In realtà, questa escursione, anche se leggermente diversa, l’ho effettuata in senso inverso, il 6 Maggio 2011, come via di ritorno dopo aver fatto all’andata Prata – Poggio di Montieri. Sinceramente mi sento di consigliare comunque questo tragitto, per diversi motivi:
- è un bellissimo percorso che si snoda principalmente in una zona fortemente boschiva con prevalenza di castagni
- è l’ideale complemento dopo la faticaccia di salire fin su la vetta del poggio
- le pendenze da affrontare sono quasi tutte in discesa
- unendo insieme i due tracciati, fra andata e ritorno avremo praticamente percorso in girotondo tutto il poggio.
Dalla vetta del poggio, dopo l’ultimo sguardo nel panorama in lontananza, mi avvio in discesa per la strada che porta giù al centro abitato di Montieri; questa strada nel 2009 è stata completamente asfaltata, rendendo sicuramente più fruibile la zona. In corrispondenza della cessa che taglia il bosco per far posto ai tralicci che portano l’energia elettrica alle antenne dei ripetitori radio sulla vetta, si ha una bella visuale verso Ciciano e Chiusdino; mentre li osservo, un capriolo, sotto a me ma perfettamente mimetizzato, mi saluta (o mi manda a quel paese) con la sua caratteristica “abbaiata”. Nemmeno il tempo di tirare fuori la macchina fotografica che già se n’è andato, come sempre…
Il Parco Comunale "Il Piano" |
OOOhh...ora si mangia... |
Terminato il pranzo con un buon caffè, lavato e riposto tutti i “cocci”, mi schianto su una panchina non prima di aver preventivamente rimesso la sveglia sul cellulare per le 14.00, non si sa mai… In effetti non è che mi addormenti, ma ci vado di molto vicino, le condizioni ci sarebbero tutte!!
Riprendo il mio cammino continuando la discesa e dopo poco arrivo in corrispondenza del sentiero n.25; è da qui in avanti che il tracciato sarà proprio quello già descritto in un altro post, anche se percorso in senso inverso. Il sentiero si immerge subito nel fitto del bosco, tranne un tratto iniziale scoperto ma solamente perché oggetto di taglio. Dopo poco arrivo in una specie di terrazzamento dove gli inconfondibili teli arancioni di plastica delimitano un’area evidentemente oggetto di scavi archeologici; scoprirò, dopo una ricerca su internet una volta giunto a casa, che si trattano degli scavi della Canonica di S.Niccolò, del 1100, e che tutt’ora sono in corso. Da documenti o indicazioni rinvenute dagli scavi, sembra che i monaci che occupavano questa chiesa si dedicassero più che altro all’attività estrattiva mineraria, piuttosto che alla cura delle anime dei fedeli…
Incrocio fra sentieri nel bosco |
Le Cornate viste dal Podere Folavento |
Per un po’ il sentiero sembra allargarsi, in corrispondenza dell’incrocio con il sentiero 14 che va verso Gerfalco, poi si restringe di nuovo verso l‘interno (verso il poggio) per andare a superare un fossato. Quando sono vicino all’attraversamento, sento un forte fruscio a circa 50 mt sopra di me, sul costone del poggio; indiscutibilmente si tratta di cinghiali, ma non capisco se stanno venendo verso di me o mi hanno sentito e stanno scappando. Ancora due-tre passi, e scopro che in realtà si stan facendo i fatti loro, grufolando rumorosamente il terreno. Allora gli faccio due foto, che diamine, un’occasione così quando ricapita??...Macché, mi hanno letto nel pensiero, e adesso eccoli lì immobili che mi puntano! Uno..due..tre..quattro..via! Partono subito a razzo in salita e adesso realizzo che insieme ai “big” ci sono anche i cinghialini, meno male allora che se ne vanno loro, stavo già cercando una qualunque cosa dove arrampicarmi…
I sentieri prima e dopo il Podere Folavento
Quando finisce il tratto boschivo, sono nei pressi del Podere Folavento. Subito prima c’è un bellissimo punto panoramico sulle Cornate e Gerfalco, poi il podere. Me l’immagino abitato, invece adesso non lo è più, anche se tutt’intorno è pieno di macchinari agricoli (qualcuno veramente da archeologia industriale!!) e tante altre cianfrusaglie assortite. Proseguo subito, il sentiero descrive un semicerchio in discesa e poi scende ancora lungo una vialetto fiorito, molto pittoresco..anche perché, a metà di questo, sulla destra c’è una Fiat Tipo sfasciata e abbandonata da chissà quanti anni che c’è ricresciuta tutto intorno la vegetazione.
Finito questo vialetto, rientro nella strada sterrata e ritorno in direzione di Prata, stando attento a prendere sulla sinistra la giusta deviazione che mi riporterà fino alla Casa Rosa. Questo sentiero, non facendo parte del reticolato dei sentieri segnati della Comunità Montana, in alcuni punti è un po’ più intricato come vegetazione, ma comunque sempre ben visibile. Ad un certo punto, è talmente tanta la densità di ciclamini presenti lungo il sentiero, che si sente l’aria “zuppa” del loro odore. Nel tratto finale di questo sentiero, una brave ma dura salita mi mette alla prova, dopo quasi 16km, meglio riprendere in mano i bastoncini e aiutarsi. Arrivo infine alla Casa Rosa e alle vasche sottostanti con l’acqua fresca in qualunque stagione. Dopo una breve pausa anche per osservare i tritoni che se ne stanno immobili sul fondo delle due vasche, riprendo l’ultimo tratto della camminata per giungere nuovamente al Pianello, verso le 16.30.
Cianfrusaglie di ogni tipo al Podere Folavento
Le vasche alla "Casa Rosa" |
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