O come mai questo blog??

Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.

lunedì 13 giugno 2011

[ Come è andata?? ] La SPratata - 4° Tappa [ 01/06/2011 ]

Mercoledì 1 Giugno: h17.40, siamo alla IV tappa di questa SPratata, stamani siamo ripartiti dall’Agriturismo Cherzo, dopo aver nuovamente salutato Velio, dopo i saluti di ieri sera dopo cena e la foto di gruppo. Il soggiorno nell’agriturismo è scorso via tranquillo e veloce. In nemmeno un giorno e mezzo ci siamo mangiati quasi 1,5 kg di pasta, più qualche scatoletta di tonno e sgombri, fagioli e pisellini, e carne. Siamo belli pieni, infatti oggi l’apparato digestivo, per tutti e due, ha dovuto fare più di uno straordinario! L’agriturismo è molto tranquillo, il nostro appartamento era piccolo ma perfetto per le nostre necessità, in fondo dovevamo solo riposare.

Magozichele  vs  La Pasta
Davanti al nostro appartamento poi, c’era una comodissima amaca, ogni tanto il Piusti le faceva visita. Ieri mattina di buonora ho teso ad asciugare tutti i vestiti messi in ammollo la sera dell’arrivo, più gli scarponi, insomma il vestiario stamani era tutto rigenerato, è come una strana sensazione, sembrava di essere al primo giorno. Però, a ricordarmi che invece avevamo già nelle gambe quasi 70 km, il dolore ai polpacci e i soliti indolenzimenti al ginocchio destro. Anzi, adesso si è aggiunto anche il sinistro, per par condicio. Temo che siano i menischi a questo punto, forse hanno sforzato troppo con il peso dello zaino, mai inferiore ai 16-17 kg. 

Comunque pensavo peggio, non è mai un dolore continuo ma solo in talune condizioni, adesso dovrò vedere da ora in poi che saranno generalmente tutte salite. All’agriturismo, Velio e sua moglie sono stati molto cordiali, disponibili e discreti: ci hanno chiesto se avevamo particolari necessità, e ci hanno anche fatto dare un’occhiata su internet per vedere le previsioni meteodel Lamma, le uniche che davvero ci azzeccano. Il meteo ci ha confortato, infatti stamani la giornata era buona, un po’ nuvolosa ma con tendenza a schiarite. Solo nel tardo pomeriggio hanno fatto visita un po’ di nuvoloni minacciosi.

Foto di gruppo con Velio e la sua famiglia
Bianca, la loro cucciolona di 8 mesi di pastore maremmano, ci ha tenuto compagnia per tutta la giornata, mentre con l’anziano babbo di Velio, ho piacevolmente scambiato 4 chiacchiere sulle difficili condizioni che devono affrontare gli agricoltori nostrani dovendo fare i conti con la tanto decantata, nel bene e nel male, globalizzazione. In serata, quando siamo andati a salutarli, ci hanno messo in guardia, secondo me esageratamente, sulla presenza di lupi in libertà nelle zone che avremmo visitato: ho subito notato un lampo di terrore negli occhi del Piusti ed ho pensato –Ecco, non dovevano dircelo…- Lui ha poi avvisato suo fratello (il Piustino) sulla possibilità di venirci a prendere subito Venerdì pomeriggio anziché Sabato mattina, mi sa che non vede l’ora di arrivare sull’Amiata ma anche di tornare a casa ed evitare un’altra, ultima, notte in tenda. Personalmente, l’idea di svegliarmi Sabato in mezzo ai boschi dell’Amiata è accattivante, ma capisco anche lui, siamo arrivati sin qui che era a pezzi, non credo che arrivare sull’Amiata sarà solo una passeggiata.

Gnamooo si riparteee...

Fra i "ruderi" del Podere Cherzo


A me invece, tanto per non perdere le buone abitudini, mi hanno chiamato da lavoro a più riprese per dei problemi, ormai non so più nemmeno io se la cosa mi scoccia o meno, so solo che non dovrebbero andare così le cose, o meglio il comportamento con me dovrebbe essere uguale a quello che ho io quando gli altri sono in ferie, ma lasciamo perdere … (poi mi dispiaceva per quel sodo di Simone che s’è ritrovato nel casino). Dico solo che al Piusti è sembrato allucinante ricevere tre telefonate in meno di un’ora, quindi non è solo un’impressione mia che le cose non debbano andare così. Mi sto rendendo conto che, passato il primo giorno, non è che abbia avuto in seguito particolari nostalgie degli affetti familiari, non è mica un discorso egoistico, anzi, penso sia normale che uno si goda i momenti che ha progettato per mesi e mesi, sarebbe stato più illogico partire e non vedere l’ora di tornare. E poi, con quei casini che abbiamo passato, i pensieri erano tutti da un’altra parte … Sicuramente, quando sarà finito tutto, allora non vedrò l’ora di arrivare a casa per abbracciare tutti e raccontare la mia avventura. Ieri è stata anche l’occasione per mettersi lì un attimo e sistemare lo zaino del Piusti, che si era strappato uno spallaccio nel terzo tappone. Alla fine è venuto un ottimo lavoro, con un cordino ripassato due volte in un’asola e chiuso il tutto con del nastro isolante, lo zaino è tornato in ottima efficienza, perché nonostante tutto può ancora continuare a regolare il tiro degli spallacci.


Nel rifare gli zaini, abbiamo fatto una discreta cernita di cosa realmente lasciare lì nel pacco, in modo da togliere il più possibile peso inutile per i prossimi tre giorni; alla fine, almeno un chilo l’ho tolto, tutto fa … Poi quando torneremo verso casa, ripasseremo qui dall’agriturismo a prendere il nostro pacco. Ed eccoci alla tappa di oggi. Il percorso è partito subito in forte salita, d’altronde da ora in avanti si comincia a salire. La strada comunque essendo tutta asfaltata non presentava particolari difficoltà, in sole 2 ore e mezzo siamo arrivati a Monticello Amiata, coprendo un dislivello di 500 mt, dai 200 iniziali dell’agriturismo. Poco dopo la partenza, sulla nostra desta si poteva osservare benissimo ancora una volta il CastelloPorrona, meglio visibile da questo lato. La strada, nel tratto finale prima di confluire nella cinigianese in direzione di Monticello Amiata, ha preso una pendenza molto dura, con alcune curve a tornante che ci hanno messo in difficoltà. Personalmente, l’ho accusata un po’ più del Piusti, ma avevo anche la tenda nel mio zaino: prima dell’incrocio per Castiglioncello Bandini, mi ha un po’ staccato, ma ho preferito mantenere il mio passo costante e calmo, senza tirare inutilmente. Via via che salivamo, si scopriva il paesaggio e adesso le parti si erano invertite rispetto ai primi giorni, in lontananza si vedeva il Sassoforte e il Monte Alto. Poco prima di Monticello, sulla nostra destra, un singolare castagneto addobbato con numerose statue di personaggi e animali in scala pressoché identica al reale, dal nome “il Giardino di Alice”. A sinistra, invece, numerosi ciliegi ai quali abbiamo fatto giustamente onore.


                                                   
Anche Monticello Amiata è conquistato !!!

A Monticello, dopo i rifornimenti al negozio alimentari, abbiamo raggiunto in breve il campo sportivo, dove inizia anche la salita per la Riserva Naturale di Poggioall’Olmo, erano le 11.30 e allora abbiamo deciso di fare subito pranzo, data la comodità del posto. Nel frattempo è sbucato anche il sole dalle nuvole così ho approfittato per una ricarica del GPS con il pannello solare. Ripreso il cammino, dopo iniziali saliscendi, il percorso in seguito prendeva una sola connotazione: salita, salita, salita! L’ambiente variava via via che si saliva, come conviene agli ambienti montani, passando da boschi di castagni ad abeti e pini e successivamente liberando il campo a piante e arbusti dal basso profilo. Peccato che il tratto iniziale a castagneti era tutto privato e recintato, rendendo poco entusiasmante la passeggiata. Siamo così arrivati, verso le 14.00, ai Pispini, a quota 900 mt circa, in corrispondenza di un crocevia di sentieri e di due ruderi di casolari, e anche al termine della nostra teorica IV tappa.


Ci siamo riposati, abbiamo messo in carica il GPS del Piusti, e abbiamo preso visione della zona circostante e della successiva direzione da prendere. Il Piusti era un po’ titubante in questo, non gli tornavano i riferimenti sulla mappa rispetto alla nostra posizione, e aveva timore di sbagliare strada, ma io ero invece abbastanza sicuro, dovevamo andare in direzione del vicino Monte Aquilaia, e poi anche i GPS indicavano quella direzione. Dal crocevia dove eravamo, si vedeva distintamente la sommità di Poggio all’Olmo (da dove ho visto fuggire qualcosa, forse una lepre) e alla sua sinistra, più in alto, il Monte Aquilaia da dove svetta l’antenna ripetitore. Dietro a noi, un sentiero si inoltrava in un bellissimo, suggestivo e silenziosissimo bosco di altissimi pini, lunghi anche più di 20 mt!

Ma perchè non gli torna la strada??
Dentro di me ho avuto la conferma che stavano iniziano le ambientazioni e i paesaggi che stavo aspettando e che già mi erano stati descritti e consigliati dal mio collega di lavoro Simone di Monticello Amiata. In breve abbiamo deciso che era il caso di proseguire e iniziare già oggi la V tappa, anticipandoci già per l’indomani. Salendo verso i piedi del Monte Aquilaia, siamo praticamente arrivati vicinissimi alla vetta di Poggio all’Olmo, con uno ripido strappo di 100 mt di dislivello che ci ha portato a superare per la prima volta, dalla partenza, quota 1000 mt e quindi … foto celebrativa!! Arrivati all’inizio del sentiero che fa il giro intorno al Monte Aquilaia, il Piusti ha tirato un sospiro di sollievo, perché ancora non si sentiva sicuro della giusta direzione presa. Il sentiero che gira tutto intorno al Monte Aquilaia è molto bello, passa dentro un bel bosco e lungo la strada si trovano anche un paio di fonti dall’acqua veramente fresca e buona, tutti posti dove è difficile non fare una sosta. In una di queste, provo a telefonare a Mirko, dell'Associazione ALICAT, per informarlo del nostro viaggio, ma purtroppo senza risultato, ci riproverò domani.

L'Amiata e Arcidosso da Poggio all'Olmo
Visto che era la strada giusta??


Successivamente, lasciato il Monte Aquilaia alle nostre spalle, il paesaggio si apriva con una vista spettacolare sul Monte Labbro e il Monte Amiata. Nel silenzio assoluto, speroni di rocce si alternavano a dolci pendii erbosi e a “macchie” di ginestre in un continuo saliscendi. La sensazione che mi dava era che madre natura prendesse queste terre e le scuotesse a mo di lenzuolo. Mentre mi godevo questo continuo panorama, mi accorgo di due cose: nel cielo rapidamente si stavano affacciando nuvole minacciose, e il Piusti nel frattempo aveva allungato il passo con decisione.




Superati per la prima volta 1000 mt !!!

Sarà per la paura della pioggia? … Macché … in breve mi confida che lui in quelle zone non ci vuole dormire, l’effetto lupi mannari raccontatici da Velio e sua moglie, stanno facendo il loro effetto, quindi sta allungando il passo per cercare di raggiungere prima di sera il piccolo centro abitato LeMacchie. Peccato, così si gode anche poco il panorama, ma non è facile all’inizio farlo ragionare, allora provo a provocarlo indicandogli come possibile luogo per la notte un annesso agricolo con un recinto di pecore..eheh…In breve siamo scesi di altitudine superando il Podere dei Bravi e prendendo la strada sterrata per Le Macchie. Nel frattempo, un bellissimo falco ci passava più volte sopra, andando poi a planare sull’erba di un pendio.



Panorami e ambientazioni mozzafiato !!

Dopo aver già percorso 5 km della V tappa, cominciavo a essere abbastanza lesso, il peso dello zaino era diventato un bel fardello, considerato che avevo fatto quasi 13 km di continue salite, ed eravamo già a un totale di 17 km dalla mattina. Saremmo arrivati alle Macchie nel pomeriggio avanzato senza sapere le reali possibilità di dove poter montare la tenda. In corrispondenza dei Pian dell’Archi, troviamo sulla destra una villetta apparentemente non abitata, data la presenza di erba molto alta all’interno della recinzione.



Il Piusti scappa dai Lupi Manai

Ancora verde e verde...

Il Piusti mi fa notare il cartello “attenti al cane”, ma in un attimo ho già scavalcato il cancello e sono dentro per una rapida ispezione che da subito esito positivo, la casa non è abitata, e dietro di essa possiamo montare tranquillamente la tenda rimanendo fuori dalla vista della strada in posizione più alta. Tra l’altro, le nuvole adesso si erano fatte ancora più minacciose, ed infatti abbiamo fatto appena in tempo a montare la tenda che è arrivata una sgocciolata di 5 min, abbiamo dovuto in fretta e furia tirare fuori k-way e mettere al riparo gli zaini.

La pioggia è passata, ora cena!
Il Piusti già mi sembrava sfiduciato per la piega presa, in realtà questa pioggerella non ci ha dato davvero alcun fastidio, e se le previsioni per l’indomani che mi ha comunicato Mimmo per SMS si riveleranno esatte, domattina ci sarà sole, quindi queste nuvole se ne andranno in fretta. Nel punto dove siamo c’è la quasi totale assenza di segnale per i cellulari, c’è un silenzio incredibile, interrotto solamente dai rumori degli uccelli nel vicino bosco e dal ronzio delle vespe che, vicino alla nostra tenda, nell’andito di accesso alla casa, fanno continuamente avanti e indietro. Appena arrivati, dal comignolo della casa, silenziosissimo, è partito in fuga un gufo, addentrandosi nel bosco. Dalla casa, in discesa, partiva uno stradello in mezzo all’erba alta che arrivava ad un piccolo ruscelletto di montagna, ci sono sceso per fare delle foto e nell’occasione ho potuto osservare (a parte il gufo che è di nuovo scappato e che a quel punto mi avrà maledetto) che i pali e la rete di recinzione erano divelti, però decido di non dire niente al Piusti, altrimenti penserà che da lì stanotte arriveranno orde di lupi affamati!! Già, poveri lupi, ammesso che ci siano, saranno così pochi che non sapranno manco dove potersene stare tranquilli.


Mentre consumiamo la cena, una solitaria coccinella ci fa visita posandosi sullo stelo di un filo d'erba: è l'occasione per fotografarla, ci poterà fortuna, ma il Piusti si perde con le impostazioni macro della sua fotocamera e la coccinella se ne và ... peccato, se ricapiterà l'occasione ci proverò io. Dopo la cena siamo quasi subito entrati in tenda, perché qui siamo a 920 mt di altitudine e per stanotte le temperature dovrebbero abbassare sensibilmente, probabilmente avrò quindi l’occasione di testare in maniera più decisa la tenuta termica del saccoletto, nel dubbio terrò con me più indumenti possibile per evitare il freddo, poi magari mi renderò conto che non è niente di tragico.

Il nostro campo
Il piccolo e fresco ruscello

Domani, con il tempo buono, raggiungeremo tranquillamente il Monte Labbro, la prima delle vette di questa SPratata, e ci avvicineremo successivamente a Santa Fiora. Oggi in definitiva una giornata passata molto bene e più tranquilla, se paragonata alle ultime 2 tappe che avevamo fatto. Gli ampi spazi aperti e l’assoluta tranquillità e silenzi dei luoghi, confermano che la SPratata ha iniziato finalmente la sua parte più interessante!!

--> torna alla descrizione dell'itinerario
--> vai al racconto della 5a Tappa
--> torna al racconto della 3a Tappa


* si ringrazia gentilmente il Piusti per il materiale fotografico e video messo a disposizione

Nessun commento:

Posta un commento