Dal 2011 mi sono dato all'escursionismo, un modo alla fin fine più semplice e diretto per stare a contatto con la natura. Del resto, come potete vedere qui a fianco, già da piccolo ero un in-tenditore in materia..eheh. Certo, c'è (o c'era, visto che ormai da più di un anno non la pratico più..) anche la pesca, come per qualcun altro può esserci la caccia, o la raccolta funghi ecc., ma quasi tutte in comune hanno secondo me un grosso limite: il fatto di considerare la natura come un "veicolo" per il raggiungimento di un certo grado di soddisfazione, e non essa stessa il fine. In un certo senso, è come se debba esserci sempre un profitto finale. Le escursioni invece non sono nient'altro che il sano desiderio di passare un po' di tempo immersi nella nostra natura, osservarla, e basta.
[ Come è andata?? ] La SPratata - 5° Tappa [ 02/06/2011 ]
Giovedì 2 Giugno: h20.20, siamo in tenda, per l’ultima notte che passeremo all’aperto. Ormai penso che entrambi cominciavamo un po’ ad abituarci al ritmo della dormita in tenda, che non è mai lunga e piena, ma fatta di frequenti risvegli. Probabilmente anche l’accumulo di stanchezza agevola il sonno in qualunque posizione. La nottata di ieri è passata molto tranquilla, ricordo di aver fatto anche molti sogni, segno buono, almeno stavo dormendo!! La temperatura esterna dovrebbe essere scesa intorno ai 10 °C, comunque non abbiamo avuto assolutamente alcun problema di freddo, non ho dovuto nemmeno vestirmi più di tanto, come tutte le altre notti, segno che anche il mio sacco letto ha svolto un lavoro egregio.
Il Piusti pronto per la ripartenza
Quasi a Le Macchie, laggiù l'Amiata
In mattinata il sole ha provveduto ad asciugare la notevole condensa della tenda, e abbiamo approfittato anche per ultimare la ricarica del GPS del Piusti con il pannello solare. Fisicamente siamo abbastanza a posto, io ho un po’ i talloni sbucciati dalle vesciche, ma non è niente di veramente doloroso. Le ginocchia, alla fine, ho quasi l’impressione che macinando km mi diano meno noie, come dei vecchi motori diesel che hanno bisogno di riscaldarsi per bene e poi non si fermano più. Dopo la colazione, riscavalcato il cancello, siamo da subito partiti spediti, scendendo verso Le Macchie, un pittoresco gruppo di case dall’aria assonnata e dispersa. Mentre scendevamo, abbiamo avuto se non altro la conferma che la sera prima è stato giusto fermarsi in quella villetta disabitata, infatti non abbiamo trovato successivamente altri posti idonei.
Il Piusti a Le Macchie, fra le rose
Un cervo si disseta al Parco Faunistico
Dopo Le Macchie, in corrispondenza di un ponte su un fosso, iniziava la salita all’interno della Riserva Naturale del Monte Labbro, o Labro, non ho ancora capito quale sia il nome giusto. C’era da fare subito uno sbalzo di 200 mt di dislivello, dunque la salita ci ha messo subito alla prova; dietro a una curva, passando vicino all’inferriata di una casa, Danko, un gigantesco Rottweiler, mi ha fatto fare un balzo dallo spavento, avventandosi minaccioso. 10 mt più in là, il suo padrone ridacchiava … - ridi, ridi, ridi una sega… - Il Piusti, come sempre quando incontriamo qualche canizza, aveva già allungato il passo. Questo tratto di salita, come caratteristica di questi luoghi, è prevalentemente dominato da castagneti, in taluni casi ne abbiamo osservati alcuni veramente giganteschi. Quando la salita per un po’ ci ha dato tregua, ci siamo fermati per una pausa in un campo da dove si vedeva bene stagliarsi la cima del Monte Labbro; nell’occasione ho ricevuto la piacevole chiamata di Danilo, e l’incoraggiante SMS di Corrado.
Si mangia, ultimo pranzo della SPratata
MagoZichele alla fonte del Parco Faunistico
Dopo una breve discesa, arriviamo alla deviazione per il Parco Faunistico del Monte Amiata, in coincidenza di un campo in cui stavano addestrando i cavalli per la monta, e dove, chiuso in una piccola recinzione, c’era un bellissimo cavallo completamente nero e dal continuo, forte, nitrito - vai, s’è incontrato anche Furia … - La strada che portava al Parco Faunistico iniziava con una nuova, breve ma ripida salita, e dopo poco, mentre stavamo discorrendo su quante Kcal e Kg potesse aver perso il Piusti, siamo arrivati, alle 11.30, all’ingresso del Parco Faunistico. Quello che pensavo, cioè che si potesse arrivare alla vetta del Monte Labbro senza necessariamente entrare nel parco, non era giusto; aveva invece ragione il Piusti, che tra l’altro c’era già stato un po’ d’anni fa. Prima di entrare, ricevo la telefonata di mia moglie che mi aggiorna sul meteo: ieri l’abbiamo scampata bella, anche oggi comunque, dopo il sole della mattina, sono previsti rovesci sparsi in arrivo dalla costa, speriamo che ci schivino anche oggi.
Il Piusti in coma dopo pranzo
Il pannellino solare...pinta!!
Alla biglietteria, chiedo informazioni sul prosieguo del nostro percorso, cioè sulla possibilità di uscire dall’altro versante del monte per andare a prendere il sentiero segnato in direzione di Santa Fiora, ma non ottengo delle convincenti risposte, anzi, mi vedo anche consegnare dei biglietti che invitano a visitare l’acquario di Massa Marittima (Valpiana) … ma come? Gli ho appena detto che veniamo da lì … Entriamo nel parco, molto curato, che offre grandi spazi aperti dove poter osservare indisturbate numerose specie animali. In realtà siamo riusciti a vedere solo i cervi, perché le zone riservate agli altri animali non rientravano nel nostro percorso, noi siamo andati direttamente verso la vetta del Monte Labbro. Dopo circa 5 min di cammino siamo arrivati al bar-ristorante (e anche Direzione del parco) Podere dei Nobili, sotto una tettoia con dei comodi tavoli di legno, vicino a una fonte, ci siamo fermati per il pranzo. Al sole ho messo in carica il cellulare con il fido pannello solare, che ha svolto egregiamente il suo lavoro in tutti questi giorni.
Il Piusti aggredisce il Mt.Labbro
Ritratto di famiglia ...
Dopo un caffè al bar, ci siamo subito avviati per la vetta del Monte Labbro, anche perché il Piusti non avrebbe retto molto alla crisi di sonno che gli stava prendendo! Inizialmente il sentiero passa proprio in mezzo al recinto dei ciuchini, poi si inoltra in un grazioso boschetto, salendo in un leggero falsopiano. Un paio di passaggi attraverso le recinzioni di legno ci hanno scomodato un po’ per via che con gli zaini in spalla non ci passavamo, successivamente iniziava la salita vera e propria, molto dura, e la vegetazione via via lasciava spazio a nude rocce e piante ad arbusto.
Ad una pausa durante la salita, ci siamo voltati e il panorama era veramente bellissimo, d’un verde quasi artificiale, e con l’Amiata che ora si stagliava imponente alla nostra destra; il Piusti cominciava a domandarsi come avremmo fatto ad arrivare fin lassù l’indomani … Alle 13.50 circa, dopo lo strappo finale in salita, il Monte Labbro era finalmente conquistato!! Sono salito subito in cima alla Torre Giurisdavidica, non volevo perdere un solo attimo per osservare il panorama. Purtroppo, stavano già arrivando le perturbazioni previste, e quindi la visuale non era affatto limpida, comunque si distinguevano benissimo i panorami a media distanza, il Monte Aquilaia del giorno prima, l’Amiata, Santa Fiora e anche Castell’Azzara e il caratteristico monte dominato dal ripetitore.
Una fra le foto più belle della SPratata, complimenti al Piusti...
Il Piusti, non è salito sul tetto della torre, si è solo affacciato, per lui questo senso di vertigini è troppo forte. Sopra la torre c’era una quantità incredibile di bombi che mi ronzano intorno, in diversi mi si posano addosso, ma io vengo in pace e allora mi lasciano stare … Fatte un po’ di foto, riscendo, faccio altre foto con il Piusti e poi andiamo a fare visita al sepolcro di Davide Lazzaretti e all’altare che si trova in una grotta sotto terra, proprio sotto alla torre, lungo una discesa molto suggestiva e nel buio più totale. Ci sono anche delle campane, chissà se sono ancora quelle che il Lazzaretti suonava per raccogliere quassù le comunità contadine … Dal Labbro, osservo in silenzio l’Amiata, domani toccherà a lui, mi riviene in mente il secondo giorno quando, in cammino per Roccastrada, pensavo a questi momenti, a quando le prime mete le avremmo davvero raggiunte, e a quando al Piusti dicevo di tenere duro … intanto qui ci siamo arrivati, e che posto!
Alla conquista del Mt.Labbro!!
MagoZichele indica la via per l'Amiata
Veramente une destinazione azzeccata per questa SPratata, il mio collega Simone di Monticello Amiata mi ha davvero dato una dritta superlativa, e poi è andato tutto bene, l’abbiamo raggiunta in questi due giorni senza particolari intoppi. Comunque, per non dovermi smentire subito, conveniamo che è meglio ripartire, perché gli acquazzoni sparsi che vediamo arrivare dalla costa, non promettono niente di buono. Riscendiamo quindi dalla vetta del monte, e troviamo una coppia che ci domanda se per caso l’arrivo alla vetta non comporti l’affrontare qualche improbabile e ardita scalata … ma non lo vedete che abbiamo in spalla due zaini più grossi di noi?... mah … questi turisti … mica noi che ormai siamo proprio “into the wild” … eheheh …
Una rara incisione sul Mt.Labbro
Gli SPratati ai piedi della Torre
Ridiscesi ai piedi del monte, il Piusti comincia ad avere dei dubbi sulla direzione da prendere, secondo lui dovremmo tornare indietro o comunque qualcosa di simile, in realtà dobbiamo andare a prendere il sentiero segnato n.6, quindi seguo fedelmente le indicazioni del GPS, anche se l’ambiente circostante è sempre aperto, quindi mi oriento abbastanza bene anche ad occhio. Dietro una curva, ecco l’inizio del sentiero dove dobbiamo lasciare la strada sterrata. C’è un cancello di legno malmesso, i tipici segni biancorossi si vedono a fatica, e il sentiero in realtà si addentra in un campo, però c’è il cartello con la mappa dell’intero sentiero, quindi non ci sono dubbi, è lui. Vinco gli ultimi, ma anche sensati timori del Piusti, visto che questo sentiero sembra un po’ abbandonato, e ci addentriamo.
Il Piusti al sentiero n. 6
Uff...che palle queste ghette...
E’ un bellissimo sentiero, anche per tutto il panorama che ci circonda, peccato che sia veramente poco curato, e dopo un po’, prima di un passaggio dentro un boschetto, dobbiamo indossare le ghette perché l’intrico di rami e rovi è notevole. Usciti dal boschetto, scendiamo di nuovo lungo un campo affidandoci comunque ai nostri GPS per sicurezza; i nuvoloni si stanno avvicinando, e a un certo punto, quando arriva anche la prima spruzzata di pioggia, perdiamo il sentiero. Controllo il GPS, torno indietro di pochi passi, mi sporgo oltre un muro di vegetazione, ed eccolo lì il sentiero nascosto! Ma come si fa? Un sentiero segnato in queste condizioni! Il tratto finale del sentiero, prima di sbucare in località Poggi La Bella, è anche un po’ più tortuoso, oltre che intricato sempre per i rami e l’erba alta, gli faccio una foto proprio quando arriviamo a Poggi La Bella, per ricordarmi in che stato era.
Vado per riporre la fotocamera e invece mi scivola di mano e cade sulla strada asfaltata proprio dalla parte dell’obiettivo! NO! proprio al penultimo giorno! Appena la prendo in mano vedo subito che l’obbiettivo è rimasto fuori, ammaccato e storto, la fotocamera nemmeno si accende … allora provo a forzare l’obbiettivo, sento una scatto e miracolosamente torna a posto, provo a sostituire le pile e la fotocamera si riaccende e riprende a funzionare! Che culo! Questa fotocamera è indistruttibile! Riprendiamo il cammino, adesso il sentiero fino a Santa Fiora prosegue in una tranquilla strada asfaltata, e siccome la nostra teorica V tappa sarebbe già terminata, decidiamo, come il giorno prima, di macinare qualche km per avvantaggiarci per la tappa finale di domani.
L'inizio del malconcio sentiero n.6
Eravamo lassù...
Comunque, dopo circa 2,5 km, in vista di Santa Fiora, il sopraggiungere della pioggia ci ha costretto a cercare rapidamente un posto per il bivacco ed a montare velocemente la tenda. Meno male che abbiamo trovato una pinetina, nei pressi del Podere Spolveravolpi, che anche se in discesa era adatta a noi, in quanto ha frenato un po’ di pioggia mentre montavamo la tenda. In effetti l’abbiamo montata nel primo posto utile che ci sembrava in piano, ma a conti fatti non è un granché, un po’ di pendenza c’è comunque ma in fretta e furia meglio di così non potevamo trovare altro. Stanotte sarà difficile chiudere occhio, comunque la sveglia per domani l’abbiamo anticipata alle 6.00, così durerà meno la veglia. La pioggia alla fine è durata solo 10 min, e già in serata sembrava di nuovo rasserenarsi il cielo, anche per domani le previsioni sono pressoché confermate come quelle di oggi, comunque ormai domani potrebbe anche diluviare, in cima all’Amiata ci andrei lo stesso!
La tenda montata al volo dentro la pineta al Podere Spolveravolpi
Durante la cena, l’ultima cena, ho ricevuto qualche SMS di quelli che confortano, e soprattutto la telefonata di Mirko dell’ALICAT, mi ha fatto molto piacere, gliel’ho detto che domani in vetta all’Amiata, per la foto ricordo, ci sarà anche la sciarpa dell’ALICAT che mi sono portato dietro! Ci siamo resi conto che siamo abbastanza vicini a questo podere, i loro cani spesso sentendoci abbaiano, e penso che in serata, nell’andirivieni di auto, ci abbiano anche notato, comunque adesso che siamo in tenda e in silenzio i cani si sono un po’ calmati. Proprio mentre scrivo un daino si è avvicinato nella nostra zona, abbiamo sentito il caratteristico muggito. Domani finalmente l’atto conclusivo di questa SPratata, se tutto va bene, secondo i nostri piani, ci aspetterà anche un bel pranzo al ristorante del Prato della Contessa! Sarebbe anche un bel premio finale, visto che in questi giorni siamo andati avanti a scatolette, pasti disidratati e barrette energetiche.
Santa Fiora alle 18.39...domattina arriviamo!!!
Poi, nel tardo pomeriggio, il fratello del Piusti dovrebbe venire a prenderci, e per cena dovremmo essere a casa. Da una parte ovviamente dispiace che questa SPratata sia finita, ma d’altro canto non potrebbe essere altrimenti. Anzi, avrebbe potuto, purtroppo, finire nei giorni precedenti, e sarebbe stata ben altra fine … E poi rivedrò Ale, il mio Capitano e La Lilly, che ho saputo negli ultimi due giorni piange e ha smesso di mangiare, e davvero non vedo l’ora di abbracciarli tutti e raccontargli la nostra incredibile avventura e di mostrare loro le foto, soprattutto a mio babbo, che con poche, semplici parole, ogni giorno mi ha incitato ad andare avanti!
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