O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

giovedì 14 luglio 2011

[ Come è andata?? ] Escursione St.Cristina – Piz Duleda - Rif. Puez - Selva [ 06/07/2011 ]

Parto per questa escursione il 6 Luglio 2011, la giornata è serena e si preannuncia relativamente calda. Comunque, alle 6.30, in Val Gardena la temperatura è intorno ai 10-12 °C, in alcuni punti anche 8-9 °C, ma non è male, se si affrontano escursioni in alta montagna con dislivelli importanti da superare.

La Forcella Piza alle 7.45
Le Odle viste dalla piana Ncisles

Procedo subito spedito, inizialmente il sentiero n.1 è una monotona strada sterrata in costante salita, se si eccettua un piccolo grazioso passaggio in un boschetto. Successivamente, dopo lo splendido laghetto Ciaulonch, proseguendo in direzione del Rifugio Firenze, il sentiero diventa paesaggisticamente molto più interessante, si cominciano a vedere bene le punte delle Odle e a destra la forcella Piza.

Il timbro del Rifugio Firenze
Sentiero n.3 nella Val Roa

Arrivo al rifugio alle 7.50, il tempo di timbrare il taccuino con il sigillo del rifugio e alle 8.00 sono di nuovo in marcia. Fino ad ora, a parte i sonnolenti ospiti del rifugio che stavano facendo colazione, non ho incontrato nessun escursionista lungo i sentieri, rendendo il tutto molto unico e “personale”.

Veduta dalla Forcella Roa

Pausa in mezzo alle valli Roa e Sieles

Poco dopo il rifugio, dopo un passaggio in un boschetto, si apre un bellissimo scenario con la vista della piana Ncisles, sormontata dalle Odle e dal Col dala Pieres a destra; dopo di questo, si apre la vallata del Sieles, l’unica già rischiarata dal sole.

Lo stretto sentiero verso la ferrata

Veduta della Val Roa e Sieles

Procedo a passo molto spedito, in largo anticipo sulle canoniche tabelle di marcia escursionistiche, questo mi permette di fare anche una bella sosta proprio in mezzo alla val Roa per prepararmi un bel caffè e mettere qualcosa sotto i denti, oltreché godermi di uno scenario impressionante nell’assoluta silenziosa solitudine.

La salita finale al Piz Duleda


In Ferrata !!

Riparto alle 9.35 e in breve copro il dislivello che mi porta alla forcella Roa, da dove si gode un ottimo panorama sul retrostante gruppo del Sass de Putia. Ritorno leggermente sui miei passi per affrontare il breve tratto del sentiero 3 che, scosceso e molto ghiaioso, passa proprio sotto il Piz Duleda fino ad arrivare all’attacco della breve via ferrata che porta alla forcella Nives.
Vista vertiginosa dalla vetta

MagoZichele indica la vetta!

Sono emozionato, anche se tecnicamente semplice, è la prima esperienza che ho con quella che viene definita una “via ferrata”, comunque molto sicuro di me, nonostante un timore direi reverenziale, indosso i guanti da ferrata e comincio la salita tirandomi su dalle funi d’acciaio. Le ferrata in effetti non è niente di così complicato, e solo nel punto più esposto faccio un autoscatto celebrativo, con la visuale della val Roa in basso dietro di me. Superata anche la scala di ferro, completo la ferrata arrivando alla forcella Nives, dove mucchi di neve mi accolgono invitandomi a una rinfrescata.

MagoZichele in vetta al Piz Duleda
Laggiù c'è il Sassolungo...
Inizio l’ultimo tratto di ascesa alla vetta del Piz Duleda, abbastanza dura ora che sono a pieno sole, ma che raggiungo finalmente alle 10.45, dopo 2h 45min effettive di marcia dalla partenza, una media sorprendentemente entusiasmante a livello personale, che mi carica ancora di più. Rimango in vetta al Piz Duleda per 45min, non ho molta voglia di scendere, il panorama è bellissimo e oltre ai maestosi giganti tutto intorno a me, riesco perfino a scorgere in lontananza i ghiacciai del Similaun, del Gran Pilastro e del Sasso Nero. Veramente emozionato, mi metto a scrivere di getto tre o quattro pagine del mio taccuino con tutto quello che mi passa per la testa in quei momenti. Dopo le foto, arriva in vetta un simpatico signore di Verona di circa 60-65 anni, con il quale scambio piacevolmente quattro chiacchiere per circa 10 min, dopodiché riprendo la marcia in direzione dell’altopiano del Puez e dell’omonimo rifugio, dove pranzerò.

L'altopiano del Puez
Una marmotta in fuga

Mentre scendo velocemente lungo i bellissimi pendii che alternano rocce a prati di un verde quasi artificiale, ho la fortuna di incrociare lungo il cammino ben due marmotte, che indispettite corrono subito a nascondersi nelle loro tane. Arrivo al Rifugio Puez alle 12.40, dopo solo 1h 10min di cammino; il rifugio è abbastanza affollato, tuttavia in men che non si dica ho davanti a me una bella zuppa d’orzo e un delizioso tagliere di formaggi. Dopo il pranzo, mi godo rilassato un po’ di sole mentre attendo che la camicia si asciughi tesa al filo. L’acqua della fonte proprio a fianco del rifugio e veramente freschissima, altro insuperabile dono di questa bellissima giornata.




In vista del Rif. Puez e il meritato pranzo

Alle 14.00 riparto, il sentiero rimane in quota ed è molto agevole da affrontare, meglio così, dopo il pranzo… solo dopo la Forcella Ciampei, da dove peraltro di gode di una bellissima vista verso il Monte Pelmo e il Monte Civetta, si risale un po’ per entrare nell’altopiano di Crespeina. Prima della forcella, un’altra incredibile visuale su tutta la Vallunga, fino a Selva.

Da sinistra:Piz Duleda e Monte Puez
Il lunare altopiano Crespeina

Qui il paesaggio è veramente spettacolare, quasi lunare, ai piedi del Sas Ciampac, e culmina con l’arrivo alla vallata che ospita il Lago Crespeina, dove ovviamente scendo per un altro meritato rituale del caffè.

Discesa dalla Val Chedul
Pausa sul Lago Crespeina
Riparto salendo abbastanza bene i 150 mt di dislivello fino all’arrivo della Forcella Crespeina, che dal lato opposto offre un’altra vertiginosa visuale sulla Val Chedul e sul complesso del Gran Cir.
Un "laghetto" d'erba
MagoZichele lascia l'impronta!
Inizio la lunga discesa dalla Val Chedul, affrontando via via a ritroso tutti i cambiamenti di paesaggio, e passando dalla roccia viva, ai primi arbusti e fiori di innumerevoli colori in mezzo a stelle alpine, poi cominciano i fitti prati erbosi dove lascio “l’impronta” del MagoZichele, infine iniziano i boschi di abeti. Nell’ultimo tratto la Val Chedul è molto, molto ripida, e nel bosco c’è un lungo passaggio attraverso gradini, tale è la pendenza … dopo tanti km, anche una discesa di tale entità si fa sentire sulle gambe.

Ripida discesa dalla Val Chedul

Tavolozza di colori lungo il sentiero 12

La chiesina nella Vallunga
Quando sono prossimo all’arrivo nella Vallunga, costeggiando un ruscello, incontro una simpatica comitiva livornese di Quercianella, Emanuele, Sabrina e la loro Elena, che sono rimasti a secco d’acqua e sono dubbiosi se bere o no direttamente l’acqua del ruscello. Anche se in realtà la “salvezza” è a soli 200-300 mt, ovvero l’arrivo alla Vallunga, gli cedo più che volentieri metà della mia borraccia, l’acqua non si nega a nessuno. Insieme a mia moglie e a Capitan Feffo li ritroverò, in una piacevole casualità, il giorno dopo a Ortisei, e Sabrina ci invita a visitare il ristorante dei loro genitori, La Rosa del Tirreno.

Arrivo infine nella verde Vallunga, mi disseto nella fonte lì presente e raggiungo in un quarto d’ora il centro di Selva per la fine di questa bellissima mezza maratona quasi sempre in solitaria in mezzo alle Dolomiti.

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3 commenti:

  1. Risposte
    1. La val Gardena NON è in Trentino, informati!

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    2. Grazie, Anonimo "Cicerone"...ho corretto l'iperdonabile errore!

      La Val Gardena infatti è in Italia, In Trentino-Alto Adige, in provincia di Bolzano. Grazie.

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