monte Amiata Multigraphic.
La durata complessiva per coprire la distanza è di sei giorni, dormendo in tenda, con l’eventuale possibilità, a metà percorso, di fare una sosta in qualche agriturismo (per esempio, nel nostro caso, l’agriturismo Cherzo).

Il Monte Labbro
Per i rifornimenti quotidiani, in quasi tutte le tappe vengono toccati i principali centri abitati presenti lungo la via: Roccatederighi, Sassofortino, Roccastrada, Paganico, Sasso D’Ombrone, Monticello Amiata, Santa Fiora.
Ogni tappa, presa singolarmente, non presenta difficoltà insormontabili se non per le lunghezze, ma, di fatto, valutando nell’insieme il tragitto, l’intero itinerario è da considerarsi molto difficile, sia per la preparazione, in quanto vanno pianificate molte cose (dipendenti soprattutto dal numero di persone), che per l’effettivo svolgimento.

>>  VAI ALLA PRIMA TAPPA  << 
>>  LEGGI IL MAKING OF  !!!  <<

1 commento:

  1. SI MICHELE , CI STIAMO AVVICINANDO AL GIORNO DELLA PARTENZA E NON STO PIU' NELLA PELLE....NON VEDO L'ORA DI SPACCARMI LE SPALLE........OH BENE CHE GADURIA.

    RispondiElimina