O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

venerdì 13 maggio 2011

George Harrison

George Harrison


Ognuno di noi ha le proprie fisse, i nostri gusti, passioni, vediamo e sentiamo quello che ci piace vedere e sentire in qualunque cosa, in qualunque momento, in qualunque luogo, purché soddisfi i nostri istinti.
La musica, per molti di noi, rappresenta un importante fonte di emozioni. Possiamo associarvi i nostri momenti felici come quelli tristi. Per me, appunto, la musica è soprattutto questo.
Talvolta la musica è anche espressione di stili e filosofie di vita che incrociano alla perfezione i miei punti di vista. George Harrison, per me, è l’essenza di tutto questo.



Considerato a torto il “terzo” dei Beatles, e credo solo per un differente impatto mediatico rispetto ai più quotati e votati John Lennon e Paul McCartney, George Harrison, secondo me, dopo aver positivamente influenzato la seconda metà della produzione Beatleriana, il meglio di se lo dà proprio dopo lo scioglimento dei Beatles, quando, con tutta libertà, potrà dedicare la sua produzione artistica all’analisi e alla ricerca dei delicati equilibri interiori dell’uomo, sempre più stravolti dagli eccessi materialistici della vita moderna.
In un certo senso, si può dire che Harrison abbia incarnato la parte più spiritualistica dei Beatles, mentre al suo confronto per esempio, Lennon ne rappresentava la parte più terrena e “battagliera”.


Sempre cercando di vivere serenamente e alla continua ricerca di Dio, del proprio Dio, quindi non necessariamente un unico Dio per tutti, nei suoi testi, e nella musica che accompagna le sue bellissime ballate, il messaggio forte è sempre quello di Vivere e accettare serenamente tutto ciò che dalla Vita (che in questo contesto, personalmente, scrivo con la V maiuscola) ci viene dato e preso (che è diverso da richiesto), senza eccessivi rimpianti, abbandoni, e senza ossessiva ricerca del massimo eden e ego possibile perché, alla fine, nella nostra vita, tutto viene “deciso” e “amministrato” da quel Dio in cui ognuno di noi crede. Personalmente, anche se non in linea con quanto la pensava George, il mio Dio si chiama banalmente Dio Fato.

Mi piace pensare che l’essenza di questa filosofia sia maggiormente espressa nel tributo che personalmente Harrison dedicò al vecchio proprietario della stupenda tenuta di Friar Park (Sir Frank Crisp), che lui acquistò come sua dimora: Ballad OF Sir Frankie Crisp (Let It Roll), la mia preferita…ascoltatela anche voi…


Ma, ovviamente, anche All Things Must Pass (nel bene e nel male) ne è un ottima rappresentazione.


Sarà che passano gli anni, saranno le accresciute responsabilità (in pochi anni sono passato da una a quattro dita…eheh…),sarà che sono solo un po’ fuso, sarà per tutto questo e altro ancora, ma ora come ora avere queste banali consapevolezze, e “metabolizzarle” ascoltando queste canzoni, mi mette serenità, e questo basta.

Nella seconda metà della carriera solista, fece il proprio ritorno artistico con un riuscito tributo agli anni trascorsi con gli altri tre scarafaggi (When We Was Fab), quando erano appunto conosciuti come i FavolosiQuattro, i FabFour



George sperava che

“tutti i vecchi fans dei Beatles fossero cresciuti e si fossero sposati e avessero avuto dei bambini e fossero diventati tutti più responsabili, ma che avessero lasciato ancora uno spazio nei loro cuori per i Beatles.”
Beh io non sono un vecchio fan del Beatles, ma un posto nel mio cuore già ce l’avevano (Imagine era già stata colonna sonora del mio matrimonio…), e ora con la musica di Harrison si sono trasferiti dal ripostiglio al salotto…


Un cancro lo volle portar via prematuramente il 29 Novembre 2001 a soli 58 anni. Fino all’ultimo fedele alla propria filosofia, sua moglie Olivia dichiarò che George
«Ha lasciato questo mondo come aveva vissuto: consapevole di Dio, senza paura della morte e in pace, circondato dalla famiglia e dagli amici»
Quest’anno, dopo numerosi rinvii, in Novembre, in occasione dell'anniversario della sua morte, uscirà uno speciale film documentario diretto da Martin Scorsese, dedicato alla vita di George Harrison.

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