O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

venerdì 8 aprile 2011

[ Come è andata?? ] Escursione St.Cristina – Col Dala Pieres – Col Raiser [ 03/09/2010 ]

In occasione delle vacanze 2010 in Val Gardena, ottenuto dalla moglie il lasciapassare per un giorno, parto per questo lungo itinerario nei gruppi montuosi a nord di Selva e Santa Cristina, il 3 Settembre. Le previsioni meteo hanno messo tempo variabile, comunque con scarse possibilità di pioggia, anche se in alta montagna le previsioni meteo vanno spesso a farsi benedire. Il Fhon dei giorni scorsi ha lasciato ancora degli strascichi, così, la mattina alle 8, quando parto, la temperatura è bella fresca, il cielo abbastanza nuvoloso, quindi il pile fa decisamente comodo.


Sentiero n.26 verso Daunei
Muuuuucca a Daunei

Comincio a passo spedito la salita nel bosco verso Daunei, e mi rendo subito conto che così a freddo già questa è abbastanza impegnativa. Alcuni tratti sono tutti a gradoni, appena mi fermo per una foto al Sassolungo e al sentiero che sto percorrendo, sento già che ho il fiatone. E’ d’obbligo far finta di niente (sono appena partito) e proseguo finche lo stradello non diventa pianeggiante: è l’ultimo tratto prima di arrivare a Daunei, c’è anche da attraversare un cancellino di legno, e c’è anche uno scoiattolo usciere che, scappando da sopra un ramo d’albero, esprime il suo disappunto. Arrivo così a questo gruppo di case circondato da verdi campi dove le mucche sono già al pascolo, prima di prendere il sentiero 3 una coppia di anziani tedeschi mi sbrodola qualcosa in crucchese, chissà in che modo m’avranno preso per il culo, penso…

Sentiero n.17A
Manca poco allo Steviola...
Arrivo alla piccola spianata dove prendo il sentiero 17A, dopo un breve tratto nel bosco abbastanza agevole (dove un altro scoiattolino mi attraversa la via frettoloso) inizia la salita allo Steviola; man mano che salgo la pendenza aumenta e si alterna tratti di sentiero ad altri gradinati, in alcuni punti si passa sotto le rocce, è molto bello questo sentiero. Mi fermo un attimo per togliere il pile, altrimenti sotto gli indumenti mi fradicerei, il panorama è già cambiato molto, adesso gli alberi non ci sono più, il cielo sta cominciando a schiarirsi, vedo che il corpo nuvoloso pian piano se ne sta andando.

Verso il Rifugio Stevia
Fine della salita,prendiamo fiato...

Quando arrivo in cima allo Steviola, c’è il sole, la visuale che si apre davanti gli occhi è emozionante, vedo in lontananza il Rifugio Stevia e alle sue spalle ancora più indietro, si staglia il Col Dala Pieres. Sulla destra, il caratteristico arco naturale nella roccia, che illuminato a sole è ancora più bello.


In pausa al Rifugio Stevia
Il Sella visto dal Rif. Stevia
Arrivo al Rifugio Stevia verso le 10.30, nel frattempo che prendo un cappuccino e scambio due chiacchiere con il gestore, metto ad asciugare sul filo tenditoio la maglietta e la camicia, zuppe. Lui mi domanda se, così presto, ho intenzione di arrivare fino al Puez, ma non è il mio itinerario, anche se effettivamente un pensiero ce lo potevo fare.

Riposato, riparto salendo abbastanza spedito la dorsale del Monte Stevia, fino a quota 2470mt, dove il sentiero diventa meno ripido, adesso posso ammirare più comodamente il Col Dala Pieres e la vallata sottostante, è molto bella, sembra un anfiteatro artificiale.
L'attacco del Col Dala Pieres

Dentro "l'anfiteatro"...

Arrivo alla Forcella Piza, uno sguardo con foto allo sperone di roccia e al lontano Rifugio Firenze, e via verso la montagna.

Mentre attraverso “l’anfiteatro”, ripenso ai passi percorsi, e al fatto che dalla partenza non ho praticamente incontrato nessuno, sì, qualcuno lo vedo in lontananza che arriva al Rifugio Stevia, ma nessuno che si avventuri su per il Col Dala Pieres, da una parte penso “e se mi capita qualcosa?”, però prevale il “che spettacolo, non c’è nessuno…”.

Arrivo all’attacco della salita, in parte ferrata, per il Col Dala Pieres, è veramente dura, anche perché non ho intenzione di cedere il passo, mantenendolo spedito, così per due volte sono costretto a fermarmi per riprendere fiato, il cuore sta pompando a mille.

Nel frattempo le condizioni meteo sembrano peggiorare, sono arrivate delle nuvole mica tanto promettenti, e anche il vento si sta facendo sentire sempre di più. Comunque la salita è bella, molto bella, e nemmeno così “pericolosa”, certo, bisogna guardare bene ad ogni passo dove poggiare il piede, in qualche tratto ci sono anche delle funi d’acciaio per agevolare la salita sui gradoni.

La Val Dla Roa
In vetta al Col Dala Pieres
E finalmente (sono le 12.15) eccomi sulla vetta, poco distante dalla croce cristiana che si affaccia sulla sottostante Val Gardena. Dalla vetta la visuale migliore è quella sul retro, sulle sottostanti vallate a strapiombo Roa e Forces de Sieles ma soprattutto sulle imponenti Odle, sul dirimpettaio Piz Duleda e più a destra il suo “gemello” Puez; veramente suggestivo.


Il Sella dal Col Dala Pieres
Mi metto a fare un po’ di foto e a mandare qualche sms, non verrei più via di qua. Torno per un attimo sulla croce per fare altre foto e..toh..c’è una cassettina della posta, la apro e dentro c’è un’agenda con i messaggi lasciati dai passanti. Beh mi sembra d’obbligo lasciare anche il mio, sotto a un disperato “Non sono degno di te. Aiutami. Franco”. Poro Franco, avrà avuto i suoi motivi, speriamo che Dio lo abbia aiutato davvero, visto che per dimostrargli quanto credesse in lui è venuto fin quassù…

Prima di iniziare la discesa verso la forcella Forces de Sieles, faccio anche il primo incontro della giornata, proprio sulla vetta, e chi sono? Tre ragazze. Chissà contenta mia moglie quando glielo racconterò.

Riprendo la discesa alle 13.00, in discesa si va decisamente meglio (!) anche se comunque in qualche punto devo aiutarmi con il bastoncino per superare dei ripidi scaloni. Arrivo alla forcella, uno sguardo al Puez e via per la nuova discesa nella vallata. Viste da sotto, in mezzo alla valle, sono ancora più imponenti queste montagne.

Forcella Forces De Sieles
Forcella Piza dal Rif.Firenze
Via via che scendo ricomincia ad affiorare un po’ d’erba fra le rocce, vedo in lontananza il Rifugio Firenze, e mi sembra di non arrivarci mai, ora che comincio veramente a sentire la fame. Finalmente arrivo al rifugio alle 14,20, entro dentro che sembro un lupo affamato, madonna che casino che c’è però…

Meno male trovo un tavolinetto libero in un angolo, così, mentre aspetto la zuppa di verdure e wurstel (slurp…) e lo strudel di mele, ripercorro sulla cartina il mio itinerario e gli orari. Quando riesco è passata circa un’ora, nel frattempo è uscito un bel sole, e complice anche il quartino di vino, mi avvio abbastanza soddisfatto vero il Rifugio Col Raiser. Ormai ho la consapevolezza che il più l’ho fatto, e che da adesso in poi è tutta comoda discesa, non vedo l’ora di raccontare tutta la giornata a mia moglie.

In vista del Rif.Firenze
Caprettine in siesta...
Arrivo al Col Raiser che non è propriamente un rifugio, è praticamente un hotel in alta quota. Fin qui potrò portare anche Capitan Feffo, visto si arriva comodamente con la funivia. Anche qui è molto bello, prati verdi a volontà e una splendida vista su tutto l’alpe Mastlé e Seceda.


Il Pic
Gli alpe Mastlé e Seceda
Riprendo la discesa toccando via via i rifugi Gamsblut (dove dei cuccioli di caprettine sonnecchiano a due passi da me), Sangon e Juac, quest’ultimo molto bello, con una suggestiva vista verso il costone del Monte Stevia e la Forcella San Silvetro, che ho passato in mattinata.


Forcella S.Sinvestro dal Rif.Juac
Arrivo a Daunei e da un lato provo un po’ di tristezza perché sono giornate che non vorresti mai finissero.

C’è tempo comunque per l’ultima sorpresa: nel tratto boscoso che riscende verso Santa Cristina, ritrovo, ferme ad ammirare il Sassolungo, le tre ragazze incontrate sul Col Dala Pieres. Aaaahhh ma allora la devo far proprio ingelosire mia moglie stasera…in ogni caso la coincidenza è davvero notevole, con la moltitudine di sentieri che si snodano per queste montagne…

Alle 17.00, eccomi al parco giochi di Santa Cristina, dove Capitan Feffo sta lottando contro improbabili pirati dello spazio. Finalmente posso raccontare a mia moglie questa magnifica giornata e mostrargli le foto fatte.
Il Diario di Viaggio

3 commenti:

  1. Bello...ma il diario di viaggio non mi si zumma,why?

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  2. Possiamo vivere anche senza AdSense,però...sigh..sigh...

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  3. Fatto!! Non so cos'era successo, ma con questa cavolo di interfaccia di blogger...

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